San Demetrio Corone. Ciao Damiano, bandiera rossa trionferà

AVANTI POPOLO, ALLA RISCOSSA BANDIERA ROSSA TRIONFERA’.

E’ passato il tempo, caro Damiano, caro Compagno Damiano, e stasera, quando è arrivato il messaggio di Tuo figlio, mi è passato davanti agli occhi, forte, intenso, rumoroso, come lo spezzone passionario e speranzoso di un corteo di protesta; mi sono passati davanti agli occhi gli anni più belli della mia vita, vissuti con gli occhi della spensieratezza, della passione, dell’impegno, della speranza di costruire un mondo migliore, un altro mondo possibile.

Poi, come d’incanto, come accade in questi casi, ho chiuso per un attimo gli occhi, proprio li, nell’atrio di casa Tua, di fronte a tutte quelle bellissime fotografie, alle nostre belle bandiere ed ho pensato a tanti anni fa, alla prima volta che Ti incontrai: eravamo nella sezione del Partito, ed io, giovane laureato, che cominciavo ad interessarmi di Politica, ero affascinato dal Tuo racconto, per le parole che usavi, per la Tua mimica straordinaria: parlavi, lo ricordo bene, della Tua infanzia, della Tua povera casa, in campagna, del soffitto che non tratteneva la pioggia d’inverno e la calura in estate; di quel senso di rivalsa sociale che ti viene anche per le condizioni che hai vissuto; il Tuo racconto era diverso, era altro, era vero; da quel momento non Ti ho più perso di vista e l’uomo canuto e bianco che ero abituato a vedere in casa alla vigilia di ogni Natale, l’amico di Papà che ci portava “l’albero”, è diventato il Compagno Damiano, Janko.

E’ davvero difficile parlare di tutte le cose che hai fatto; di tutte le battaglie che hai fatto: per la tutela dei diritti, per la dignità dei deboli e degli oppressi, per il lavoro; se oggi nel nostro paese esiste un nuovo cantiere forestale, il Fondo Sollievo alla Disoccupazione, è anche merito Tuo; i processi penali che ci sono stati lo testimoniano, ricordo bene le carpette custodite nell’archivio del mio studio, avevano lo stesso nome dei procedimenti penali, tanti: Damiano Fusaro +47; ma per Te era un vanto, ci ridevi sopra tutte le volte che ne parlavamo, tutte le volte che parlavamo delle battaglie, delle successive querele e dei processi.

Ricordo che incrociai il Tuo nome anche allorché intrapresi il mio racconto sull’occupazione delle terre: ma la giovane età, eravamo nel 1950, Ti evitò il carcere; me lo raccontavi sempre quell’episodio, da quel momento in poi un escalation di lotte: le assunzioni per il cantiere forestale e le case popolari da assegnare negli anni 70, il consorzio di bonifica, il fondo sollievo alla disoccupazione, le iniziative con gli studenti del Liceo, le battaglie con i pensionati per il CUP, le tante occupazioni del municipio, da un lato; dall’altro, l’impegno nella CGIL, ove hai ricoperto incarichi importanti, provinciali e regionali; il Partito, il PCI prima, Rifondazione poi, di cui sei stato segretario cittadino per tantissimi anni; nessuno mai potrà non riconoscerti l’impegno per la difesa dei deboli e degli oppressi; nessuno mai potrà dimenticare il Tuo impegno per i lavoratori, per i loro diritti, per la loro dignità.

Un giorno, parlando di Te, un importante dirigente regionale del Sindacato, mi disse: “Damiano, lo ricordo bene, presente in tutte le manifestazioni, locali, provinciali, regionali e nazionali; e tutte le volte che siamo stati con i forestali alla Regione, arrampicato sui muri per superare le barricate delle forze dell’ordine“; ecco, fu proprio così, la scrivania Ti piaceva poco, i ruoli dirigenziali, che pure avevi e Ti meritavi, ancor meno, il Tuo terreno naturale era la lotta, lo scontro, la manifestazione, la rivendicazione, lo sciopero, quegli strumenti che ti avevano consentito di superare la dignitosa povertà di “Macchipuzzo” e Ti avevano dato un lavoro, una casa, la riconoscenza, la dignità.

La riconoscenza, ecco, questo forse è un tasto dolente, Ti faceva star male, specie in questi ultimi anni, quando, costretto dal COVID, attendevi a lungo amici e compagni …

Caro Compagno Damiano, io Ti ringrazio molto per quello che sei stato, per quello che hai fatto per la Tua comunità, per il movimento operaio in Calabria; la Tua vita, il Tuo impegno devono/saranno da esempio per le nuove generazioni.

Io sono stato fortunato perché ho avuto la possibilità di vivere con Te tante battaglie importanti, tante campagne elettorali; mi hai insegnato cosa significa essere di parte e perché è necessario esserlo, stare da una parte e starci senza tentennamenti.

Ora si è creato un vuoto enorme nella nostra Comunità. Un epoca è finita, ed è finita per sempre.

La Tua camicia rossa non potremo più indossarla, fai bene a portartela con Te …

No, non siamo rassegnati caro Damiano, siamo stati sconfitti; la nostra Storia è stata sconfitta nel momento in cui non ha avuto un ricambio che potesse continuarla con la stessa forza quella Storia di donne e uomini.

Ma se siamo stati sconfitti, nessuno mai potrà recidere la nostra speranza, nessuno mai potrà impedirci di sventolare le nostre belle bandiere, di alzare il pugno chiuso, di cantare le nostre canzoni, di gridare al mondo intero che vogliamo la Pace, il Lavoro, la Dignità, i Diritti, l’Eguaglianza, che vogliamo andare avanti.

Ecco perché, caro Damiano Avanti Popolo, alla riscossa, Bandiera Rossa trionferà; perché alla fine trionferà, perché noi vogliamo che trionfi, perché noi speriamo che trionfi.

Ora, caro Damiano, sarai un ricordo per tutti noi; ma sarai soprattutto un esempio e continuerai a vivere nelle nostre lotte, che condurremo con la stessa forza, un po’ più deboli, oggi, senza di Te, ma con la speranza che possa sorgere presto il Sol dell’Avvenire.

San Demetrio Corone, li 18-19/02/2022                               Adriano D’Amico