Ricordate l’azienda Farmaeko colpevole di aver truffato centinaia di ragazzi tra Calabria, Puglia, Lazio ed Emilia Romagna?
La vicenda è rimasta sospesa per molto tempo. Probabilmente tra minacce e raggiri vari hanno sperato che si andasse tutti “ara dimenticanza”. Non è così, aspettavamo soltanto l’ennesimo colpo di scena; si sa che questa gente, dove non paga, cerca di farla ancora più grossa di quella precedente e così è stato.
Ma andiamo per ordine. Facciamo un ripasso veloce dell’ultima puntata della prima serie. Per farvela breve: molte persone, avvertendo ormai puzza di truffa non recependo lo stipendio da mesi, avevano preferito licenziarsi. Altre, confidando ancora nelle promesse di crescita dell’azienda e nel fatto che avendo pazienza tutto si sarebbe risolto in meglio, sono rimaste a lavorare a gratis (praticamente a fare una sorta di volontariato). I primi avevano denunciato il fatto a noi giornalisti (http://www.iacchite.blog/lettere-iacchite-la-grande-truffa-farmaeko-finiti-nostri-soldi/) che puntualmente vi avevamo informato in merito, ricevendo poi altre denunce da parte di decine di ragazzi nella stessa situazione (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-vi-spiego-il-sistema-farmaeko/)
Per quanto riguarda, invece, chi aveva scelto di continuare ad avere fede nei presunti benefattoti Farmaeko, l’azienda aveva pronta per loro una nuova truffa: “Lavorate fino al 31 di Maggio 2017 così chiudiamo completamente l’attività per fallimento e voi potrete recuperare tramite il fondo di garanzia dell’INPS, almeno le tre ultime mensilità non corrisposte e il TFR”.
E fin qui tutto quasi regolare, peccato che i contributi non siano mai stati versati completamente per nessuno dei dipendenti. A quale fondo di garanzia volevano attingere?
E siccome “verba volant, scripta manent” per rendere più credibile l’ ennesima presa per i fondelli, hanno inoltrato SU UN GRUPPO WHATSAPP un’istanza di fallimento del Tribunale di Catanzaro mai protocollata quindi non valida. Morale della favola: l’azienda non risulta in fallimento ma in liquidazione; nonostante i debiti nei confronti dei dipendenti e delle aziende fornitrici siano elevatissimi. A proposito delle aziende fornitrici, avranno ricevuto almeno indietro la merce invenduta e non pagata? Certo che no! Allora, che fine hanno fatto tutti i prodotti rubati dalla Farmaeko?
In tutta questa vicenda, dunque, ci sono dei truffatori. Per fortuna, in Calabria le tradizioni e i legami si rispettano. E così può capitare di trovare un figlio come candidato supplente di suo padre. Succedeva in Forza Italia, con Giuseppe Tallini che faceva “da riserva” a Domenico, Mimmo per gli amici, candidato al collegio della Camera di Catanzaro (poi trombato). Utilizziamo le virgolette perché Tallini senior, già consigliere regionale in carica, era candidato all’uninominale Camera, mentre Tallini junior era supplente al proporzionale. Poi, come tutti sapete, Tallini è stato rieletto consigliere regionale e addirittura adesso è presidente del Consiglio regionale!
Chi ci segue sa che il figlio di Tallini è coinvolto in questa grande truffa di Farmaeko e non a caso abbiamo ricevuto una lettera nella quale uno dei ragazzi truffati gli canta la pampina, come diciamo a Cosenza. E la questione torna di grande attualità oggi che i Tallini (padre e figlio…) sono stati tra i più accaniti sostenitori del loro collega truffatore Mario Occhiuto per le Regionali. Della serie: Dio li fa e poi li accoppia… Salvo poi virare su Jole “la capra” Santelli quando Berlusconi ha dato il contrordine. E – come ripetiamo – prendersi pure la poltrona di presidente del Consiglio regionale. Cose da pazzi.
Grazie alle vostre denunce si è fermata tutta la truffa, ma Giuseppe Tallini, che aveva pure risposto alla vostra testata, alla fine se n’è uscito fregandosene di tutto.
Ovviamente non si parla del Tallini perché è stato noninato liquidatore il Sisca al suo posto per “proteggerlo”.
Uno che non ha imposto al figlio di sistemare le cose?