Omicidio Bergamini, lo psicodramma di Luciano Conte prima (e dopo) della deposizione della moglie

Luciano Conte, il marito poliziotto di Isabella Internò

Il terzo indagato per l’omicidio volontario di Denis Bergamini era il marito di Isabella Internò, tale Luciano Conte, di professione poliziotto. La sua posizione, per quanto se ne sa, è stata archiviata. La procura di Castrovillari aveva sequestrato il suo telefono cellulare e quello della moglie nonché il computer di famiglia per una serie di analisi sui flussi telefonici e su quelli informatici, per le quali il procuratore Facciolla aveva poi chiesto una proroga delle indagini fino alla fine del 2018. Esistono comunque già diverse intercettazioni, sia ambientali che telefoniche, di marito e moglie che “discutono” dell’omicidio di Bergamini ma non è bastato. Ma la cosa più grave, che nessuna archiviazione potrà mai cancellare, è che il signor Conte, essendo un poliziotto, dovrebbe essere un servitore dello stato… Ccuri cazzi, diciamo a Cosenza. E meno male che – almeno – qualcuno si è degnato di trasferire questo soggetto da Paola (dove ha fatto il bello e il cattivo tempo per decenni) alla Polaria di Lamezia dove però non ha certo rinunciato ad aprire quella “bocca larga” che si ritrova per esaltare le sue “prodezze”, per come abbiamo rivelato a proposito dei suoi rapporti con l’allora capo della squadra mobile di Palermo e agente dei servizi segreti Arnaldo La Barbera (http://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-il-depistaggio-di-stato-parte-dalla-squadra-mobile-di-palermo/). Adesso finalmente sembra arrivato il momento nel quale vedremo la sua faccia almeno sul banco dei testimoni del processo e sentiremo anche quello che esce dalla sua “bocca larga”. Il tutto è previsto per oggi mercoledì 27 marzo salvo… certificati medici e coda di paglia. 

Durante il colloquio tra marito e moglie, prima della deposizione del 29 novembre 2011, si osserva il comportamento di Luciano CONTE impegnato ad istruire Isabella INTERNÒ su ciò che deve e non deve dire, non solo per quanto riguarda il loro rapporto ma anche in merito alla relazione con Donato BERGAMINI.

Luciano CONTE raccomanda alla moglie di non dire nulla su di lui e di stare sul vago: “di me, non dire niente. Nel senso…<suo marito?>, <<sì, è poliziotto>>, <che lavoro fa?> <<è poliziotto>>, <dove lavora?>, <A Paola>. Sempre sul generico. “e all’epoca?”, “all’epoca ci sentivamo ma non… ma era a Palermo”. La verità! La verità! La verità! Possono dire quello che cazzo vogliono, tu bella sicura… e insisti su quelle cose, non dire… che poi i verbali li leggo io eh”.

Appare quantomai bizzarro che Luciano Conte raccomandi alla moglie di dire la verità e poi si spenda in raccomandazioni su quello che deve e non deve dire e su come lo deve dire. In realtà la condotta posta in essere da Conte, come meglio emergerà anche dopo, è rivolta a fuorviare la ricostruzione dei fatti, preparando la moglie in ordine al contenuto delle sue dichiarazioni e quindi alle circostanze che può dire e quelle che invece è meglio tacere, rispondendo sempre e comunque in modo generico e vago. Dopo l’escussione, l’atteggiamento di Conte diventa inquieto, per via delle risposte date dalla moglie in sede di escussione soprattutto per ciò che attiene al loro rapporto.

Luciano CONTE riferendosi a un verbale dice: “…come ha detto…come ha detto nel verbale…ha detto che l’amico di famiglia, Luciano Conte invece…”, e la moglie “ma lui mi ha chiesto…lei mi ha chiesto solo di fidanzati, eh!…”. Il CONTE allora obietta: “lui ti ha chiesto…<tra me e…cioè mi sentivo…mi ci…non era altro…un amico…l’ho…io l’ho dichiarato…un amico di famiglia…>. Ma tu se all’altro…loro lo vedono scritto che tu mi con…mi frequen…che mi sentivi…”.

Dice Isabella INTERNÒ: “…siccome tu mi hai detto a me in quel modo…loro mi hanno chiesto…”. E Luciano CONTE: “…ma ti ho detto in quel…in quel modo…ma se tu l’hai detto già precedentemente (si altera e alza la voce) e te lo faccio leggere!…”. Risponde la moglie: “…sì, ma era…era diversa però la domanda…non era quella hai capito?”. Il CONTE spazientito risponde: “va bene…va bene…va…<<era diversa la domanda…>>. Ma tu se all’altro…loro lo vedono scritto che tu mi con…mi frequen…che mi sentivi…”.

Dopo altri scambi di battute non significative, Isabella INTERNÒ dice al marito che gli inquirenti le hanno chiesto se era fidanzata e lui le dice che avrebbe dovuto rispondere “io non sono fidanzata, mi sentivo con l’attuale mio marito!”. Risponde la INTERNÒ dicendo che non le hanno chiesto se si sentiva con qualcuno: “…non mi ha detto <>, ha detto…<>, <<no!>>, eh!”.

A questo punto Luciano CONTE le chiede “ma scusa…ma lo hai capito perché te lo hanno chiesto! No?” e Isabella INTERNÒ “ho capito, però…”. Allora il CONTE arrabbiandosi e alzando la voce dice “te l’ha chiesto perché lo sanno!”. La moglie conferma “lo sanno”, replica CONTE con tono di voce alto “se no non te lo avrebbero chiesto!”.

Isabella INTERNÒ continua a giustificarsi per le risposte da lei date in sede di escussione dicendo che non le hanno chiesto se si sentiva con qualcuno, e poi aggiunge “sì ma guarda che tu mi hai detto… non mi mettere…non fare capire…”. Quindi il marito alterandosi “ho capito! Hai negato…hai negato…lo hai detto precedentemente…te l’ho fatto leggere cinquanta volte il verbale!”. E Isabella INTERNÒ rispondendo con tono sottomesso “perché al verbale c’era scritto <si sent…si sentivano telefonicamente>> e lei invece mi ha fatto un’altra domanda…”. Luciano CONTE è preoccupato perché la moglie non ha risposto come lui gli aveva indicato, ovvero che all’epoca della morte del calciatore loro due si sentivano. La moglie si giustifica dicendo che non gli è stata rivolta la domanda se si sentiva con qualcuno, com’era scritto sul verbale, bensì se nei mesi che non stava più con BERGAMINI aveva avuto una relazione o stava con qualcuno. Sia il CONTE che la INTERNÒ fanno riferimento a dei “verbali”; è logico supporre che si tratti dei verbali delle dichiarazioni rese da Isabella INTERNÒ nel 1989 e nel 1990. Per CONTE è importante che la moglie dia una versione dei fatti il più possibile vicina a quella data trent’anni fa, e per questo motivo le ha fatto leggere il “verbale” tantissime volte “…te l’ho fatto leggere cinquanta volte il verbale!”.

Luciano CONTE, sulla base delle parole da lui dette durante la conversazione, avrebbe preferito che la moglie, in merito alla natura del loro rapporto, avesse riferito “ci sentivamo…non avevamo intrapreso una relazione, ci sentivamo, c’era uno scambio telefonico…”.

Nel momento in cui Isabella INTERNÒ gli dice di aver negato quando le avevano fatto la domanda se frequentava qualcuno o se era fidanzata, il marito risponde: “…ti faccio vedere che sopra a questo coso mi chiamano a me o ti richiamano per chiarimenti. <<Ma perché dice questo se a noi risulta che c’era suo marito?…e questo lo sai che significa?…significa
che loro pensano no…in realtà cosa non vera, siccome tu hai detto questo, come se volessi coprire me…hai capito…cosa che non è vera!”.
Per calmare il marito, Isabella INTERNÒ, dopo qualche altra battuta dice “…tutto okay, quello che ho detto allora ho detto oggi, tutto okay. Mo vediamo…questo ci dico…”.

Il timore di Luciano CONTE è che avendo la moglie dato una risposta – lei nel 1989 non frequentava nessuno e non era fidanzata con nessuno – differente da quella fornita quando venne sentita nel 1989 dal PM Dott. Abbate, allorché parlò di un “… amico di famiglia a nome Conte Luciano che è un poliziotto della Digos e presta servizio a Palermo. Con il Conte intercorrono rapporti telefonici…”, ciò lo possa trascinare nella vicenda, in quanto potrebbe ingenerare negli inquirenti il sospetto che la moglie lo stia coprendo.

Quando Isabella INTERNÒ dice al marito che gli inquirenti non le avevano chiesto se si sentiva con qualcuno, bensì le avevano fatto una domanda diversa ossia se nei mesi in cui non stava più con BERGAMINI era fidanzata con qualcuno, Luciano CONTE alterandosi le dice “ma scusa…ma lo hai capito perché te lo hanno chiesto! No?…te l’ha chiesto perché lo sanno! se no non te lo avrebbero chiesto!” e Isabella INTERNÒ, di rimando “lo sanno ho capito, però…”.

Le parole di Luciano CONTE, unitamente alla dichiarazione resa da T.D.C., lasciano spazio ad una sola possibile conclusione, ovvero che al momento della morte di Donato BERGAMINI i due erano già fidanzati o, quanto meno, si frequentavano e Luciano CONTE era per Isabella INTERNÒ molto di più di un amico di famiglia che sentiva solo telefonicamente, così come hanno cercato di far credere.

Una particolare riflessione, a questo punto, si impone se teniamo conto di quanto dichiarato da Sergio GALEAZZI allorquando ha riferito che BERGAMINI, nel raccontargli di aver lasciato Isabella INTERNÒ fece allusione ad “un altro” che stava dietro alla donna: “…Denis quando ha lasciato Isabella mi disse anche…<Denis quando ha lasciato Isabella mi disse anche…<<meno male che c’è qualcun altro che gli sta…gli sta dietro…> …” .

Si può legittimamente ipotizzare che questo “altro” che stava dietro ad Isabella INTERNÒ nel momento in cui Donato BERGAMINI aveva deciso di non volerla più frequentare fosse Luciano CONTE, tenuto conto altresì della vicinanza cronologica degli eventi:

– Primavera del 1989 BERGAMINI lascia Isabella INTERNÒ;

Qualche mese prima della morte del calciatore, Isabella INTERNÒ racconta all’amica Carmela DODARO di una nuova comitiva di amici che frequenta, fra i quali c’è anche un poliziotto che lavorava a Palermo. Il fatto che Isabella INTERNÒ in una cerchia indistinta di
amici, si soffermi specificatamente su uno di essi, è quanto meno sintomatico di una maggiore affinità e vicinanza ad esso, rispetto agli altri amici;
– Il primo o il due di dicembre del 1989 Isabella INTERNÒ e Luciano CONTE vengono visti in atteggiamenti amorevoli mentre passeggiano su Corso Roma a Paola.

Bisogna a questo punto fare una precisazione: è inequivocabile che durante la conversazione ambientale captata il 29 novembre 2011, Luciano CONTE faccia riferimento alle dichiarazioni rese dalla moglie nel 1989/1990 e parla quindi di aver letto i verbali dell’epoca. Ora bisogna ricordare che nel 2009 i coniugi CONTE/INTERNÒ hanno depositato
presso la Procura di Cosenza querela nei confronti di diverse persone tra cui il giornalista Gabriele CARCHIDI per degli articoli firmati da questi sul settimanale “Cosenza Sport”, riguardanti la morte di Donato BERGAMINI e ritenuti dalla coppia diffamanti…

L’avvocato di Isabella INTERNÒ e di Luciano CONTE, Massimo FIORITA, il 15 gennaio 2010 chiese – ottenendola – l’autorizzazione ad estrarre copia dell’intero fascicolo processuale nr.161/89 a carico di Raffaele PISANO. Si può quindi tranquillamente ritenere che Luciano CONTE e Isabella INTERNÒ siano venuti in possesso dei verbali, dei quali parlano durante la conversazione captata, per averli estrapolati dal fascicolo a carico di Raffaele PISANO, a seguito della richiesta del loro avvocato Massimo FIORITA