Piazza Fera, le verità degli operai e le falsità dei lecchini di Occhiuto

Purtroppo a Cosenza i lecchini di regime che gestiscono siti on line pagati dai cittadini per fare propaganda al sindaco, seguiti da personaggi astiosi che si credono attori consumati e navigati, continuano la loro opera di disinformazione.

Personaggi squallidi e confidenti della questura che si spacciano per giornalisti che non hanno mai lavorato in vita loro se non con i soldi elargiti dalle casse comunali, altrimenti da tempo sarebbero già morti di fame.

A fargli eco il solo codazzo che spera nella confusione per uscire dalle secche in cui si è cacciato. Oggi i soliti saltimbanchi dell’informazione di regime, spinti dall’innato lecchinismo e anche dalla paura, pubblicano una foto in cui si sostiene che i lavori a piazza Fera/Bilotti non si sono mai fermati, sperando così di smentire il comunicato diramato nei giorni scorsi dalla CGIL e dalla CISL che annunciava le dimissioni di 4 operai appartenenti al gruppo Barbieri che da tempo reclamano il pagamento di 4 mensilità arretrate.

Bene, i lecchini di Occhiuto, spinti da qualcuno, dimenticano di spiegare ai lettori la verità dei fatti e di questa foto. Anche noi ieri siamo stati contattati dal signor Rubino, titolare della ditta che sta eseguendo i lavori pubblicati nella foto, al quale noi non abbiamo mai negato, ogni qualvolta abbiamo parlato di lui, la giusta replica.

Nonostante l’articolo in questione che annuncia la sospensione dei lavori a piazza Fera/Bilotti, non fosse nostro, ma bensì un comunicato ufficiale delle sigle sindacali che da tempo seguono questa vertenza, abbiamo lo stesso inteso ascoltare le sue ragioni.

E così ci siamo recati sul cantiere per constatare lo stato dei lavori. E abbiamo trovato, come si vede dalla foto, un gruppo di operai intenti a montare i marciapiedi laterali alla piazza. Il signor Rubino ci tiene a farci vedere che i lavori non si sono mai fermati e continuano. E di questo prendiamo atto.

Quello che però i lecchini e i pavidi non specificano è che tali lavori sono relativi alle cosiddette opere aggiuntive. Lo so che è complicato capire per chi deve leccare per campare, la differenza tra l’opera principale, cioè la piazza, il “museo”,  e il parcheggio, e le opere collaterali.

Il capitolato di questo travagliato appalto parla chiaro: l’opera principale non può essere subappaltata, mentre la creazione dei marciapiedi sì. E questi lavori si riferiscono proprio al subappalto. Infatti gli operai che vedete in foto non sono operai della Barbieri costruzioni, ma bensì operai della ditta del signor Rubino che si chiama RAD (non ricordo bene se l’acronimo è questo, ma siamo lì).

In sostanza questi operai non possono assolutamente entrare dentro il vero cantiere di piazza Fera/Bilotti, cioè l’opera principale,  perché gli unici autorizzati sono gli operai della Barbieri, che come si sa si sono tutti sospesi. Questa è la verità.

I lavori della piazza allo stato restano fermi per mancanza di soldi come dice anche il gruppo Barbieri che da tempo sollecita il pagamento del Sal (Stato di avanzamento lavori). E fin quando non si risolverà questo problema del saldo della fatture, difficilmente i lavori riprenderanno nel cantiere principale.

Anche perché a noi non risulta che la Barbieri costruzioni abbia un organico “nutrito” di operai, per cui dovrà chiamare altri operai quando ne avrà la possibilità.

E’ chiaro che la confusione è creata ad arte per far credere alla gente che tutto continua normalmente, ma non è così. Purtroppo l’ignoranza è una brutta bestia, contro la quale non esiste nessuna medicina, e c’è chi, come qualche attore navigato, abbocca a tutto questo perché preso da odio e rancore personale verso questa testata senza porsi la benché minima domanda e senza conoscere la più semplice distinzione tra opera principale e opera aggiuntiva. Ma tanto è. Ma non è solo l’ignoranza a far parlare questi personaggi, ma anche la pavidità.

Hanno paura che dicendo la verità qualcuno possa recarsi sotto le loro case e metterli in riga, e quindi è meglio stare dalla parte dei forti piuttosto che dalla parte della verità. Quella che sui palcoscenici sbandierano, ma che nella realtà sono incapaci di praticare.

GdD