No alle trivelle nel Mare Ionio

Basterebbe dare una semplice occhiata all’ «Atlante delle correnti superficiali dei mari italiani» redatto dall’Istituto Idrografico della Marina e compararlo con la mappa delle piattaforme di idrocarburi, per comprendere quanto sia rischiosa la scelta di installare piattaforme di idrocarburi di fronte alle coste calabresi. Infatti, nel Mare Ionio, e precisamente nel tratto di costa che va da Santa Maria di Leuca (Lecce) a Capocolonna (Crotone), le correnti marine superficiali hanno tendenza prevalente Nordest-Sudovest. Questo vuol dire che un’eventuale fuoriuscita di idrocarburi, non importa se dovuta a cause naturali oppure a errori umani, finirebbe per inquinare tutto il  tratto di costa che arriva fino a Siracusa.

cartina

Inutile dire che le tecnologie moderne non sono in grado di prevenire la possibilità che accadano incidenti rilevanti, come purtroppo dimostrano i tanti e recenti avvenimenti che hanno riguardato le piattaforme in giro per il mondo. Così pure è superfluo ricordare le conseguenze negative di una fuoriuscita di idrocarburi su altri settori dell’economia calabrese, tra cui il turismo e la pesca. Infatti, i bassi fondali in quel tratto di mare aggraverebbero eventuali danni ambientali, poichè metterebbero a repentaglio la sopravvivenza delle forme di vita marine.

 

Ma non solo. Infatti, buona parte delle coste ioniche calabresi oggetto delle trivellazioni in mare si trova al centro di rotte migratorie di uccelli (Important Bird Areas), e in prossimità di Siti di Interesse Comunitario, siti regolamentati dalla Direttive Europea 92/43/CEE a tutela degli habitat naturali e seminaturali, e della flora e della fauna selvatiche.  I più famosi dei quali sono la Foce del Fiume Neto (IT9320095), le Dune di Marinella (IT9320100), i fondali da Crotone a Le Castella (IT9320097), Capo Colonna (IT9320101 ) e Capo Rizzuto (IT9320103). Tutti lungo lo stesso tratto di costa.

E’ inaccettabile che la politica energetica e la politica ambientale del nostro Paese siano ancora viste come capitoli di due libri differenti, ed è inconcepibile che l’Unione Europea, che pure introduce norme stringenti in materia ambientale, poi non dica nulla al riguardo.

ionio3

Il patrimonio naturalistico, storico e paesaggistico dell’Italia è un bene da preservare. E’ il vero petrolio dell’Italia e della Calabria. La vera fonte energetica del futuro, più importante ancora delle energie rinnovabili, è imparare a come non usare fonti energetiche. A questo riguardo, siamo però ancora all’età della pietra.

 

https://heynow99.wordpress.com/2016/03/31/no-alle-trivelle-nel-mare-ionio/