Rende. Manna, non sei Decaro: tra di voi la differenza è abissale

Capiamo la necessità dell’avvocato Manna e dei suoi accoliti di cogliere ogni occasione al volo per sbraitare ai quattro venti che lo scioglimento del consiglio comunale di Rende per mafia è il risultato di un complotto politico/massonico contro la sua persona, ma il paragone usato, anche questa volta, non regge: l’avvocato Manna non è il sindaco di Bari Decaro. E le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. La prima è quella che non esiste un caso Decaro, mentre esiste un caso Manna. Il sindaco Decaro non è mai stato né inquisito, né arrestato, e vive sotto scorta, causa le sue denunce contro la mafia barese, da nove anni. L’ex sindaco Manna, ferma restando la presunzione di innocenza, è stato arrestato e poi scarcerato – tuttavia pende su di lui un nuovo esame del TdL, disposto dalla Corte di Cassazione, che dovrà pronunciarsi sulla necessità di applicare “l’ordinanza di custodia cautelare”, precedentemente annullata – nell’operazione antimafia Reset avvenuta a Cosenza il primo settembre del 2022. E questo è un fatto.

L’invio della Commissione di accesso antimafia al comune di Bari non riguarda minimamente l’operato o la campagna elettorale del sindaco Decaro, così come ha specificato in conferenza stampa il procuratore Rossi che ha coordinato l’operazione di febbraio (2024) denominata “Codice Interno” contro i clan baresi, sottolineando che: “l’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”. Mentre l’operazione antimafia Reset contro le cosche cosentine confederate, così come sostiene la Dda di Catanzaro, riguarda principalmente l’operato e la campagna elettorale dell’ex sindaco Manna. Scusate la differenza (con garantismo annesso). Al sindaco Decaro nessuno contesta niente, mentre all’ex sindaco Manna i reati contestati non si contano più (avrà modo di dimostrare il contrario nelle sedi opportune). E poi, l’invio della Commissione di accesso a Bari appare palesemente a tutti più che una necessità investigativa, un “atto politico” sollecitato da deputati baresi di centrodestra al ministro Piantedosi per mettere in difficoltà Decaro in vista delle prossime elezioni. Mentre per Manna l’invio della Commissione di accesso al comune di Rende, che dopo un lungo lavoro ha dimostrato le gravi infiltrazioni mafiose accolte dal ministro che ha sciolto per mafia il Comune, è il risultato di una congiura politica massonica verso la sua persona, senza però mai specificare chi e soprattutto perché avrebbe congiurato a suo danno.

E potremmo continuare con le differenze. Ma ci fermiamo qui, chiudendo con una domanda: se a Piantedosi è bastata una lieve sollecitazione da parte dei deputati baresi per inviare la Commissione di accesso al comune di Bari, è mai possibile che con quello che da tempo succede al Comune di Cosenza non si trova uno straccio di deputato del centrodestra disposto a fare lo stesso dei suoi colleghi baresi?