Locri, corruzione all’ospedale: arrestati un dirigente medico ed un primario. 90 indagati

Militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, diretta da Giuseppe Casciaro, stanno dando esecuzione ad un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Locri che dispone l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 11 soggetti.

In particolare, è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di un dirigente medico in servizio presso l’ospedale di Locri, la detenzione domiciliare nei confronti di un primario, l’obbligo di firma nei confronti di 3 indagati – tra cui due avvocati – e l’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti di 5 medici e 1 avvocato, per 12 mesi.

Gli arrestati

Da quanto si apprende, tra i dirigenti coinvolti nell’operazione ci sarebbe Antonio Bombara, primario del reparto di Psichiatria. Per Bombara sarebbero scattati gli arresti domiciliari, mentre avrebbe ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere il suo vice Filippo Lascala che ricopre anche il ruolo di dirigente dell’Asp di Reggio Calabria.

L’obbligo di firma è stato disposto per altri 3 indagati: Marco Zucco (34), Francesco Surace (55) e Paola Larone (57). Quest’ultima è la moglie di Lascala e secondo gli inquirenti ha svolto il ruolo di concorrente materiale e agevolatore della condotta del marito. Sempre su richiesta della Procura sono stati interdetti per 12 mesi dall’esercizio della professione medica il responsabile del reparto di medicina fisica e riabilitazione dell’ospedale di Locri Raffaele Antonio Argirò (56), la dipendente del laboratorio analisi del nosocomio Patrizia Panetta (59), il responsabile del reparto di Ortopedia Guido Zavettieri (63), il medico del reparto di medicina generale Santo Gratteri (62), e lo psicologo Maria Erminia Pasquale (63). L’interdizione dalla professione forense, infine, è stata disposta per l’avvocato Antonio Sotira, di 43 anni. Anche lui è accusato di essere stato istigatore e determinatore per un certificato falso preparato da Lascala per un suo cliente.

Sono, inoltre, in corso numerose perquisizioni personali e locali, anche presso l’ospedale di Locri. Nell’ambito del procedimento, che attualmente verte nella fase delle indagini preliminari, risultano indagati, a vario titolo e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, complessivamente 90 soggetti – tra i quali medici, avvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali – per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi a Locri e in altri comuni della provincia di Reggio Calabria nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2022.

Il provvedimento cautelare in rassegna scaturisce da complesse indagini che hanno consentito di disvelare l’esistenza di un articolato sistema illecito volto al rilascio di falsi certificati medici finalizzati, tra l’altro, a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, ad accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti, inabilità temporanee al servizio ovvero indebiti trasferimenti per motivi di studio e lavoro. In particolare, da quanto emerso dalle indagini svolte dai finanzieri del gruppo di Locri, il rilascio da parte di alcuni indagati di certificazioni sanitarie attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà sarebbe avvenuto dietro la pattuizione di somme di denaro o di altre utilità.