Unical, bocciata la Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica: studenti “venduti” e (ancora) cervelli in fuga

CERVELLI IN FUGA

Il Senato Accademico dell’Università della Calabria ha bocciato, giorno 4 Giugno, la proposta relativa al manifesto degli studi del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica. Non è la bocciatura in se che ci risulta anomala, ma che quanto deciso è frutto di una votazione alquanto insolita. Pare, infatti, che a pesare maggiormente non siano stati i voti esplicitamente contrari alla proposta, bensì quelli degli astenuti. Sono stati infatti in sei ad astenersi e solo tre ad esprimere parere contrario. Stando a quanto previsto dal regolamento del Senato, infatti, le astensioni vengono sommate ai voti contrari: l’esito è stato quindi di 8 voti favorevoli contro 9. Se esaminiamo in dettaglio gli astenuti, notiamo “con piacere” che tra questi ci sono i rappresentanti degli studenti.
Tutto ciò ci fa riflettere e ci fa porre alcune domande:

– Gli astenuti sono a conoscenza che la loro scelta vale come voto contrario?
– Se non lo sono, ha davvero senso la loro presenza nel Senato Accademico?
– E’ questo il modo in cui i rappresentanti si schierano dalla parte degli studenti e si interessano delle loro questioni? O questo vale solo come proclama nelle campagne elettorali? O la loro astensione e’ forse frutto di una sudditanza nei confronti di qualche non meglio definito gruppo di potere?
– Qual è, quindi, l’effettiva autonomia di pensiero e di azione dei rappresentanti all’interno degli organi di governo di questa Università?

Abbiamo l’impressione che tutta questa storia sia parte di un progetto politico preciso, che si inquadra nell’ormai prossima campagna per l’elezione del Rettore. Non ci interessa entrare nel merito di questo discorso perché questo modo di fare politica da mercanti non ci appartiene e ancor più non ci piace. La questione didattica e le questioni “politiche” interne ai dipartimenti sono e devono essere slegate, per cui non vogliamo che questa decisione venga considerata come l’ennesimo episodio della squallida vicenda del DIATIC che va avanti ormai da troppo tempo.

Siamo sempre stati contrari ad una visione aziendalistica e clientelare dell’Università. Quello che ci sta a cuore è invece difendere e ribadire il suo vero scopo e la sua vera natura, ovvero quella di essere un luogo di diffusione della cultura e del sapere, che deve restare estraneo a qualsiasi logica economica e/o di mercato. Tuttavia, è evidente come si stiano realizzando molti degli effetti negativi della pessima riforma Gelmini del 2010, che ha portato all’accentramento dei poteri del CdA, allo svilimento del ruolo del Senato Accademico ed allo smantellamento delle Facoltà con la creazione dei Dipartimenti. Con il falso intento di smantellare i gruppi di potere in seno alle Facoltà, ha di fatto portato solo alla frammentazione di tali gruppi, rendendoli più forti e potenti. A questo c’è da aggiungere che la creazione dei Dipartimenti non doveva seguire necessariamente una logica di affinità didattica, ma semplici interessi politici. Così facendo si è dato il via ad una becera compravendita di docenti per creare i dipartimenti, paragonabile all’asta del fantacalcio, ponendo in una situazione di secondaria importanza la questione relativa alla didattica. Ci teniamo a ricordare che questa riforma non è stata per nulla veramente osteggiata dalla classe docente, che invece oggi, seppur legittimamente, sciopera per rivendicare il diritto all’aumento di stipendio.

Tornando alla questione in esame, l’unica cosa certa è che tutta questa faccenda si sta affrontando con una leggerezza vergognosa ed indecente. Di fatto si sta chiudendo un corso di Laurea non per inefficienza o altro, ma per l’incapacità di prendere una decisione.

Così facendo si danneggiano unicamente (come al solito) gli studenti che, nel caso specifico, subiranno come effetto immediato l’impossibilità di proseguire qui in Calabria il percorso di studi iniziato e chi se lo potrà permettere sarà costretto ad emigrare. A lungo termine a scomparire potrebbe essere l’intero corso di Laurea in Ingegneria Chimica, dal momento che, l’assenza di una prospettiva di un corso di Laurea Magistrale, farebbe venire meno il senso dell’esistenza di una Triennale.

Cari membri del Senato Accademico, quando tutto ciò si verificherà non veniteci a parlare di fuga di cervelli, perché gli unici cervelli in fuga da tempo sono i vostri. In questo perverso e scellerato sistema di governo, infatti, sareste voi a dover prendere le decisioni, ma spesso evitate di farlo, per incapacità o peggio ancora per volontà o squallidi secondi fini.

Aula P2 Occupata