Migranti per strada: la colpa è anche degli Sprar come quello di Acquaformosa

L’infamia contenuta nel decreto sicurezza targato Salvini, oltre al suo ben noto e sviluppato razzismo, è anche conseguenza di una pessima gestione dell’accoglienza da parte di un esercito di associazione e cooperative che hanno trasformato la doverosa accoglienza a chi fugge da guerre e persecuzioni, in una sorta di “ business senza vergogna”. Per anni i gestori dei progetti Sprar, per coprire i loro facili guadagni realizzati attraverso la frode, hanno lasciato intendere ai cittadini che la loro attività di accoglienza fosse una doverosa missione umanitaria svolta in maniera volontaria e con spirito solidaristico. Nessuno, in decenni di gestione di progetti Sprar, ha mai spiegato alla gente il funzionamento dell’accoglienza e tutto il giro di denaro che c’è dietro. Come nessuno ha mai spiegato la differenza tra i vari progetti di accoglienza: Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati); Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria); Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione); Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), ed emergenze varie. Acronimi in continua mutazione: ogni governo ne toglie alcuni e ne crea altri, ma le funzioni restano più o meno le stesse. A tutti faceva comodo, a quei tempi, che la gente pensasse all’accoglienza solo come un “dovere umano” svolto da angioletti terreni, senza mai porsi le questioni economiche.  E tutti erano felici e contenti.

Solo dopo una serie infinita di vergognosi scandali legati alla gestione dei Cas, e dopo la famosa frase “con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga” la gente ha iniziato a capire che di volontariato nell’azione dei gestori dei progetti di accoglienza non c’è traccia: tutti erano e sono lautamente pagati attraverso il solito magna magna. E così la gente, di fronte a questa vergogna di lucrare sulle spalle di chi soffre, si è subito schierata dalla parte di Salvini, senza fare nessuna distinzione tra le varie formule di accoglienza. Chiunque accoglie migranti lo fa solo per il denaro. Questo è quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani.

L’aver nascosto per decenni la gestione economica dei progetti ha prodotto, in materia di cultura dell’accoglienza, nella pubblica opinione, solo diffidenza e sospetto verso tutti i migranti. Ai quali, pensa la gente, diamo 35 euro al giorno, oltre all’hotel a 4 stelle e il wi-fi libero. Mentre gli italiani patiscono la fame. In poche parole hanno aperto, con il loro silenzio omertoso, non spiegando a tempo debito il funzionamento economico dei progetti e le differenze nei progetti di accoglienza, la strada a Salvini. Che ha avuto vita facile nel far passare bugie per verità. È questa la responsabilità degli operatori Sprar.

Ora vedremo fino a che punto sono realmente accoglienti, e se è vero che la loro solidarietà finisce quando finisce il pubblico denaro. Perchè quello che sta succedendo a Crotone, ovvero la cacciata dai progetti di accoglienza di tutti coloro i quali sono in possesso di un permesso umanitario, succederà anche nei progetti Sprar di Cosenza e provincia. Dice  Salvini nel suo delirio razzista: i piccoli centri che ospitano i migranti, sotto l’egida dei Comuni, non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale. Proprio come il progetto di Acquaformosa. Dove allo stato ci sono 35 beneficiari e 22 operatori. Quasi un operatore per rifugiato.

Molti dei beneficiari saranno costretti, chi prima, chi poi, a lasciare il progetto di accoglienza, come dice Salvini, e allora capiremo davvero se Acquaformosa è davvero un paese accogliente, così come si è affannato a dire per anni il sindaco Manoccio. Quello che ci si aspetta da persone altamente umane come lui è che nessuno dei profughi presenti in paese venga messo per strada. Anche se non arrivano più fondi siamo sicuri che Manoccio e i 22 operatori che fino a oggi hanno campato con i soldi del progetto, troveranno una soluzione per continuare a garantire un alloggio, il vitto, e tutto ciò che serve a colori i quali rischiano di rimanere per strada. Vedremo, tra poco, quanto vale il “Modello Acquaformosa” e simili.

E questione di giorni e presto sapremo…