Belvedere, gli affari della clinica Tricarico: parla un dipendente

A Cosenza si chiama “tira a petra e ammuccia a manu” e si dice quando qualcuno prima deve provocare un casotto e poi fa finta di niente, come se nulla mai fosse accaduto.

Qualche giorno fa il media di riferimento del sottosegretario di stato Marco Minniti ci ha fatto sapere che c’è un parlamentare del PD affiliato al clan Muto attraverso la sua clinica di famiglia, la “Tricarico-Rosano” di Belvedere Marittimo: 118 posti letto, pronto soccorso, eccellenza nel campo cardiologico. Clinica per la quale ha ottenuto privilegi politici di tutti i generi e che macina un volume d’affari impressionante. E che gli ha addirittura fornito un’auto da usare per ogni tipo di emergenza, finanche per gli spostamenti dall’alto Tirreno a Lamezia per prendere l’aereo e volare in Parlamento.

Soltanto il giorno prima, l’alleato principale del sottosegretario Minniti ovvero il Cinghiale, al secolo Tonino Gentile, ci aveva fatto sapere, attraverso una nota stampa tragicomica, che nella sanità del Tirreno cosentino ci sono nientepopodimenoche… i clan mafiosi. 

Pierpaolo Bruni
Pierpaolo Bruni

Insomma, una manovra a tenaglia, supportata anche dalle talpe interne alla DDA, per far uscire fuori questa notizia del parlamentare affiliato al clan Muto, mettere a tacere quella parte del PD che non va per niente d’accordo con Minniti e con il Cinghiale e togliere al magistrato Pierpaolo Bruni quella stessa inchiesta che aveva fatto emergere compravendite di voti alle elezioni di Cosenza del 2011. Fughe di notizie “pilotate” che sembrerebbero voler esaltare il lavoro della DDA ma in sostanza lo delegittimano. Con l’incredibile placet (sintetizzato da un imbarazzatissimo silenzio) del procuratore Gratteri.

Ieri siamo riusciti a metterci in contatto con un dipendente di vecchia data della clinica Tricarico. E’ stata una lunga chiacchierata, che vi proponiamo così com’è uscita fuori.

Ci spiega chi sono questi signori Tricarico?

INDAGINI_salaoperatoria-540x280“Gente senza scrupoli. Ti usa fin quando gli servi e poi…via. Come se niente fosse… Avanziamo dalle 10 alle 12 mensilità, mentre i loro compensi sono da capogiro…
Gli basterebbe dimezzarsi i loro compensi per recuperare i soldi che vorrebbero erogati in più dalla Regione ogni santissima volta che si mette in cantiere un piano sanitario.
Qualche anno fa avevano minacciato che, senza aumento del budget, avrebbero mandato a casa 51 persone… In realtà le hanno comunque mandate via. Senza alcuno scrupolo. Gente che lavorava li da 20 anni, gente con famiglia. Ha mandato via 19 infermieri con partita Iva, 12 tra segretari ed amministrativi, altri 10 operatori socio sanitari che lavoravano tramite le cooperative”.

Ma soltanto per colpa del budget o c’è dell’altro?

“Li ha mandati via perché ha in corso la causa del fallimento dell’Istituto Ninetta Rosano (si tratta della società che è subentrata a quella originaria e che poi ha traghettato il passaggio a quella attuale, ndr) e quindi vuole provare ad evitarlo, altrimenti ripercuoterebbe sulla nuova società, provando a dimostrare ai giudici che sta minimizzando i costi!
Ma è un’impresa impossibile: da quel che si dice hanno più di 50 milioni di euro di debiti con Equitalia, eppure, come vede, fanno tutto quello che vogliono… Un motivo ci sarà!”.

Chi sono i loro referenti politici?

adamo-minniti“Principalmente Nicola Adamo. I loro guai sono nati perché hanno litigato con i fratelli Gentile. Fino al 2008 si stava benissimo! Da allora in poi dev’essere accaduto qualcosa di veramente “pesante” perché è finita la pace. Adamo comunque ha dato una grossa mano alla famiglia Tricarico insieme a Magorno, che però è subentrato dopo, quando, grazie soprattutto a Nicola Adamo e alla moglie, è stato inserito nel giro dei “big” del PD. MI risulta che alle elezioni politiche del 2013 la Tricarico abbia finanziato la signora Bruno Bossio in Adamo con oltre 15mila euro. Così come ha fatto Citrigno, l’altro imprenditore della sanità privata legato a Nicola Adamo, alla moglie e a Magorno. Qui lo sappiamo tutti, non c’era bisogno che ce lo dicesse Minniti”.

presta-magobrunoCi spiega come funziona il sistema di gestione della clinica Tricarico?

“Il potere è gestito così: il dottore Pasquale Tricarico, il “capo” indiscusso, ha in mano la direzione sanitaria, il dottore Ciro Tricarico, che è suo fratello, è il Procuratore dell’Amministratore Unico che è un ragazzino di 23 anni, cioè suo figlio Fabrizio Tricarico,
che studia a Roma e qui viene raramente e che, ovviamente, a 24 anni, non può contare nulla. Adesso però è subentrata la mamma dell’Amministratore Unico, cioè la signora Antonella Capano che, pur non avendo alcuna carica ufficiale, ha preso in mano la situazione. Lei è l’ex moglie del dottore Ciro Tricarico. Una famigliola unita, non c’è che dire…”.

C’è qualcun altro?

denuncia-cgil“Beh, sarebbe il caso che indagaste (anche se so che ve ne siete già occupati) del passato burrascoso di colui che viene indicato come consulente legale dell’avvocato Saverio Cetraro
e cioé Marcellino Michele Sbarra. E’ un sindacalista della CGIL che in realtà dovrebbe essere un fisioterapista dell’ospedale di Cetraro: non ha mai messo mano su un paziente. Questo 5 anni fa provò a prendersi in mano la clinica. Non ci riuscì e, credetemi, era visto come il diavolo. Sia lui che la moglie, un’impiegata loro…Tale Impieri Rosaria. Adesso è stato incredibilmente rivalutato. Lui lavora all’interno della clinica. Alla moglie è stato affidato l’ufficio del personale. Combina solo danni!”.

E il clan Muto?

Il boss Franco Muto
Il boss Franco Muto

“Beh, lo davo per scontato. Lo sanno tutti che la clinica Tricarico è la clinica di famiglia dei Muto. Sin dalla prima metà degli anni Ottanta Franco Muto, i suoi parenti e i suoi clienti usano la Tricarico come meglio credono. Pensate che negli anni Ottanta la Tricarico era già attiva da parecchio e che il potere del clan si è manifestato gradatamente ma ormai da più di 25 anni è uno schifo: nella clinica gravitano personaggi di ogni tipo mandati dal clan e “quelli di Cetraro”, come li chiamiamo noi, sono di casa. Ma spero di farle avere dei documenti importanti sui tantissimi ricoveri in clinica che sono sponsorizzati da Franco Muto e famiglia”.

A presto.