Nuovi (e vecchi) appetiti sul porto di Catanzaro Lido, quel file audio che imbarazza la politica. Il dopo Gratteri è già iniziato

A Catanzaro, la città della massomafia, c’è un posto dove si incontrano i bisogni dei padrini locali, una specie di pozzo di San Patrizio ed al tempo stesso un buco nero cosmico, dove tutto diventa grigio e dove la legalità sparisce dal radar.

La loggia della massomafia cittadina è il Comune di Catanzaro, dove tutti gli appetiti si soddisfano e da dove parte il sacco della città, si ritrovano nell’assessorato al Patrimonio, dove è ben strutturato il porto delle nebbie. Tutti hanno un affare da concludere, una cerchia di faccendieri da soddisfare ed un territorio da conquistare, dove fra colate di cemento ed opere pubbliche importanti si consolida il patto criminale, quello che è emerso con grande rumore dalle indagini della procura di Gratteri e che si sintetizzano in Farmabusiness o Basso profilo, senza dimenticare l’operazione Corvo che non molto tempo fa ha visto la Banda Bassotti di Parente, Pisano e Gironda arrivare al traguardo del rinvio a giudizio per peculato e corruzione.

Se qualcuno parla crolla tutto il tempio, è questa la verità ed è anche per questo che la spartizione è in atto e che si devono soddisfare tutte le richieste. La zona di sviluppo del cemento, anzi l’unica disponibile ormai è quella del quartiere Lido, dove ormai la cementificazione si spande lungo la direttrice della Statale 106, ma dove il boccone più ghiotto è proprio il porto sul quale ci sono le mani degli amici degli amici, quelli che fanno riferimento al consigliere regionale della Lega, Filippo Mancuso.

La cupola del sistema Catanzaro, quella di Tallini ed Abramo oggi travestiti da Nicola Fiorita, cammina sulle gambe dei colletti bianchi, come ha certificato la Dda di Gratteri e Filippo Mancuso è la rappresentazione pratica del metodo. Abbiamo già parlato dell’intricata vicenda  delle gare d’appalto per la concessione dei pontili all’interno del porto di Catanzaro Lido, fatta di applicazioni discrezionali sia del codice degli appalti sia dell’uso delle concessioni demaniali, sia stato manipolato a convenienza degli amici e clienti del commercialista e consigliere regionale Filippo Mancuso. Letti gli atti in nostro possesso emergono chiare ed inequivocabili notizie di reato gravi. Abuso e omissione d’atti d’ufficio, corruzione, false dichiarazioni, falso ideologico e turbativa d’asta sono in ipotesi alcuni dei reati che condiscono la truffa della gara dei pontili del porto di Catanzaro Lido http://www.iacchite.blog/catanzaro-i-pirati-della-massomafia-di-filippo-mancuso-allassalto-del-porto/

Nella narrazione abbiamo incontrato come parte attiva anche il segretario della struttura del consigliere regionale Filippo Mancuso, tale Rosario Marziale al quale secondo un accordo, denunciato anche in Procura, dovrebbe essere destinato il futuro impianto di distribuzione dei carburanti proprio nel porto di Catanzaro Lido. Come abbiamo già raccontato, altri sono gli attori della spartizione, i pirati della massomafia all’assalto del porto, quelli che fanno riferimento la clan del sistema Catanzaro, direttamente al consigliere regionale Filippo Mancuso, protetto perché socio in affari del sindaco Abramo.

Siamo sempre nel gioco delle cosche che comandano nella città di Catanzaro e che si spartiscono il cadavere. Se la gara per l’affido dei pontili nel porto di Catanzaro Lido ha già aperto uno squarcio sul malaffare, oggi possiamo dire che abbiamo ulteriori notizie, che ci confermano che la torta è gustosa e che i commensali sono sempre gli stessi, quella linea trasversale di governo e di massomafia che gestisce il comune capoluogo di regione.

Abbiamo ascoltato un file audio, che è la novità e che restituisce la certezza che sul porto di Catanzaro Lido tanti sono gli interessi e che la politica c’è dentro fino al collo. Andiamo con ordine.

Vi offriamo uno stralcio della conversazione: «le sette persone che sono state tirate a forza[…] abbiamo lavorato sabato notte,  domenica mattina[…] io personalmente questa mattina – il giorno è il lunedì 26 aprile 2021 – ho sentito Sergio Abramo, abbiamo incontrato Laganà sul porto, l’assessore Longo e Cavallaro, abbiamo assunto informazioni molto delicate su quanto potrebbe succedere nei prossimi giorni […] ci stiamo per incontrare nuovamente […] per discutere di una serie di strategie e di situazioni e di cose da fare con estrema urgenza, ma con estrema urgenza e ne vedrete durante la settimana quello che potrebbe succedere di grave, stiamo stilando uno statuto, stiamo stilando un atto costitutivo […]».

Ma chi è che parla? Perché si parla di informazioni delicate che riguardano il porto di Catanzaro Lido? Chi è il regista che stabilisce le strategie? Con chi sono condivise queste strategie? Quali sono le notizie riservate che determinano situazioni di estrema urgenza? Sembra di essere in una spy story, quando in verità si tratta di una meschina spartizione fra i soliti soggetti quelli del sistema Catanzaro.

Noi un pezzetto l’abbiamo scoperto e molto di più vorremmo chiedere e capire. Di certo il nuovo soggetto attivo dell’affare del porto di Catanzaro Lido è tale Antonio Guzzi, quello che parla nel file audio, che parla di segreti, di situazioni a rischio, ma che soprattutto fa capire di avere avuto il placet della cupola del sistema Catanzaro, grazie a Franco Longo, che è stato assessore ai Lavori Pubblici del Comune ed è uomo vicinissimo al consigliere regionale Filippo Mancuso e Domenico Cavallaro, già assessore all’Igiene del Comune e vicino al boss delle cliniche truffa Claudio Parente. Ci siamo domandati: perché il Guzzi parla di statuto e di atto costitutivo di un nuovo soggetto, che dovrebbe fare cosa sul porto di Catanzaro Lido? La domanda la lasciamo all’attenzione non più di Gratteri e dei suoi investigatori ma di coloro che gli succederanno…