‘Ndrangheta e appalti: per Barbieri 100 milioni di affari in “5 lustri” con i boss Muto, Patitucci e Piromalli

Da Reggio Calabria sono affluiti molti documenti riguardanti l’inchiesta congiunta delle DDA di Reggio e Catanzaro che già il 19 gennaio 2017 aveva fatto luce su decine di appalti pubblici pilotati con l’arresto, tra gli altri, di Giorgio Ottavio Barbieri. Dopo la pubblicazione degli atti riguardanti la piana di Gioia Tauro, ecco la parte che riguarda direttamente Cosenza e provincia.

E’ stata scoperta una fitta rete di rapporti di carattere finanziario/economico, che legava un importante gruppo imprenditoriale cosentino (Barbieri) con gli esponenti di spicco di alcuni clan, quello dei “Muto” (operante sulla costa dell’alto Tirreno), quello bruzio “Lanzino – Ruà – Patitucci” e quello reggino dei “Piromalli”.

Nello specifico, seguendo gli spostamenti di un dipendente fidato dell’imprenditore intraneo alla cosca – Giorgio Ottavio Barbieri per l’appunto -, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno ricostruito le dinamiche, le relazioni e gli accordi con gli altri gruppi criminali operanti sul territorio calabrese.

Grazie a questi solidi intrecci, 10 aziende riconducibili allo stesso imprenditore sono riuscite ad aggiudicarsi i più importanti appalti (costruzione e gestione) nella provincia di Cosenza nel triennio 2013/2015.

Il valore complessivo degli appalti ammonta ad oltre 100.000.000 derivanti dalla costruzione, riqualificazione e gestione venticinquennale (da qui il nome dell’operazione: 5 lustri) degli impianti e dei servizi annessi.

I cantieri interessati sono:

a. riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di piazza “Carlo Bilotti” a Cosenza e realizzazione di un parcheggio interrato, nonché relativa gestione per 28 anni del parcheggio multipiano, della struttura polifunzionale (ivi compreso il museo) e del MAB.

b. comprensorio sport-natura di Lorica (CS) e relativa gestione per 25 anni;

c. riqualificazione delle aree prospicienti l’aviosuperficie di Scalea (CS) ai fini della realizzazione di servizi turistici e della riduzione dell’impatto ambientale, nonché relativa gestione per 25 anni.

Per questi motivi, appurata la connotazione “mafiosa” dell’imprenditore e delle imprese a lui facenti capo, la DDA di Catanzaro ha disposto mirati provvedimenti cautelari reali puntando al sequestro dei cantieri sopracitati, delle 10 società coinvolte, dei relativi conti correnti, dei numerosissimi beni ad esse intestate: 38 immobili (ville, box, locali commerciali), 1 struttura alberghiera, munita di 144 camere e con annessa spiaggia, piscina, ristorante e impianti sportivi, 1 locale notturno (discoteca), 1 sala slot e videolottery, 5 automezzi. Il tutto per un valore di oltre 10 milioni.