Lettere a Iacchite’: “Mirto Crosia. Noi lottiamo per sopravvivere, loro fanno la bella vita”

Caro direttore di Iacchitè,
Mi chiamo Franca, e sono una mamma lavoratrice precaria, sfiduciata dalla politica locale TUTTA!
Vivo a Mirto Crosia, un piccolo angolo di questa terra, dove la lotta quotidiana per arrivare a fine mese è un’odissea. Le bollette, come spade affilate, ci tagliano il respiro, eppure non c’è tregua. La SOGET, con la sua implacabile precisione (acconto 2024 di ben 400 euro), ci invia richieste di pagamento sempre più salate, come se volesse strapparci l’anima.
Ho bussato alla porta del comune di Crosia, ho implorato, ho cercato di far sentire la mia voce. Ma le promesse del sindaco Russo sono state solo eco nel vuoto. Non c’è stato aiuto concreto, solo parole che si sono disperse nel vento. E mentre noi, cittadini, lottiamo per non affogare in un mare di debiti, il sindaco e la sua amministrazione hanno indebitato il nostro comune per oltre 20 milioni di euro. Venti milioni, una cifra che sembra astratta, ma che pesa come un macigno sulle nostre spalle.
E poi c’è Francesco, il nipote del sindaco, l’attuale candidato alla poltrona di primo cittadino. Lo vedo sfrecciare per le strade con macchinoni luccicanti, mentre noi contiamo le monetine per pagare la luce e il gas. Feste, lussi, una vita dorata che sembra irraggiungibile per chi, come me, si stringe il cuore ogni volta che arriva una bolletta. Francesco, che un tempo era entrato con il favore del popolo, ora sembra aver dimenticato le nostre facce, le nostre storie, le nostre difficoltà.
Direttore, vi prego di portare alla luce questa ingiustizia. Raccontate la nostra storia, mettete in evidenza la disperazione di chi si sente abbandonato, schiacciato da un sistema che sembra premiare solo i privilegiati. Siamo cittadini, non numeri su una bolletta.
Vogliamo solo vivere dignitosamente, senza doverci piegare sotto il peso di debiti insostenibili.

Grazie per l’attenzione, Franca.