Lettere a Iacchite’: “Praia e La Terra dei Padri: perché tanta ignoranza e incompetenza?”

Caro Iacchite’,

che tristezza questa Calabria che anziché esaltare, mistifica e mortifica non solo la storia e l’identità di un territorio, ma anche la professionalità di tante persone competenti ma senza amici ai piani alti, che stanno a guardare questo sfacelo, impotenti.

Apprendiamo dalla stampa locale che la ridente cittadina di Praia a Mare è stata scelta dall’assessore Orsomarso quale location per il video promo “Terra dei Padri”.
Anzi lo vediamo gaudente e gioioso con accanto tale Gregoraci (che oltre ad una straordinaria bellezza, ci chiediamo quali doti abbia per essere testimonial e madrina della Calabria) a festeggiare nella piazza di Praia portando il folk di Mimmo Cavallaro (nulla di quanto più lontano ci possa essere alle tradizioni dei praiesi, che per collocazione geografica ed etnografia dei suoi cittadini, sono indiscutibilmente più simili ai campani che non ai residenti dell’ entroterra silano cosentino e catanzarese che tanto apprezzano Cavallaro -di indiscussa bravura- sentendolo etnologicamente più vicino alle proprie tradizioni musicali).
Ed allora una sola domanda ci sorge spontanea: PERCHÉ?

Perché tanta ignoranza, incompetenza e mortificazione per Praia a Mare?
Mi spiego: la campagna “Terra dei Padri” dovrebbe, e sottolineo dovrebbe, nella testa dell’assessore, essere un’azione volta al cosiddetto Turismo delle radici o Turismo di ritorno.
Bene, che cosa è il Turismo di ritorno? Chiunque, tra i non addetti ai lavori, considererà l’espressione quale un nuovo modo coniato in tempi moderni per riferirsi ai turisti, ai più, anzi, passerà anche inosservata.

In realtà il cosiddetto Turismo di ritorno è un turismo genealogico, riferito ai discendenti di emigrati che vengono a visitare la terra di origine; di conseguenza ogni azione deve essere ideata e programmata avendo come target-obiettivo questa particolare utenza, e mirata ad incentivare appunto “il ritorno”, così da generare un flusso turistico nelle terre spopolate dall’ emigrazione, con il relativo beneficio economico e sociale che questo può generare.
Questa la spiegazione, in parole semplici e concise, ovviamente ci sarebbe da dire molto di più ma abbiamo abbreviato per praticità di interesse.

Bene, partendo dall’assunto di cosa sia il Turismo di Ritorno, e quali siano gli obiettivi di questo tipo di azioni turistiche, ci chiediamo se l’assurda motivazione di scegliere Praia a Mare sia dettata da adsentando colligo benevolentiam, da pura e mera incompetenza in materia, o ancora da semplice superficialità per delega a terzi.
Perché bisogna ricordare all’assessore Orsomarso, e soprattutto al neo eletto sindaco della cittadina dell’alto Tirreno, che Praia a Mare, durante i suoi lustri, tutto ha vissuto tranne che la piaga dell’emigrazione.

Utile fare un breve ripasso di storia.
Agli inizi del ‘900 Praia contava 800 abitanti, ed aveva nel suo territorio già una falegnameria industriale, con attrezzature all’avanguardia ed innovative, che esportava legname in tutto il Sud Italia, ed occupava buona parte degli uomini in età lavorativa del paese.
Florente era l’industria della pesca: con le flotte di pescherecci che rifornivano di beni ittici la Lucania, La Campania, il Lazio ed ancora a salire.
Che, sottolineiamo, all’inizio del ‘900, in una Calabria povera e totalmente priva di infrastrutture sono risultati eccezionali, e già indicatori di una realtà di benessere totalmente in disaccordo con la restante Calabria più a Sud.
Andiamo avanti con i decenni: alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso, arriva il Conte Rivetti. Quarant’anni di benessere e profitto non solo per Praia ma per tutte le zone limitrofe, sino alla confinante Lucania.
Stefano Rivetti, Conte di Val Cervo, fonda lo stabilimento tessile “Marlane”, dando lavoro a centinaia di famiglie che arrivavano non solo da Praia, Tortora, Scalea ma persino da Sapri e Maratea, perché Praia da sola non era in grado di sopperire al bisogno di operai dello stabilimento.
(Non parliamo della indiscussa e catastrofica tossicità della fabbrica, perché qui stiamo analizzando il benessere socio economico che lo stabilimento ha portato nel tessuto sociale della città dell’Isola di Dino fino agli anni ‘90).

Oltre la Marlane, si insedia a Praia, negli anni ‘60, la Pamafi: agricola, floro -vivaistica. Kilometri e kilometri di serre per l’agricoltura e decine e decine di assunzioni, posti di lavoro, stipendi e benessere sociale.
La venuta del Conte Rivetti portò con se l’inizio della ribalta turistica di Praia a Mare, divenuta tra gli anni ‘60 e ‘90, insieme a San Nicola Arcella, meta ambita ed esclusiva di facoltosi industriali e borghesi del Nord. Talmente esclusiva da essere preclusa ai restanti calabresi, che hanno sempre visto quel territorio come turisticamente inaccessibile: chi, alla fine degli anni ‘90, riusciva finalmente ad andare a fare qualche giorno di vacanza a Praia, lo viveva come uno status symbol, un mutato status sociale finalmente.
A riprova di quanto appena affermato, ricordiamo l’acquisto del Cavaliere Agnelli dell’Isola di Dino, sulla quale aveva progettato un esclusivo resort, per gli anni ‘60 degno degli Emirati Arabi di oggi.

Potremmo continuare ancora a lungo, descrivendo il benessere in cui Praia a Mare ha sempre versato dall’inizio del ‘900 sino al nuovo secolo, forse per la posizione geografica, è sempre stata distante, in tutti i sensi, dal resto della Calabria: eccezionalmente sviluppata economicamente, socialmente, culturalmente e turisticamente era davvero un’oasi nel deserto calabrese già agli inizi del secolo scorso.

I praiesi hanno sempre avuto come punto di riferimento Sapri, che raggiungevano agevolmente con il vaporetto, o Napoli, di cui molti sono originari, insediandosi poi nel territorio calabrese, che non Cosenza, la quale era vista distante anni luce e alla quale bisognava arrivare a dorso d’asino per l’assenza di infrastrutture nell’intera regione.
E questa è storia, non opinioni.

Ed allora ci spieghi l’assessore Orsomarso, quali risultati crede di ottenere, scegliendo una località come Praia, che è storicamente e statisticamente inesistente nelle classifiche dei paesi spopolati dall’ emigrazione, perché quando c’è benessere via non si va. Questo lo capisce anche un bambino.
Ma non lo capisce l’assessore. Perché ci chiediamo QUALI discendenti di emigrati si è posto quale gruppo target destinatari del suo video promo “La Terra dei Padri”, visto che all’estero ne troverà dieci contati che riconosceranno Praia quale “luogo delle origini”, a fronte di migliaia e migliaia di emigrati che Praia non sanno neanche in quale punto della Calabria si trovi.

Per quale motivo, l’egregio assessore esperto di Turismo non ha scelto un borgo REALMENTE spopolato a causa dell’emigrazione? Perché non ha scelto ad esempio Pentedattilo?

Il paese calabrese con un solo abitante, da cui tutti sono scappati all’estero in cerca di lavoro che li mancava, e che SOLTANTO ALCUNI PRIVATI, stanno faticosamente cercando di portare agli onori della cronaca così da non farlo morire.
Per incompetenza? Perché non sa cosa sia realmente il Turismo di Ritorno?

Per superficialità perché ogni azione del suo assessorato è diretta, ideata e programmata da tale Lucio Presta, che viene definito nei comunicati stampa dell’assessorato “Project Manager” (ci chiediamo se, per definirsi tale, sia in possesso dei requisiti), poi semplicemente “manager”, ed in sintesi non si sa questo signore quale competenze abbia per ideare, progettare e realizzare delle azioni sul Turismo (che ricordiamo è materia oggetto di studi universitari, master e quant’altro), visto che di tale Presta in rete non si trova un Cv neanche a pagarlo oro, e tutto ciò che si sa è che fino a ieri faceva l’agente di attori e personaggi dello spettacolo. Bel salto di qualità da intermediario dello spettacolo a “Project Manager esperto in azioni di promozione territoriale e turismo di ritorno”. (Cretini voi che andate all’università a studiare Management del Turismo).
A proposito, ricordiamo che il 2023 è l’anno nazionale del Turismo di Ritorno, così tanto per dire …

Ci chiediamo quali risultati otterrà con una tanto strampalata azione scellerata.
Per non parlare del neo eletto sindaco (uomo legato politicamente ad Orsomarso, è cosa nota), il quale pur di ricevere le briciole, è disposto a sacrificare la storia del suo territorio ed invece di fare un fiore all’occhiello del dato che Praia sia da un secolo eccezionalmente sviluppata rispetto al resto della terra calabra, preferisce fare passare Praia nell’immaginario collettivo come un paese afflitto dalla povertà e dal sottosviluppo che ha costretto i propri figli ad emigrare.

Che miseria la natura umana … perché invece che mortificare la propria terra per apparire in un video spot, che gli addetti ai lavori sanno già essere fallimentare, non ha preteso che il suo magnifico territorio non apparisse nelle azioni di promozione territoriale sul patrimonio della Calabria in giro per l’Italia, con la magnificenza dell’Isola di Dino, della Grotta Blu che nulla ha da invidiare a quella campana, con la sua Madonna della Grotta e tutte le tradizioni popolari e peculiari del luogo?
Ecco, questa è la Calabria: incompetenza, contentino al sindaco amico di turno, sperpero di denaro pubblico tra consulenze ad “inesperti” e realizzazione di azioni fallimentari in partenza.
Calabria straordinaria… straordinariamente vergognosa per clientelismo ed incompetenza.

Lettera firmata