Milano, truffa diamanti. Il Gip: “L’imprenditore Pesce arrestato oggi era “informato” dall’ex senatore Pittelli”

Giancarlo Pittelli

(ANSA) – MILANO – “Lui deve stare fermo e zitto adesso”. Così l’imprenditore Nicolò Maria Pesce, arrestato oggi dalla Guardia di Finanza di Milano per riciclaggio di oltre 17 milioni di euro della maxi truffa sui diamanti  titolare della società di consulenza Kamet parlava con l’avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia arrestato lo scorso dicembre per concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta della Dda di Catanzaro Rinascita Scott. Come emerge dall’ordinanza di custodia in carcere per Pesce, firmata dal Gip di Milano Anna Calabi, l’imprenditore era a conoscenza “delle vicende giudiziarie” in cui era coinvolto Maurizio Sacchi, amministratore di Dpi e principale protagonista dell’inchiesta sui diamanti, e parlava con Pittelli che era il legale dello stesso Sacchi, tra gennaio e febbraio 2019. In particolare, il 19 febbraio dello scorso anno Pittelli “informava” Pesce di un sequestro preventivo: “Dpi sequestrata … questa mattina … un gran casino c’è anche il riciclaggio (…) quindi fai attenzione”.

E ancora: “La questione di Sacchi è molto molto seria e lui non capisce nulla”. E Pesce replicava: “Lui deve stare fermo e zitto adesso”. Pesce è accusato di aver ricevuto “in più tranche” da Sacchi, per conto delle società a lui riconducibili, Magifin e Magifin Immobiliare, oltre 20 milioni di euro. Soldi che, si legge nell’ordinanza, transitando dai conti della Kamet, società di Pesce, “venivano trasferiti” sui conti “delle società del gruppo Grenade”, riconducibile sempre all’imprenditore. (ANSA)