Regionali 2019 : dopo lo show di Cannizzaro, Tajani e compà Pinuzzu sul piede di guerra

Come volevasi dimostrare: le buffonate messe in scena, in questi ultimi giorni, da Jole Santelli e i fratelli Occhiuto, sponsorizzati dal deputato Francesco Cannizzaro, in occasione di inaugurazioni di nuove sedi e incontri settari e di paranza, hanno creato, in quel che rimane di Forza Italia, diversi malumori, sia a livello regionale che a livello nazionale.

Giova ricordare ai lettori il pedigree del deputato Francesco Cannizzaro, sponsor di Occhiuto (non poteva scegliere uomo migliore): nonostante la sua giovane età, 36 anni, Francesco Cannizzaro, senza offesa per nessuno, può già vantare un curriculum politico lunghissimo, ma anche una serie di segnalazioni giudiziarie quantomeno “equivoche”. Francesco Cannizzaro da Santo Stefano d’Aspromonte, deputato di Forza Italia, è unanimemente riconosciuto come il figlioccio politico del senatore Antonio Caridi, accusato dalla Dda di Reggio di essere stato lo strumento attraverso cui la cupola massonica della ‘ndrangheta si sarebbe infiltrata nelle istituzioni. Caridi è considerato il referente politico di varie articolazioni territoriali di ‘ndrangheta, tra cui la cosca Raso-Gullace-Albanese. La vicinanza tra Caridi e Cannizzaro è nota ed emerge anche in alcune inchieste giudiziarie: quella “Mammasantissima”, ma, soprattutto, quella “Alchemia”. Così come sostengono i magistrati della Dda.

Un bel soggetto, non c’è che dire. L’uomo forte di Forza Italia nel reggino, tant’è che la sua candidatura alla Camera è stata preferita a quelle di Sandro Nicolò e Gianni Bilardi. Cannizzaro è stato eletto nel collegio di Gioia Tauro, dove, guarda il caso, la Dda lo ha beccato in una serie di incontri preoccupanti, uno su tutti: Il 10 dicembre 2009, Caridi e il fido Cannizzaro parteciparono ad una cena a Limbadi, feudo della cosca Mancuso, presso il capannone di Pantaleone Contartese, tra le persone coinvolte nell’inchiesta “Alchemia”.

Detto questo, e capito con chi si ha a che fare, il problema diventa politico: lo show messo in scena da Cannizzaro, Carfagna, Santelli, Occhiuto, a Reggio, non è stato gradito né a livello locale, né a livello nazionale, dal resto di Forza Italia. E le reazioni non si sono fatte attendere. A Tajani non è andato giù lo spudorato “endorsement” di Cannizzaro nei confronti della Carfagna, ritenuta dallo stesso, con la complicità della Santelli e degli Occhiuto, come la miglior guida possibile, all’oggi, per Forza Italia. E questo perché Cannizzaro sa bene, così come la Santelli e gli Occhiuto, che mai Tajani darà il suo ok alla candidatura di Occhiuto alla presidenza della Regione Calabria, sotto le bandiere di Forza Italia. Costringere Tajani a ripiegare su Occhiuto, è lo scopo principale delle infelici uscite di Cannizzaro, ma più che liberi pensieri, le sue parole potrebbero essere definite delle vere e proprie minacce politiche, del tipo: o stai con noi, caro Tajani, oppure diamo vita ad una corrente interna che osteggi la tua successione a Berlusconi, alla guida di quel che rimane di FI. Se tu ci accontenti in Calabria noi sosteniamo la tua investitura. Tipico di chi usa la politica per fini personali e con metodi mafiosi. Infatti si dice: Dio li fa e poi li accoppia.

Tajani di suo ha già risposto, per quel che fonti interne ci fanno sapere, al gruppo che si è formato in Calabria attorno ad Occhiuto (per lo più inquisiti dalla Dda e delinquenti abituali) dicendo che le velate minacce mafiose che arrivano dalla Calabria in seno alla discussione, prematura, sul nome del candidato, non fanno altro che confermare la sua tesi: in Calabria, ma in generale ovunque, serve un profondo rinnovamento della classe dirigente di FI, oramai non più in grado di attrarre consenso, lontani come sono dai bisogni reali della gente. Tant’è che all’appuntamento elettorale manca ancora più di un anno, e l’unica preoccupazione di Santelli, Cannizzaro, Occhiuto, non è quella di costruire un programma politico/economico per la Calabria da sottoporre agli alleati, ma stabilire il nome del candidato che deve essere per forza Mario Occhiuto. Come tutti potete capire ogni tentativo di Occhiuto di farsi investire, viene sistematicamente bocciato o sconfessato dai pezzotti romani di Forza Italia.

Ma a replicare a Cannizzaro e alla Santelli non è stato solo Tajani, e le sue declinazioni locali tipo Siclari, ma anche compà Pinuzzu Gentile. Cosi come vi avevamo annunciato l’ingresso in Forza Italia della pattuglia gentiliana è stata osteggiata proprio dalla Santelli che sa bene che con gli ex alfaniani dentro, la candidatura di Occhiuto non passerà mai. E questo, come già da noi detto, provocherà più di una spaccatura. E compà Pinuzzu è già sul piede di guerra.  Altro che unità ritrovata!