Bonifati: tutte le “imprese” di Briguori, il “Berlusconi” del Tirreno

Negli ambienti della malavita, i soprannomi sono straordinariamente indicativi delle attitudini criminali dei soggetti o magari restano fissati per qualche altro particolare ma non c’è dubbio che ognuno dei delinquenti di “peso” deve averne uno.

In questi ultimi giorni ci siamo occupati di Agostino Briguori, 48 anni, di Bonifati, esponente di spicco del clan Muto sul Tirreno cosentino. Beh, più che chiamarlo col suo nome e cognome, i suoi amici (ma anche i nemici) lo identificano con un nomignolo che è tutto un programma: Berlusconi. Sì, avete capito bene: proprio il Cavaliere. E quando proprio non vogliono chiamarlo Berlusconi, optano su un più confidenziale “Silviuzzo”.

Dunque, Briguori è noto a tutti, ma proprio a tutti, come il “Berlusconi” del Tirreno al servizio del clan Muto e quindi del re del pesce. Per chiamarlo così, è evidente che Briguori dev’essere molto bravo nelle attività imprenditoriali che esercita ormai da molto tempo sulla costa con il compito principale di ripulire il denaro del clan Muto.

I suoi interessi si concentrano principalmente nel mondo dell’intrattenimento e della ricezione turistica; insomma villaggi, lidi e discoteche sono il suo pane quotidiano. Ma non solo. Proprio ieri la Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato il sequestro di beni per due milioni di euro che era stato già sanzionato al “Berlusconi” del Tirreno nell’ambito dell’operazione denominata “Cartesio”.

A Briguori sono state sequestrate società, aziende che si occupano della gestione di stabilimenti balneari, ma anche della costruzione e vendita di immobiliaffitto e gestione di servizi turisticialberghiresidenceristorantipizzerie. Tutti con sede sia nel cosentino che a Rimini e attività nei due centri commerciali del capoluogo e di Rende. Inoltre, i sequestri effettuati comprendono immobili a Bonifati, Bellaria e Igea Marina (Rimini) e Arcavacata, tra cui una villa su due livelli con affaccio su una rupe marina, terreni a Bonifati e autovetture.

Briguori non è uno che va tanto per il sottile ed è anche noto per come esercita il suo potere criminale, prevaricando tutto e tutti come se la “Legge” fosse lui e, in un certo senso, finora dev’essere andata proprio così, vista l’arrendevolezza delle autorità competenti nei suoi confronti.

Il caso limite risale alla fine dello scorso mese di giugno per come risulta da una denuncia presentata contro di lui al Comune di Bonifati e alla Capitaneria di porto di Cetraro.

Dall’anno 2003 un signore, del quale per il momento non facciamo il nome ma che è ben noto nella cittadina di Bonifati, è titolare della concessione demaniale n. 267 avente ad oggetto l’utilizzo di un’area di spiaggia, sita in località Bonifati c/da Paneduro, posta di fronte lo stabilimento “Florida Beach” di proprietà della Partecipazioni ed Investimenti srl, per finalità turistiche.

Lo scorso 23 giugno questo signore è stato costretto a recarsi presso il comando dei Carabinieri di Cittadella del Capo al fine di sporgere denuncia-querela, nei confronti di Briguori Agostino, il quale “… arbitrariamente – si legge nella denuncia – e senza avere alcun titolo, asportava l’attrezzatura balneare (ombrelloni, sdraio e lettini), di proprietà del signore in questione, posta sull’area di spiaggia concessa dal demanio e, contestualmente, provvedeva ad apporre i propri ombrelloni e sdraio per svolgere attività di servizio balneare. Nell’immediatezza, il sig. Briguori giustificava la condotta posta in essere sull’assunto che  il tratto di  spiaggia, posto di fronte il lido “Florida Beach” fosse proprietà privata e costituisse una pertinenza dello stabilimento…”. Capito che tipo? Mi prendo tutto, ti caccio fuori e… devi stare zitto.

Nonostante la tempestiva querela, tuttavia, la Capitaneria di Porto di Cetraro e la Polizia Municipale di Bonifati provvedevano a fare il sopralluogo per gli accertamenti di rito solo il martedì successivo, ossia in data 27 giugno e quindi dopo aver fatto trascorrere tranquillamente il weekend… Ma non solo.

Qualche ora prima dell’arrivo  delle autorità preposte al controllo, il sig. Briguori provvedeva a rimuovere i suoi ombrelloni dall’area e, a seguito dell’accertamento, provvedeva a reimpiantarli, come se si trattasse della cosa più naturale del mondo.

L’operazione si è ripetuta anche il 26 luglio e a tutt’oggi il “Berlusconi” del Tirreno, senza averne alcun titolo e senza alcuna concessione, continua ad esercitare l’attività balneare sul tratto di spiaggia concesso al signore che ha presentato denuncia, causando a quest’ultimo una molteplicità di danni patrimoniali e non. Occorre precisare, tra l’altro, che l’attrezzatura sottratta illegittimamente non è stata restituita.

Quanto stiamo raccontando ha davvero dell’incredibile soprattutto perché in questo stabilimento gravitano magistrati (citiamo il solito procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo ma ce ne sono anche altri…) che invece di vigilare sulla legalità si voltano dall’altra parte e fanno finta di niente.

E così Briguori continua a fare il bello ed il cattivo tempo e si accompagna con uno dei suoi amici più intimi ovvero l’architetto Gianfranco Cundari, titolare della discoteca Mamaeli sequestrata sabato scorso perché non in regola ma così sfacciato dal “recuperare” la sua festa proprio nel lido dove si è insediato il Briguori davanti ai magistrati che girano la faccia dall’altra parte.

Abbiamo raccolto questa denuncia con la speranza che il nuovo procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni possa leggere e rendersi conto di ciò che avviene. Cacciare a calci nel sedere il “Berlusconi” del Tirreno, oltre che rappresentare un atto di legalità, potrebbe essere – insieme al sequestro del Mamaeli – un segnale importante di reazione da parte dello stato non solo contro i mafiosi ma contro i pezzi deviati dello stato che continuano a permettere soprusi ed illegalità.