Lettere a Iacchite’: “Cronaca di quattro giorni da incubo in attesa di un tampone”

Con la presente volevo raccontare l’ennesima storia di assenza da parte delle istituzioni. Cronaca di un incubo.

E’ lunedì, giorno di Pasquetta, e mio marito, che svolge la funzione di O.S.S. presso la RSA Villa Torano, viene convocato d’urgenza, dopo aver lavorato la mattina, per effettuare il tampone. Non riusciamo a comprendere la celerità, ma evidentemente c’è qualcosa di strano. Rimane bloccato lì in struttura (dov’è ancora a tutt’oggi visto l’ordinanza del presidente della Regione) e, il giorno seguente, arriva il responso di positività, segnando l’inizio della mia odissea.

Contatto telefonicamente il mio medico curante che mi fornisce il numero della task-force per chiedere informazioni su come procedere; mi vengono dati altri due numeri di telefono, cioè quello dell’ASP di Montalto e quello di Cosenza. Chiamo per autodenunciarmi e la mia richiesta viene presa in carico. Sono sola a casa, con tre figli e, di conseguenza, contatto la pediatra per metterla a conoscenza della situazione e chiedere come muovermi per quanto concerne i bambini. Inizia il tam-tam mediatico e viene fuori che i test effettuati sono stati eseguiti in maniera errata, quindi ulteriori giorni di angoscia senza che nessuno delle istituzioni si faccia sentire.

Richiamo io, pressando gli operatori che mi rispondevano per richiedere, nuovamente, l’esecuzione dei tamponi per me e per i miei figli, ricevendo, purtroppo, sempre la stessa risposta: “L’istanza è stata presa in carico. La contatteremo a breve per fissare un appuntamento”. Passano altri due giorni e non ricevo nessuna chiamata dall’ufficio preposto ne per chiedere le mie condizioni di salute e quelle dei miei bambini, né tantomeno per fissare questo benedetto incontro. Ho la sensazione di essere abbandonata a me stessa, senza che nessuno si fosse veramente impegnato per il caso.

L’unico supporto morale mi viene dato dalla pediatra, la Dott.ssa Mele Annunziata, dal mio medico curante, il Dott. Luigi Carbone e dalla sua sostituta, la Dott.ssa Madormo Mena, che giornalmente si fanno sentire, anche più volte. Finalmente dopo quattro giorni, cioè ieri, venerdì 17/04/2020, dopo l’ ennesima chiamata all’ASP di Cosenza e varie minacce, viene inviato il mezzo del 118 ed eseguito il tampone a me e ai miei tre figli.

E’ veramente vergognoso lasciare una persona in difficoltà sola, senza nemmeno degnarsi di informarsi sulle condizioni di salute e, soprattutto, senza che a nessuno importi come una famiglia possa riuscire ad approvvigionarsi. L’emergenza è di quelle brutali, da lasciarti senza fiato, ma qui al sud siamo veramente all’abbandono totale. Inutile dire che quei quattro politicanti, invece di mettere in campo piani efficaci per contrastare l’emergenza, pensano solo ad andare in tv per fare la commedia; la verità nuda e cruda è che dobbiamo veramente sperare di non incrociare sul nostro cammino questo maledetto virus.

Rosaria Fucile