Modello Amaco: ecco come ti assumo il nipote di Potestio

Mario Occhiuto e Carmine Potestio

E’ stupefacente come il Consiglio di amministrazione dell’Amaco continui imperterrito ad operare al di fuori di ogni regola.

Dopo avere assunto una segretaria senza concorso e in violazione dell’artico 18 del DL n° 112 del 25 giugno 2008 e conseguente regolamento approvato dal Cda dell’Amaco il 6 ottobre 2008, ha bandito un concorso per l’assunzione di un dirigente tecnico, violando anche questa volta le disposizioni di legge.

Ed infatti, il bando è stato pubblicato solo sul sito dell’Amaco, senza darvi alcuna pubblicitò come, invece, prescritto dall’articolo 6 del regolamento citato che testualmente recita: “Un estratto del bando sarà, altresì, pubblicato su almeno una testata giornalistica a diffusione locale”.

Sono stati assegnati appena 10 giorni per la presentazione delle domande, ancora in violazione del già citato articolo 6 che testualmente recita: “Il termine della scadenza di presentazione delle domande di ammissione alla selezione non potrà essere inferiore a 20 giorni decorrenti del giorno successivo alla pubblicazione del bando”.

Il bando, inoltre, fa riferimento ad un fantomatico “regolamento per il conferimento di incarichi” di cui non c’è traccia sul sito dell’Amaco alla voce “trasparenza” e di cui non si conoscono gli estremi di approvazione e che comunque, ove esista, non può applicarsi in caso di assunzione di personale con contratto a termine.

Ci chiediamo come sia possibile che gli attuali componenti del Cda dell’Amaco, di comprovata professionalità ed esperienza, confondano i concetti di “incarico”, che presuppone un rapporto libero professionale, con quello di “assunzione” con contratto a termine, che presuppone un rapporto di lavoro dipendente.

Perché questa frammistione di concetti? Forse per dare una parvenza di legittimità ad una procedura totalmente irrispettosa della legge?

Ma quella legge doveva essere infranta perché il dirigente tecnico da mettere dentro l’Amaco è un amico degli amici. Lui si chiama Francesco La Valle, è di Mendicino, è un ingegnere ma soprattutto è il compagno di Alessandra Todini, nipote del capo gabinetto di Occhiuto, l’ormai leggendario Carmine Potestio, delle cui gesta e prodezze sono piene le nostre pagine.

E se deve entrare un parente di Potestio, tutti si devono mettere sull’attenti. Capito?