Lettere a Iacchite’: “Caso Ristorart, l’imbarazzante silenzio di Oliverio e Irto”

CASO RISTORART. Infiltrazioni mafiose negli appalti: compiti della P.A a tutela degli interessi collettivi in Calabria.

di Marilina Intrieri

Con l’inchiesta antimafia “Jonny” la DDA di Catanzaro ha posto in luce gli interessi della ‘ndrangheta in danno dei migranti presso il CARA di Isola Capo Rizzuto, fatti che, da Garante dell’infanzia, io denunciai nel 2013.

Ho letto, oggi, sulla stampa locale le spiegazioni della ditta RISTORART, aggiudicataria del servizio di catering della Regione, presso la Cittadella, e di altri appalti, colpita nei giorni scorsi da interdittiva, da parte della prefettura di Prato, per aver assegnato in subappalto alla ditta Quadrifoglio di Isola Capo Rizzuto (coinvolta nel processo di mafia Jonny) il servizio mensa presso il CARA di Isola Capo Rizzuto.

Quadrifoglio però è la stessa ditta che gestiva tale servizio presso il medesimo CARA fino al suo coinvolgimento nell’inchiesta di mafia.
La ditta RISTORART, in modo maldestro, tenta di giustificare il subappalto dei suoi appalti alla ditta di mafia “Quadrifoglio” sostenendo che: aveva avuto l’autorizzazione al subappalto dalla prefettura di Crotone, la ditta appaltatrice sarebbe stata dichiarata mafiosa solo dopo aver ricevuto l’incarico dalla ditta appaltante, il Quadrifoglio, mentre svolgeva l’incarico presso il Cara (prima che fosse coinvolta nell’inchiesta), avrebbe fornito lo stesso servizio alla questura di Crotone e si guarda bene dal far capire che le autorizzazioni al subappalto da parte della prefettura non sono
nominative.

In un quadro cosi allarmante non può non destare sconcerto il silenzio assordante della Regione Calabria e del suo presidente Mario Gerardo Oliverio, dal quale i calabresi si attenderebbero i provvedimenti solleciti e adeguati che gli competono come politico e come amministratore al fine di salvaguardare gli interessi dei calabresi e della istituzione che rappresenta.
E ciò in attesa che nelle sedi giudiziarie – amministrativa, penale e contabile – si faccia piena luce sull’operato contra legem di questa impresa di catering e dei suoi prestanome.

Desta pari sconcerto il silenzio del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e del presidente della Commissione antimafia. In altri tempi ci sarebbe stata una convocazione d’urgenza del Consiglio regionale, o quanto meno una Conferenza dei capigruppo dinnanzi al coinvolgimento di una ditta fornitrice di un servizio importante, costoso ed a contatto diretto col personale e con i gli uffici regionali.
E’ con amarezza che si registra sulla vicenda, in luogo di doverosi e mirati interventi, il perpetuarsi di atteggiamenti omissivi e riluttanti e non ci si deve meravigliare, poi, se ogni anno migliaia di ragazzi se vanno via dalla Regione che è sempre buon’ ultima in tutte le classifiche sociologiche.