Ponte sullo Stretto. Un progetto ormai estraneo a tutti i livelli di Programmazione (di Alberto Ziparo)

Capitolo 10 Dossier “Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del Ponte”

Contrasti e incompatibilità con la Pianificazione Territoriale e Urbanistica
di Alberto Ziparo, docente di Pianificazione Urbanistica presso l’Università di Firenze

10.1 La restituzione del Quadro Pianificatorio
Il Quadro di riferimento Programmatico (QPR) del Progetto Definitivo (PD) aggiornato del Ponte consta (Negli elaborati VIA AM0069; VIA…AM0071) della compilazione degli strumenti di Pianificazione Territoriale ed Urbanistica, nonché Paesaggistica, che insistono sulle due sponde; ovvero sui territori investiti dalle opere connesse al Progetto. Nella documentazione esistono riferimenti alla ulteriore programmazione (economica, energetica, rifiuti, ecc.).

Anche nell’aggiornamento 2012 al SIA, il Progetto Principale, ovvero il Manufatto di Attraversamento Stabile non è oggetto di verifica, in quanto –a parere del proponente- “Da non sottoporre a nuova VIA, poiché, relativamente alle opere del Ponte” il PD non è variato rispetto al PP, “se non per modifiche non sostanziali”. Ciò che renderebbe “inutilmente sovrabbondante” il nuovo SIA del Progetto del onte: che invece si ritiene necessario (viste le “modifiche strutturali” rispetto al PP “Osservazioni” già inviati al Proponente nel novembre 2011).

10.2 Un Progetto ormai estraneo a tutti i livelli di Programmazione
Rispetto all’epoca di presentazione del Progetto Definitivo (Novembre 2011), il quadro programmaticoin esame, in cui il progetto dovrebbe inserirsi, già problematico, risulta ancora più critico rispetto al ponte.
Nel Novembre 2011 ci si trovava, infatti, di fronte ad un progetto sostanzialmente “incompatibile” ed in contrasto con le linee di sviluppo locale sostenibile scaturenti dagli strumenti di pianificazione territoriale, economica e paesaggistica, ma che trovava almeno riscontro nella programmazione nazionale ed europea.
Oggi invece ci troviamo di fronte ad un progetto ormai estraneo a qualsivoglia livello di programmazione.

Negli ultimi anni, infatti, come ricordato nelle Considerazioni introduttive il Ponte sullo Stretto è stato escluso dapprima dalle priorità del Core Network delle TEN-T (la attuale proposta di reinserimento consiste in una proposta di emendamento talmente schematica ed embrionale da risultare risibile).
L’annullamento del progetto e di tutti i contratti ha costituito una sorta di sanzione formalizzata di una situazione già in essere.

Le Linee Guida –Allegato Infrastrutture al DEF 2013-15 hanno addirittura escluso il Ponte dalle infrastrutture strategiche nazionali, da realizzare ex Legge Obiettivo, sancendone una sorta di definitiva cancellazione. L’attuale ripresa del progetto nel DEF 2024-26 avviene con l’enorme riserva di “Mancanza assoluta di copertura finanziaria”.
Vale ricordare che ,per gli impatti e i consumi di risorse prefigurati , il Progetto contrasta con i criteri del Green Deal UE, come con i SDG dell’UNEP, e non è stato inserito nel PNRR nazionale.
Si è dunque di fronte ad un progetto già estraneo alla pianificazione locale, che adesso risulta negato da pressoché tutti i livelli e le tipologie di strumentazione pianificatoria e programmatica.
Anche se non è compito della Commissione qualsivoglia valutazione politico- decisionale, non può non cogliersi il senso ed il significato del rifiuto generalizzato del progetto da parte di tutti i livelli di programmazione e pianificazione economico- territoriale, a livello locale, nazionale e comunitario.

10.3 Mancate assunzioni e omissioni rispetto alle strumentazioni di piano
La descrizione degli strumenti urbanistici e territoriali regionali e locali, contenuta nel Quadro di Riferimento, è sostanzialmente completa, ma contiene alcune decisive omissioni. Esse riguardano soprattutto la pianificazione Paesaggistica(v. sez. apposita), oltre che quella territoriale di Area Vasta.

Innanzitutto, per la Calabria, c’è da specificare che il progetto, anche aggiornato, non tiene conto dell’unico Strumento di pianificazione territoriale regionale realmente cogente, il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico- ovviamente perché lo stesso è stato approvato nel 2016- ma anche “Le Linee Guida” approvate nel novembre 2006 e quindi cogenti per il progetto del Ponte del 2011 vengono assunte solo quale declaratoria, ma poi interpretate spesso erroneamente, eludendone indirizzi e prescrizioni.

Il PD (Progetto Definitivo), pure licenziato nel luglio 2011, ancora, cita, ma non assume la versione finale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Reggio Calabria, approvato nel marzo 2011 – quindi antecedente all’ultima stesura del PD- ad oggi perfettamente vigente e cogente.

La mancanza non è di poco conto, anche per la Valenza Paesaggistica del Piano Stesso. Per quanto riguarda la stessa pianificazione paesaggistica, si cita correttamente la approvazione delle Linee Guida (Giugno 20129,ma poi in tutto il documento progettuale ci si riferisce al QTR/P, adottato nel gennaio 2010,poi ritirato in Giunta Regionale, già annullato quindi all’epoca della progettazione in questione. Il QTRP è stato poi appunto aggiornato e quindi approvato nel 2016.

Il progetto doveva tener conto quindi delle Linee Guida Regionali e del PTCP di Reggio Calabria cosa che il documento progettuale del Ponte dichiara di fare, ma senza tenere in alcun conto i dettami, vincoli e prescrizioni, relativi ai documenti di piano citati e cogenti all’atto della redazione del PD Ponte.

D’altra parte, per quanto riguarda il messinese, il PD contempla e compila la pianificazione paesaggistica vigente, sia le Linee Guida Regionali, che il Piano dell’Ambito 9 specificatamente mirato sul Messinese, con molte prescrizioni anche per le aree di progetto; tuttavia –pur citandole- il PD non tiene pressoché in alcun conto la relativa normativa di salvaguardia (di cui pure è citata l’Approvazione avvenuta in data 04/12/2009). Come si vedrà meglio nella sezione dedicata alla Componente paesaggistica del Quadro di riferimento ambientale, il mancato rispetto delle prescrizioni di pianificazione paesaggistica- e quindi della vincolistica di tutela – equivale a “mancata intesa con le Regioni”, ai sensi della normativa di cui alla stessa conferenza Stato- Regioni, di riferimento anche per la Legge Obiettivo 443/01.

Per quanto riguarda il Comune di Villa S. G. , anche recentissimamente quella amministrazione ha rilevato che il progetto bloccherebbe il processo di rigenerazione e riqualificazione urbana prefigurato dal nuovo Piano Strutturale in via di approvazione, costringendo una parte di città a “vivere sotto il ponte”.

10.4 “Un diverso universo” rispetto allo Stretto
Tutto ciò non è un caso: dal punto di vista della impostazione metodologica il Quadro Programmatico, allegato al PD, ma ingenerale tutto il progetto, soffre di una grande cesura: una decisiva discontinuità tra il quadro analitico, colto dalla documentazione, in genere allegata alla strumentazione di piano esaminata e talora da descrizioni dirette del campo, e gli scenari prospettici ruotanti attorno al Quadro Progettuale di cui al PD. Il Progetto del Ponte e lo scenario complessivo di trasformazioni connesse allo stesso per collegamenti, opere propedeutiche, compensazioni e mitigazioni significano “altro”, addirittura appartenente “ad un diverso universo”, rispetto ai caratteri di ambienti, città e territori, esistenti e colti negli apparati analitici della strumentazione.

In pratica, in sede di scenario propositivo,a fronte della struttura socio- ambientale dei contesti coinvolti –restituita dalle analisi dei piani e programmi e colte nelle restituzioni compilative del PD –si restituisce un assetto completamente nuovo, diverso ed estraneo alle strutture territoriali esistenti, ricaduta ed emanazione del Progetto del Ponte.
Lo scenario di nuovo assetto territoriale-paesaggistico prefigurato dal progetto ruota infatti attorno all’attraversamento stabile e consta del Progetto del Ponte, dei collegamenti e annessi, stradali e ferroviari, nonché delle opere connesse, comprese mitigazioni, compensazioni e propedeutici.

I disegni che ne scaturiscono per le città di Villa San Giovanni e Messina, principalmente, costituiscono trasformazioni radicali –fino allo stravolgimento- non soltanto degli assetti esistenti, ma anche delle stesse previsioni della pianificazione locale che non a caso esclude il progetto del ponte.

Anche quei brani di “Quadro Programmatico” e di “scenario di nuovo assetto” che evidentemente scaturiscono dai “desiderata” degli amministratori locali, per quanto talora “vestiti” da “progetti strategici” presentano diversità e discontinuità eccessive rispetto alla pianificazione esistente o in via di realizzazione : è evidente in questi casi che le relative istanze progettuali – commissioni o gruppi di lavoro- hanno operato troppo spesso in regime di parziale o totale “ignoranza o negazione” dello strumento esistente.

10.5 Modello avulso dal sistema locale
Il Quadro di Riferimento Programmatico allegato al Progetto Definitivo, anche aggiornato, – analogamente a quanto succedeva con il Progetto Preliminare- nega, evidentemente perché costretto, il modello di sviluppo che emerge dagli strumenti di piano più recenti ed innovativi cogenti sull’area, pure –ribadiamo- spesso citati e compilati.
Il combinato della pianificazione urbanistica, territoriale e paesaggistica con la Programmazione Regionale (POR, FESR, ecc.) di Sicilia e Calabria, prospetta infatti per le due sponde dello Stretto, “Peloritana e Aspromontana”, un modello di assetto socio- spaziale basato sullo “sviluppo locale sostenibile”. Esso tra l’altro tiene fortemente conto dei fallimenti, economici ed ambientali, ormai evidenti, presentati nelle due regioni, come in tutto il Sud del modello di assetto legato “ai grandi poli industriali e infrastrutturali”. Di cui nella stessa Area dello Stretto, da Milazzo a Saline Jonica, a Gioia Tauro, sono oggi visibili “le macerie”.

Lo scenario prefigurato dai nuovi assetti territoriali e paesaggistici, ruotanti attorno al Progetto del Ponte ripropone invece proprio tale tipo di visione dello sviluppo, già abbondantemente fallita nell’area come in tutto il Sud (Pieroni, 2000; Marino, 2010).
In questo caso il Masterplan che fa da contorno al progetto del Ponte è infatti una soluzione in qualche modo “improvvisata” in sede progettuale, con una inaccettabile logica di sovrapposizione e confusione tra livelli diversi di decisione e scelte, che presuppongono piani diversi di istanze programmatiche e progettuali che devono necessariamente restare distinte: il tutto oltre ad aggravare –come si diceva-gli effetti di impatto e di “estraneità “del progetto dal contesto, denuncia improvvisazione e superficialità inaccettabili.

10.6 Una situazione già alterata e degradata
Riguarda anche il Quadro programmatico, pure se è inerente maggiormente al Quadro di Riferimento Ambientale, la circostanza per cui il Progetto del Ponte ignora quasi totalmente la situazione attuale relativa alle aree contigue e quelle interessate dal progetto -sulla sponda calabra- che si trovano, per la gran parte o quasi totalmente, in degrado o dissesto, anche a causa di lavori, passati e recenti relativi all’A3 e alla rete ferroviaria.
Se assunto dal progetto –e dal quadro programmatico- tale dato avrebbe dovuto comportare il computo degli effetti cumulativi dell’impatto delle nuove opere relative al PD con gli aspetti di degrado già presenti, legati ai lavoridi cui sopra. Da ciò sarebbe dovuto conseguire una serie di “progetti urgenti di recupero e riqualificazione eco- territoriale”, da realizzare anche prima delle eventuali opere connesse al ponte. Di cui ovviamente non c’è alcuna traccia, né nel quadro programmatico, né in altre sezioni del PD.

10.7 Considerazioni aggiuntive sulle mancate risposte alle richieste di integrazione
Se si prendono in esame, scendendo poi nel dettaglio, il documento AMV 0071 risposta ai punti 4 e 5 formulata nell’elaborato VIAG005) con riferimento al Quadro Programmatico per il quale il Ministero nella nota di dicembre 2011 ha chiesto quanto segue:

per il versante Calabria non si fa alcun cenno, come già riportato, ai contenuti e alle previsioni inerenti gli strumenti di pianificazione vigente a livello regionale, le “Linee Guida della pianificazione regionale” redatte in attuazione del comma 5 dell’art. 17 della L.R. 19/02 “Legge Urbanistica della Calabria” e approvate con Delibera di Consiglio Regionale n° 106 del 10 novembre 2006 che ai sensi di legge hanno “il valore e l’efficacia del Q.T.R (Quadro Territoriale Regionale), nonchè il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Reggio Calabria, strumenti normativi vigenti e cogenti al momento della redazione del PD Ponte (2011); e fino all’approvazione definitiva dello stesso QRTP, anche con funzione di indirizzo normativo ” per tutto il processo di pianificazione ai diversi livelli” (c.5 art. 17 LR 19/02).

Le suddette “Linee guida”, nell’elaborato AMV 0071 a pag. 18, vengono erroneamente presentate come “Linee guida di attuazione (Novembre 2006) della legge urbanistica regionale (n.19 del 2002), e non vengono per nulla tenute in considerazione nei suoi contenuti e nei suoi indirizzi. Le linee guida rafforzano i principi della legge urbanistica della Calabria in particolare quello della sostenibilità e gli obiettivi generali cui deve tendere la Regione Calabria ponendo il territorio come risorsa da difendere, progettare e valorizzare (integrità fisica, culturale, ambientale e paesaggistica)

In particolare, come strumento di pianificazione, nelle “Linee generali di assetto del territorio regionale” (cap. 2 parte prima) le suddette Linee Guida, si ribadisce vigenti al momento della redazione del PD Ponte (2011) e finno all’approvazione definitiva del QTRP(2016), indicano quanto segue: “In relazione alla problematica dell’attraversamento stabile dello Stretto si ribadisce il giudizio negativo sul Ponte in quanto non costituisce una priorità regionale. Lungi dall’essere una chiusura all’innovazione, la priorità assoluta è individuata nella riqualificazione del sistema infrastrutturale esistente e nella sua integrazione funzionale.

La Calabria ha bisogno di infrastrutture utili, congrue con il contesto territoriale sostenibili sotto il profilo dell’impatto ambientale, sociale e finanziario. A tal proposito diventa strategica e stimolante la proposta per la costituzione di un centro che abbia le caratteristiche di un Laboratorio per l’Area dello Stretto, un centro multidisciplinare nelquale far confluire tutto il patrimonio di conoscenze fin qui accumulato e al quale affidare ilcompito di elaborare la parte del progetto-territorio relativa all’Area dello Stretto. Un centro che, non è difficile immaginare, potrebbe costituirsi nel tempo come riferimento per gli studi, le ricerchee i progetti di questa natura e portata che sempre più interesseranno vari luoghi del Mediterraneo”. Indirizzi strategici di cui non si è tenuto conto nel Progetto Definitivo del Ponte.