Omicidio Bergamini. Il testimone Forte ha paura perché ha visto in faccia gli assassini di Denis

Nella 29^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini non c’è stato solo il tragicomico “show” del camionista di Rosarno che ha spudoratamente continuato a mentire come fa da ormai 33 anni e che per questo sarà giustamente incriminato per falsa testimonianza e calunnia. Ha testimoniato anche Francesco Forte, un camionista di Sibari, che quella sera si trovava proprio dietro a quel maledetto camion di Pisano.

Forte entra in scena sul finire del 2013, quando il caso Bergamini è stato riaperto da poco e quando decide di telefonare a Donata Bergamini, sollecitato anche dall’insistenza di un avvocato suo parente, Daniela Biondi. In un primo tempo, Forte dice tutto quello che sa a Donata ma quando capisce che dovrà sottoporsi a interrogatori, spesso anche estenuanti e che s’è messo contro un gruppo di spietati assassini coperti da poliziotti, carabinieri e magistrati corrotti inizia ad avere paura.

Ma ecco cosa dice Forte a Donata nella ormai celeberrima telefonata, che viene mandata in onda da “Chi l’ha visto?” purtroppo solo 4-5 anni dopo, quando la famiglia Bergamini cambia legale e cambia, di conseguenza, anche la strategia mediatica.

“Sono sceso dal camion perché eravamo tutti fermi. Ho camminato per un po’ per arrivare al camion che mi precedeva per capire cosa fosse accaduto, dopo un po’ ho inciampato in qualcosa che ho scoperto essere le gambe di Bergamini. Pisano era ancora sul camion e sotto shock ripeteva, non l’ho visto, non l’ho visto, non l’ho colpito, era già a terra”. Altro particolare importante raccontato e confermato in aula da Forte, il fatto che dal lato opposto della strada (direzione Sud) c’era una donna (Isabella Internò) che urlava, ma non era da sola, bensì in compagnia di due uomini che la caricarono di forza su un’auto scura, forse nera, e ripartì verso Cosenza.

Francesco Forte, dunque, diciamocelo con tutta franchezza, ha visto in faccia gli assassini di Denis Bergamini, facce che ormai conosciamo anche noi e tutti i cosentini. E ha ben capito che questi pezzi di merda sono “protetti” dallo stato deviato che ha voluto l’omicidio di Denis Bergamini e dunque ha paura, inutile girarci intorno. Una paura che rende “visibile” nelle intercettazioni, negli interrogatori e in tutto quello che fa da quando è coinvolto in questa vicenda. La sua testimonianza di ieri è stata molto sofferta ma estremamente dignitosa perché Francesco Forte ha dato un grande contributo nella strada che porta alla Giustizia e questo fa rosicare da matti gli assassini e i loro sempre meno credibili protettori “prezzolati”. 

Forte sconfessa clamorosamente la versione del camionista Pisano, che afferma di aver visto Bergamini ma di non aver potuto evitarlo ma che invece, quando deve rispondere a Forte che gli chiede cosa è successo, dice non solo di non averlo visto ma che era già per terra, evidentemente già morto. Una menzogna che è sicuramente giustificata dall’intervento degli assassini, che sono quei due uomini che stanno con Isabella Internò a pochi passi dal cadavere di Denis.

Sì, Forte ha paura. Esattamente come ce l’avrebbe chiunque si fosse trovato al suo posto, perché capisce che dietro quell’omicidio ci sono uomini deviati dello stato, non serve uno scienziato per capirlo. Non dice da cosa sono determinate le sue paure ma ognuno di coloro che l’ha ascoltato ieri in udienza sa bene perché Forte ancora oggi ha paura.

“La paura del teste e la sua ritrosia – afferma l’avvocato Fabio Anselmo dopo l’udienza – è documentata da intercettazioni e registrazioni ma è stata anche comunicata e confessata direttamente all’allora procuratore capo di Castrovillari Facciolla… Il teste confessa in alcune telefonate di volere una scorta, dice di essere stato vago perché aveva paura, va persino ad accertare se ci sono danni sulla motrice del camion… E’ un teste che non crede alla tesi dell’incidente, anche se non ha il “coraggio” di ammetterlo, ed è per questo che ha paura… Dice a Facciolla che vuole andare via da Cosenza ed è chiarissimo che non ha mai creduto all’incidente. Ha una paura tale da parlare di scorta e di andar via da Cosenza e oltre al fatto che non ha mai creduto all’incidente è conseguenziale il fatto che ha capito subito che si trattava di un omicidio. La scena dei due uomini che fanno salire a forza Isabella sulla macchina nera e vanno via è una scena terribile perché tutto questo avviene mentre il cadavere di Denis in quelle condizioni è ancora là, a due passi, davanti al camion… “.