Si fa presto a dire Ponte sullo Stretto

Lo Stretto di Messina è l’ultimo posto al mondo dove si dovrebbero costruire infrastrutture permanenti. Si tratta infatti di una zona sismica attiva e molto pericolosa, interessata da numerose faglie terrestri e sottomarine, che nel recente passato hanno causato i terremoti del 1894, 1905 e 1907, nonché il terribile terremoto e maremoto del 28 dicembre 1908. Costruire ponti in zone sismiche attive non è mai una scelta intelligente.

faglie-calabria Ma, come spesso accade, il Ponte sullo Stretto è oggetto di annunci elettorali. L’ultimo in ordine temporale è di soli pochi giorni fa. Il progetto in questione prevede che il ponte tra Reggio Calabria e Messina sia il ponte sospeso più lungo al mondo, con 5.3 km di estensione (di cui 2 km di campata centrale), elevazione di 65 metri sopra il livello del mare e piloni alti 383 metri.

Non tutti sanno però che lo Stretto di Messina è anche una zona di biodiversità molto elevata, tanto da essere designata comeImportant Bird Area (IBA), ovvero area importante per gli uccelli migratori. Le IBA sono state istituite con la Direttiva Europea 79/409/CEE “Uccelli”, poi codificata nella Direttiva 2009/147/CE“concernente la conservazione degli uccelli selvatici”.

iba-stretto-di-massinaIl motivo per cui l’Unione Europea ha deciso di dotarsi di una Direttiva apposita sulla protezione degli uccelli è spiegato col fatto che gli uccelli sono degli indicatori di biodiversità molto efficaci, la cui presenza o assenza fornisce indicazioni utili sullo stato di conservazione di specie animali e vegetali, nonché sullo stato di protezione dell’ambiente in cui viviamo.

Per poter essere classificate come IBA, le aree in questione devono rispondere a criteri internazionali determinati sulla base di studi scientifici. Tra questi criteri rientra il fatto che i siti designati ospitino specie di uccelli minacciate o a rischio di estinzione a livello internazionale, oppure che si tratti di zone di nidificazione, o ancora essere una zona con elevata concentrazione di uccelli migratori.

Nel Mar Mediterraneo le IBA più importanti sono tre, Gibilterra (Ovest), Bosforo (Est) e lo Stretto di Messina (Centro), dove le rotte migratorie sono addirittura due, attraversate durante tutto l’anno sia da uccelli rapaci che da molte altre specie migratorie, tra cui gru e cicogne. Un’ulteriore cofnerma che la Calabria è il centro del Mediterraneo e non, come qualcuno sostiene, la periferia d’Europa.

rotte-migratorie-mediterraneoGli “stretti” sono aree che ben si prestano alla migrazione di uccelli, poiché in essi si sviluppano le giuste correnti aeree per il volo planato, che consente agli uccelli di risparmiare energie per le lunghe traversate. Anche le aree dedicate alla conservazione degli uccelli, o IBA, fanno parte di “Rete Natura 2000”, e sono tutelate come Zone di Protezione Speciale dalla Commissione Europea.

Sul versante siciliano, ad essere minacciate dalla costruzione del ponte sono anche tutte le aree circostanti, tra cui la Riserva Naturale orientata “Capo Peloro”, il Lago di Ganzirri (sito che ospita più di 400 specie acquatiche), la Zona di Protezione Speciale “Monti Peloritani” (Codice ITA030042) e il Sito di Interesse Comunitario “Dorsale Curcuraci, Antennammare” (Codice ITA030011), che ospita 33 specie prioritarie di ucceli.

Guardando al recente passato, la Corte di Giustizia Europea ha già condannato più volte diversi Stati membri (tra cui l’Italia) per mancata applicazione delle direttive comunitarie concernenti la protezione degli uccelli – nelle cause C-3/96, C-374/98, C-240/00 eC-378/01 –, mentre la convenzione di Århus (di cui la Comunità Europea è uno dei firmatari) e la Direttiva Comunitaria 85/337/CEE“concernente concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati”, sottolineano l’importanza della consultazione del pubblico nel processo decisionale concernente l’ambiente.

Pertanto, la costruzione del ponte richiede in ogni caso il parere positivo della Commissione Europea nonchè la consultazione pubblica. In caso di inottemperanza, la Commissione Europea può deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per infrazione delle citate direttive comunitarie, con tutte le conseguenze immaginabili in termini di multe.

tratto da Hey! Now