Rende verso lo scioglimento, De Rose: “Una partita giocata sulla pelle dei cittadini”

Rende: Una partita giocata sulla pelle dei rendesi.

Non ci resta che sperare che Rende e i rendesi non diventino le vere vittima di tutta questa surreale vicenda.

Le indagini giudiziarie avviate da tre diverse Procure e che, a vario titolo, hanno visto il coinvolgimento del sindaco Manna e di altri esponenti del governo cittadino, non consentono a nessuno, né alla politica né ai cittadini, di anticipare condanne o assoluzioni che tali saranno solo al passaggio in giudicato dei provvedimenti che spettano all’Autorità Giudiziaria.

Tuttavia, quando le indagini giudiziarie riguardano livelli apicali di un’amministrazione – fermo restando la presunzione di innocenza – è purtroppo inevitabile che le vicende personali e processuali degli indagati incidano sull’intera comunità, sulla sua amministrazione, sulla sua immagine e sulla sua credibilità, anche nei rapporti con altri livelli istituzionali.

E’ allora fuor di dubbio che una cosa è il diritto di difesa dei singoli e la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, altra cosa è il profilo degli effetti che si determinano per la comunità quando l’indagine o il processo penale riguarda i suoi rappresentanti istituzionali.
E’ tutta qui la “questione rendese” di questi mesi.
Non voler tenere distinte le vicende personali dai riflessi istituzionali, addirittura pretendere di continuare a tenere legate insieme le sorti dei singoli con quelle di un’intera comunità, è il più grave degli errori che si possa compiere in questo caso.
Noi ormai da molti mesi ci scontriamo in consiglio (e fuori) con una maggioranza che è rimasta inerte di fronte alla gravità della situazione, indifferente rispetto alla irrimediabilità delle conseguenze che rischiano di prodursi sull’amministrazione e sull’immagine dell’intera città.

In questi mesi ci siamo prima appellati al sindaco, dal quale abbiamo incassato lo sdegnato rifiuto di valutare le sue dimissioni. Ci siamo poi rivolti ai singoli colleghi consiglieri di maggioranza, dai quali abbiamo incassato il rifiuto alla nostra proposta di valutare le dimissioni collettive del consiglio comunale. Ancora ci siamo rivolti all’intero consiglio comunale, riscontrando la totale chiusura e l’indisponibilità assoluta dell’intera maggioranza a discutere pubblicamente di come tentare di evitare il peggio per la nostra comunità.
Ogni volta ci siamo scontrati con una ostinazione che va oltre ogni ragionevolezza e con la scelta della maggioranza di restare inerte se non addirittura indifferente rispetto alla situazione in cui versa la città.

Quella della maggioranza è stata, e continua a essere una partita che si svolge altrove, ma che, in ogni caso, si gioca sulla pelle dei rendesi.

È una scelta sbagliata, prima ancora che irresponsabile, non voler prendere atto della gravità della situazione amministrativa. E’ una ostinazione incomprensibile volersi rifiutare di valutare ogni iniziativa che possa risultare utile almeno a tentare di scongiurare le peggiori conseguenze per Rende.
Non è oggi il PSC la priorità per la città di Rende, non lo è neppure l’uscita dal predissesto, la priorità di queste ore è tentare tutto quanto possibile, a costo di qualunque sacrificio, per scongiurare l’onta insopportabile del rischio di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Noi continuiamo a sperare che non intervenga lo scioglimento e che Rende non patisca anche questa irrimediabile mortificazione, ma è certo che la maggioranza non sta facendo nulla per tentare di evitarla.
Come consiglieri di minoranza non possiamo fare altro rispetto a tutti gli strumenti già azionati, non ci resta che sperare che Rende ed i rendesi non diventino le vere vittime di tutta questa surreale vicenda.

Massimiliano De Rose
Gruppo consiliare
“Rende per Rende”