Omicidio a Santa Cristina. Il movente è uno screzio per i terreni di famiglia?

Indagini a tutto campo sull’omicidio Romeo. Possibile anche qualche richiesta non soddisfatta

di Antonino Raso

Fonte: Gazzetta del Sud

S. CRISTINA D’ASPROMONTE- Sull’omicidio della dottoressa Francesca Romeo si indaga senza sosta alla ricerca di una svolta che possa gettare luce sul caso. Gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria sono al lavoro su più fronti, coordinati dal procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, dall’aggiunto Santo Melidona e dal pm Elio Romano.
Gli inquirenti al momento non escludono nessuna pista. Forse qualche richiesta particolare fatta alla professionista della guardia medica di Santa Cristina d’Aspromonte nei giorni precedenti al delitto? Oppure qualche contrasto legato ad alcuni terreni di proprietà sul territorio di Seminara? Anche quest’ultimo interrogativo resta legato a un elenco di ipotesi molto ampio.

Le nebbie sulla triste vicenda della dottoressa uccisa brutalmente sabato scorso restano dense, evidentemente. Due colpi di fucile per lasciare un segno di sangue, l’ennesimo, in un territorio colpito al cuore troppe volte. Due tipi di cartucce usate: una a pallini e una a palla asciutta. Strumenti di morte che stridono con la storia di Francesca Romeo, donna e professionista stimata, per nulla assimilabile ad ambienti criminali.
Un mistero complesso, dunque. Ma mentre vanno avanti le indagini, nel frattempo cresce l’indignazione dell’opinione pubblica calabrese per un caso di cronaca nera capace di ricollegare il filo di alcuni omicidi “simili” per metodologia accaduti nel recente passato in provincia di Reggio. Un’azione di ricordo e confronto, che nulla aggiunge agli approfondimenti investigativi, ma che marca la distanza tra la comunità regionale sana e chi ancora pretende di spalancare l’abisso della prevaricazione e del dolore per imporre una legge arcaica e criminale.

Era il 2005 quando il dottor Fortunato La Rosa veniva ucciso a colpi d’arma da fuoco sulla strada provinciale poco fuori il centro montano di Canolo. I killer, appostati in prossimità di una curva, fecero fuoco colpendo l’oculista al volto. L’occupazione abusiva delle terre per il pascolo delle “vacche sacre” all’origine dell’omicidio. Il 9 dicembre 2020 i coniugi Giuseppe Cotroneo, di 58 anni, e Francesca Musolino di 51, vennero uccisi a colpi di fucili nelle campagne di Calanna mentre erano intenti a raccogliere le olive. Il movente rintracciato dagli investigatori nei giorni successivi parlava di dissidi sulla proprietà di un terreno. Per questo duplice omicidio è stato condannato all’ergastolo un cugino della coppia.
Storie che tornano dal passato come bagaglio per comprendere l’attualità. In attesa che una svolta nelle indagini dica perché è stata uccisa la dottoressa Francesca Romeo.