Rende, chi tocca i potenti prende le botte. Mercurio denuncia: “Sono stato aggredito dal cognato del figlio di Rachele Cava”

Francesco Mercurio è una vecchia conoscenza per i lettori di Iacchite’. Fedelissimo del Cinghiale Tonino Gentile e legato a doppio filo a Salvini tramite Verdini, ha condizionato e non poco le vicende politiche del centrodestra cosentino. Parliamo di un lobbista in quota Cinghiale (lavora alla Camera dei deputati), un faccendiere se volete, che malgrado la relativa giovane età, si è perfettamente inserito nel ventre del sistema che governa la Calabria e il Paese e da qualche tempo è il referente della Lega in molti territori della provincia di Cosenza, particolarmente per i comuni del Tirreno.

Nel 2016 si era addirittura candidato con una lista del centrosinistra che sosteneva Guccione alle Comunali con il “permesso” del Cinghiale, poi si è avvicinato al Comune di Rende, dove – nonostante la rottura tra i Gentile e Manna – ha stretto amicizia con Eugenio Aceto, uno della banda di Marcello Mazzetta e il consigliere della Lega al Comune di Rende, come tutti sanno, spesso e volentieri ha tolto le castagne dal fuoco al quaquaraquà nella precedente consiliatura.

Ma a Rende qualcosa dev’essere andato storto e così Mercurio è entrato in rotta di collisione con la consigliera comunale Rachele Cava, referente e dipendente dello studio del potentissimo notaio Leucio Gisonna, proprietario di una quantità enorme di terreni e di fatto tra gli sponsor principali del sistema rendese, e con il bamboccione di suo figlio, Mario Antonio Filice. Ebbene, Mercurio ha denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito a Sangineto dal cognato del figlio di Rachele Cava, tale Quintino Vallone. 

Tutto nasce, a quanto pare, da una lettera pubblicata su Iacchite’ il 3 agosto scorso (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-la-politica-scadente-antonio-de-caprio-e-tutti-i-suoi-amichetti/) nella quale si raccontavano le “avventure” di Mario Antonio Filice, capo segreteria del neo consigliere regionale del centrodestra Antonio De Caprio (non capitano Ultimo), che – come accennavamo – è anche il figlio della consigliera comunale di Rende Rachele Cava e una particolare attenzione per gli espropri dei terreni di proprietà del notaio Gisonna, presso il cui studio la signora lavora. Una lettera che non è affatto piaciuta a Mario Antonio Filice. Si trattava di una missiva che non proveniva direttamente da Mercurio ma evidentemente i mandanti (Filice e sua madre) e l’esecutore dell’aggressione (Vallone) hanno individuato in lui l’ispiratore, visto e considerato che c’erano state già incomprensioni.

Otto giorni dopo, l’11 agosto 2020 alle 3,30 della notte a Sangineto nei pressi della discoteca “Chichiri Beach” Mercurio viene aggredito. Lo racconta ai carabinieri di Castrolibero, che raccolgono la sua denuncia il giorno dopo.

Dopo aver parcheggiato l’auto, nel far rientro al locale, notavo una persona a me conosciuta con il nome di Quintino Vallone, domiciliato in Rende alla via Bari, la quale, procedendo verso la mia direzione, unitamente ad altre due persone… si avvicinava a me e mi diceva: “… Che è successo con Maruzzu?” (riferendosi al cognato Mario Antonio Filice)… Ed io ribattevo: “Lui mi aveva fatto dei torti ed io ho fatto quello che ho fatto, ed è finita qua!” (riferendomi al fatto che io avevo dato avvio ad un attacco politico nei confronti della madre di Mario Antonio Filice, consigliera comunale di Rende signora Rachele Cava e nei confronti del consigliere regionale Antonio De Caprio, del quale Filice è il capo segreteria).
A fronte delle mie affermazioni, il Vallone si scagliava con violenza contro di me, colpendomi con cinque schiaffi al volto e tre calci ad una gamba… Sono riuscito a indietreggiare sottraendomi all’aggressione e lui, ancora non appagato, ha cercato di avvicinarsi nuovamente ma alcune persone a lui vicine a questo punto lo facevano desistere…

Mercurio ha poi indicato una serie di testimoni che possono confermare quanto ha dichiarato. Qualche ora dopo, si è fatto refertare all’ospedale di Cetraro per escoriazioni e contusioni.

Smaltite le botte, Mercurio – che conosce personalmente Marcello Manna – ha informato il sindaco di quanto accaduto e aveva ricevuto l’impegno di un incontro di scuse e di chiarimento con la Cava. Tuttavia, queste scuse non sono mai arrivate e diverse volte tra Manna e Mercurio sono volate scintille nei corridoi del Comune.

Mercurio ha più volte gridato al sindaco davanti a decine di testimoni: “Vedi che io so del terreno di Gisonna, dell’appalto del supermercato Lidl, del prestanome di Filice e dei crediti dell’azienda dell’altro figlio della Cava, Andrea, messi prima degli altri…”. E via di questo passo.
Ora, noi siamo i primi a non stimare uno spregiudicato per eccellenza quale é Francesco Mercurio, ma davanti alla violenza qualcuno dovrebbe sempre mettersi una mano sulla coscienza. A Mercurio va tutta la nostra solidarietà perché quello che ha passato lui lo abbiamo passato anche noi di Iacchite’ con l’agguato teso a Michele Santagata con tanto di “avvertimento”, a causa di “mandanti” che fanno parte dello stesso gruppo massomafioso.

Siamo pertanto alla seconda, clamorosa e sfacciata aggressione e il sindaco delle mazzette continua a parlare di accanimento mediatico nei suoi confronti. Qui se c’è un accanimento è solo il suo nei confronti di chi in maniera sacrosanta “osa” contestare lui e i suoi affiliati.