Liberi da ogni galera: per un 2016 di lotta e giustizia sociale

Servizio fotografico di Filippo Sollazzo Fotografia e Videografia

Lo scorso 31 dicembre si è tenuto il presidio anticarcerario di solidarietà sotto la casa circondariale di Cosenza, che ha voluto ricordare, ancora una volta a tutta la cittadinanza, che dietro le sbarre non ci sono solo detenuti, ma esseri umani, fratelli, amici, anime, persone. Un presidio che ha lanciato un segnale di speranza e di calore umano riuscendo a superare le mura di cinta di via Popilia.

“Carcere, un’entità troppo spesso ignorata dalla stragrande maggioranza della società, assente dall’agenda politica nazionale se non per promuovere la costruzione di nuovi istituti e nuovi dispositivi repressivi. Punire e Recludere quanti vivono ai margini della società o si ribellano contro lo stato di cose esistente. Punire e Recludere gli uomini e le donne che restano tagliati fuori dai cicli di produzione e risultano eccedenze in un sistema meritocratico e classista dove o sei “figlio di” o sei uno sfigato destinato a fame, miseria ed emigrazione. Oppure diventi la bassa manovalanza di un sistema programmato dai poteri forti per fare profitto sulla pelle della “carne da macello” di questa società. Meridionali e migranti sono da sempre i destinatari, spesso inconsapevoli, dei disegni della governance del sistema politico-mafioso che impone ricatti, precarietà e sfruttamento da un lato, costringendo la gente a ricorrere all’extralegale per sopravvivere, mentre dall’altro predispone e affina leggi e dispositivi repressivi che fanno parte sempre dello stesso gioco perverso. 

A chi e cosa serve la galera? Non di sicuro al condannato che ne esce marchiato a vita, incattivito, privato della libertà e degli affetti. Pregiudicato o recluso a vita, in ogni caso colpevole per sempre di essere nato nel posto sbagliato nel momento sbagliato e di non avere avuto altre possibilità nella vita. Vittima, carnefice e capro espiatorio allo stesso tempo di un sistema che calpesta e distrugge tutto ciò che non gli serve in nome del potere e del denaro. Un sistema che vuol farci credere che affamare e sterminare interi popoli per garantirsi lo sfruttamento delle risorse (in Africa e in Medi Oriente, nei tanti sud del mondo) è legale e democratico; un sistema che crea, ad arte, guerre tra poveri per una giornata di lavoro a nero o per un tetto; un sistema che ci vuol far credere che mio fratello è il mio nemico.


Noi non ci stiamo, siamo qua per ribadire, ancora una volta, il nostro rifiuto dell’istituzione carceraria come risoluzione dei conflitti sociali, come sistema retributivo per le vittime di “reati”.
Sicuramente siamo degli idealisti, convinti che la cattiveria e l’avidità umana non sono congenite ma frutto della sperequazione e dell’ingiustizia sociale propri del sistema capitalista-imperialista che ci viene imposto. Continueremo a stare al fianco degli ultimi di questa società, degli sfruttati, degli oppressi e degli emarginati, consapevoli che il cammino da fare per liberarci da tutto ciò è lungo e tutto in salita. Ma siamo certi che domani, da liberi, i nostri fratelli oggi reclusi, cammineranno al nostro fianco per riprenderci ciò che ci stanno levando giorno dopo giorno.

Dai diritti più elementari ai sogni più grandi. Casa, reddito, istruzione, salute garantiti per tutti. Perché una società di liberi ed eguali si realizza creando presidi di libertà e uguaglianza. Basta ai ricatti clientelari dei politicanti-affaristi-massoni ed alla devastazione e saccheggio delle nostre vite e delle nostre terre. Basta vedere marcire in galera i nostri cari perché non hanno avuto un’altra possibilità. Basta dover chinare la testa a caporali e padroni, poco importa poi, che siano nuovi latifondisti o vecchi trafficanti, il principio che sottostà a queste logiche è il medesimo. Riprendiamoci i nostri diritti, le nostre vite, le nostre terre e soprattutto la nostra LIBERTA’. Contro la criminalizzazione delle lotte sociali, contro l’ergastolo e il 41bis, contro ogni forma di galera.”

LIBERI TUTTI, LIBERE TUTTE! PER UN 2016 DI LOTTE E GIUSTIZIA SOCIALE!