Salve,
sono un candidato che ha sostenuto qualche settimana fa la prova per il concorso-farsa (e truffa), come giustamente lo definite voi di Iacchite’, che si è appena svolto all’ospedale di Cosenza come operatore call center. La vergogna e lo scandalo di questo concorso sono visibili ad occhio nudo.
Partiamo dal presupposto che ti spiegano un programma dal quale si devono prendere prenotazioni, indicare la data di una visita, cancellare una visita (medica) in un minuto… roba che forse non la capiscono neanche loro… Ma la cosa assurda è che tu, povero candidato, devi ripeterla simulando addirittura una chiamata.
Quando arriva il mio turno, mi capita una prenotazione: la presidente, la dottoressa Maria Francesca Galdini, dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera, messa lì per tutelare gli “amici degli amici”, rendendosi conto che andavo spedito, mi mette in difficoltà chiedendomi una cosa che non ha spiegato ovviamente… E raggiunge il suo obiettivo: arrivo al punto che non riesco ad andare avanti poiché la tastiera mi impedisce di scrivere… Si avvicina uno dei raccomandati della commissione, tocca la tastiera e mi dice “prova ora”, ma non succede nulla, allora si avvicina lei, la presidente dei miei stivali, prova lei, e ancora una volta niente, nulla di fatto… A questo punto, deve arrivare l’unica persona competente del sistema che è quasi costretto a dire alla presidente: “Non lo fa scrivere per errore nel processo..”.
Allora, la presidente si volta verso di me dicendomi: “Non ci vedo bene, perdonami, non puoi più proseguire… hai sbagliato!!!”. Allora, la domanda mi sorge spontanea: ma a noi candidati di questo concorso-scandalo, chi ci ha giudicato?!!! Provvederò per via legale a denunciare quanto è accaduto, perché è chiaro che mi ha fatto sbagliare la presidente. Lo scandalo è sempre più assurdo, se questo concorso va fino alla fine – come avete scritto stamattina – sarà lo scandalo più grande degli ultimi vent’anni. Sono a disposizione di qualsiasi magistrato vorrà aprire gli occhi e mettere fine a questa truffa.
Lettera firmata
