Occhiuto abusivo: un bagno hollywoodiano e una sala ricreativa nella casa di via Giulia

L’architetto abusivo

Questa fra tutte è la più divertente. Come ricorderete, all’architetto Occhiuto vengono pignorati un’infinità di beni, indennità, TFR, appartamenti, capannoni, per debiti non pagati (lo so, non si dovrebbe mai gioire per le difficoltà altrui, ma quando vedo che dopo aver ottenuto 4 milioni di mutuo non paga neanche la prima rata – beh, ad un povero cristo a cui le banche non vogliono concedere un fido di 1,000€ per comprare i libri di scuola al figlio le palle gli girano, o no?).

Comunque, seguendo il filo che parte dalle richieste di pignoramento arriviamo alle aste giudiziarie in cui vengono messe in vendita le abitazioni dell’architetto.

La prima asta dell’ottobre 2015 va deserta. Il curatore propone perciò un ribasso significativo in previsione della terza asta, quella conclusiva.

Tutto ciò è la normale procedura, non ci sarebbe niente di strano se non fosse per la motivazione con cui il ribasso viene proposto.

Il curatore Giuseppe Conforti infatti, nella sua comunicazione del 30-10-2015 al Giudice dott.ssa Goggiamani, descrivendo il secondo corpo dell’appartamento sito in via Giulia, riporta che “… tale corpo, dal punto di vista urbanistico assentito come locale destinato a soffitta ed impianti tecnici, in realtà ha diversa destinazione d’uso. Esso risulta infatti, destinato a civile abitazione ed è costituito da un open-space, adibito a sala ricreativa, al centro del quale è collocato un bagno di forma ellittica e da tre locali tecnici, il tutto per una superficie complessiva pari a 145 mq. Il cambio di destinazione d’uso, tuttavia, non è consentito poiché le altezze sono inferiori alla soglia consentita per la residenza”.

La stessa considerazione viene fatta dal dott. Conforti per il capannone industriale di Rende: “… da indagini svolte, sono risultate diverse difformità catastali … Per ciò che riguarda la tettoia e il silos, essi risultano abusivi e non sanabili dal punto di vista urbanistico, perché la distanza dal confine di proprietà è inferiore alla distanza minima DC, pari a 5 m. Infine le cabine elettriche risultano cadere al di fuori della corte di pertinenza del fabbricato, in una particella adiacente a quella del bene pignorato”.

Capite? Abbiamo avuto un sindaco architetto che non ha pagato allegramente le tasse (perché tanto se lo può permettere dall’alto della sua infinita arroganza) e che ha commesso impunemente abusi edilizi, costruendo nella sua bella casa una sala ricreativa e un bagno hollywoodiano in spregio a tutte le norme edilizie, mentre gli abitanti delle case popolari vedono le loro abitazioni crollare senza che il Comune muova un dito per aiutarli!