Milan, il trionfo di Gattuso: “Io guru? No, non sono nessuno”

Gennaro Gattuso, per gli amici Rino o Ringhio, è l’uomo del giorno. Da quando ha vinto il derby di Coppa Italia contro l’Inter ai tempi supplementari, il suo Milan ha spiccato il volo macinando punti in campionato, risalendo posizioni su posizioni e arrivando anche alla finale di Coppa Italia ai danni di una delle squadre più forti del momento, la Lazio. Ieri notte assistere al suo trionfo in tv dopo i calci di rigore all’Olimpico è stato straordinario perché Gattuso, come tutti sapete, è un figlio della nostra terra, orgoglioso della sua Schiavonea.

Ai microfoni della Rai, Gattuso non si è smentito e in una decina di minuti ci ha descritto mirabilmente il suo stato d’animo di guerriero che finalmente è ritornato vincente, come ai tempi delle Champions League rossonere e del trionfo ai Mondiali tedeschi del 2006 che lo hanno consegnato alla storia del calcio.

“La Lazio in casa ha fatto 4-5 gol a tutti – ha esordito Ringhio guardando dritto negli occhi Alessandro Antinelli che lo intervistava -, è una delle squadre che ha segnato di più in Europa ed è una squadra fortissima. Noi siamo stati bravi a chiudere gli spazi, a giocare da squadra. Sapevamo che ci sarebbe toccato giocare una partita di sofferenza ma abbiamo tenuto bene il campo e abbiamo saputo soffrire… Stiamo lavorando sui concetti – prosegue Gattuso – ci piace giocare a palla coperta, noi stiamo sempre attenti sulla profondità e per questo siamo bravi. I ragazzi credono in ciò che facciamo e sanno che gli rompo le scatole. E devo dare i giusti meriti a Montella, io ho modificato qualcosa ma la ricerca del gioco che hanno i ragazzi parte da lui”.

Rino riesce a trovare parole dolci – oltre che per Montella – persino per Kalinic, che in piena bagarre ai supplementari si è “mangiato” un gol fatto a due metri dal portiere avversario (“Chi ha giocato a pallone sa che si può sbagliare”) e poi passa al suo argomento preferito: Gattuso, of course.

“Sono felice perché il Milan è tornato ad emozionare i tifosi ma non mi piace per niente quello che si dice ormai da una ventina di giorni: io non sono il “guru” della panchina, ho fatto tanta gavetta e devo ancora imparare tanto, non sono nessuno e ancora dovrò prendere tante legnate nei denti… Ma nessuno può dire che non ho fatto nulla in questi cinque anni: ho vinto un campionato, ho fatto esperienze importanti all’estero e adesso, a 40 anni, mi hanno dato questa grandissima possibilità e me la gioco al meglio, me la godo tutta e non mi illudo. Se mi sento un traghettatore? Non mi sento nulla, sono un ragazzo fortunato. Per me è un sogno quello che sto facendo. Voglio rimanere qua, questa è casa mia… A giugno potrei andare tranquillamente ad allenare i Giovanissimi, sono pronto e non mi sono mai montato la testa…”. Parola di Gennaro Gattuso, per gli amici Rino o Ringhio!