Calabria 2021/22. Il derby cosentino Loizzo-Gentile. 50 anni di borghesia massomafiosa

A Cosenza tra i candidati del centrodestra alla Regione erano in campo due donne con una storia familiare molto particolare, che hanno dato vita a una sorta di derby: una con la maglia della Lega e una con quella di Forza Italia. Ovviamente sono state elette entrambe, visto il potere che rappresentano a Cosenza e provincia.

Simona Loizzo è una predestinata. E’ la figlia di Bruno Loizzo e la nipote di Ettore Loizzo. Sanità e politica, due passioni che saranno costantemente al centro della sua vita (https://www.iacchite.blog/cosenza-sanita-e-politica-chi-e-simona-loizzo-la-donna-che-ha-sempre-bruciato-le-tappe/).

Katya Gentile, se possibile, è ancora più predestinata di lei per gli stessi “motivi”-sanità e politica-, ma sono i contesti familiari che cambiano.

Simona è nata e cresciuta a forza di sanità. Bruno Loizzo, classe 1931, è stato il pediatra più celebre nella città di Cosenza negli anni del boom economico e anche dopo. Era primario di Pediatria all’ospedale dell’Annunziata ma lavorava soprattutto da privato. Nonostante fosse primario anche in ospedale, non c’è famiglia cosentina, di almeno tre generazioni, che non sia passata pure dal suo studio di corso Mazzini.

La politica e la massoneria è invece Ettore Loizzo, fratello di Bruno. Prima Gran Maestro Aggiunto e poi reggente del Grande Oriente d’Italia, è stato il massone calabrese che ha raggiunto i più alti livelli della Massoneria di Palazzo Giustiniani, la più importante tra le “obbedienze” riconosciute nel nostro paese. E’ scomparso nel 2011. 

Katya è figlia di Pino Gentile e nipote di Tonino, della famiglia dei Cinghiali di Cosenza, che dal basso ha raggiunto le alte sfere della politica attraversando decenni di potere con ruoli di prima grandezza nel solito intreccio di corruzione e malaffare con pezzi deviati dello stato e affiliati alla massomafia. Tonino è stato ed è tuttora il ras indiscusso della sanità cosentina per decenni, controllando Asp e Azienda Ospedaliera in ogni angolo, dai grandi appalti alle grandi nomine, dai primari ai portantini. Un serbatoio di voti consistente, che fa il paio con quelli di Pino, numero uno dell’edilizia e del mattone dall’alto dei suoi accordi di potere con i palazzinari, “cementati” con anni e anni di potere all’assessorato regionale ai Lavori pubblici, fonte inesauribile di fondi pubblici. Ma soprattutto elemento di spicco dell’ormai famosa loggia coperta nella quale Pino Gentile è indicato dai pentiti insieme a Giuseppe Chiaravalloti e Giancarlo Pittelli. In una sola parola: cinquant’anni di borghesia massomafioda. 

Sanità e politica. Simona Loizzo coltiva da sempre la passione per la politica, sacrificando anche gli affetti familiari, è più forte di lei e tutti a Cosenza sanno che è praticamente impossibile scindere l’una dall’altra. Simona non è comunista come lo zio paterno, si definisce “da sempre liberale di destra” e vivendo a fondo la realtà dell’Annunziata, la sua strada si incrocia inevitabilmente con quella del numero uno dell’ospedale, Tonino Gentile, non ancora il Cinghiale ma semplicemente Tonino ‘u furbo o Tonino ‘u nivuru. Simona Loizzo si avvicina a Forza Italia proprio dietro la spinta di Gentile junior e tra il 2008 e il 2009 viene insignita della carica di coordinatrice provinciale del partito di Berlusconi. Simona sale sul proscenio con i protagonisti del “nuovo miracolo italiano” e – soprattutto – della trattativa mafia-stato in salsa calabrese e siciliana.

Nel 2012, poi, la Loizzo è la prima coordinatrice provinciale del neonato Popolo delle Libertà e viene incoronata in una memorabile convention con la partecipazione di tutti i big del partito e della coalizione che meno di due anni prima aveva conquistato la Regione Calabria: Scopelliti, Gentile, Santelli, Dima, Orsomarso, Giacometto Mancini, Trematerra e tutto il cucuzzaro. L’impegno politico diventa sempre più intenso e Simona Loizzo è in prima linea quando, nel 2013, il Pdl e Tonino Gentile in prima battuta difendono a spada tratta la vicesindaca Katya Gentile nella “guerra” con Occhiuto sindaco di Cosenza e sarà proprio lei ad annunciare il ritiro di tutti gli assessori del Pdl dopo lo strappo finale con il cazzaro.

Eh sì, perché nel frattempo le strade di Simona e di Katya si erano incrociate direttamente dopo la sua nomina a vicesindaca di Occhiuto e le ben note vicissitudini che portarono alla rottura col cazzaro.

Ma il feeling tra Simona Loizzo e Tonino Gentile finisce o quantomeno si raffredda e la sanità calabrese nel frattempo è ormai commissariata già da qualche anno nella persona del presidente Scopelliti, che chiude ospedali pubblici e regala soldi su soldi ai privati che è una bellezza. E le cose non cambiano certo con l’arrivo del commissario Scura, marcato stretto dal suo vice, quell’Andrea Urbani – legato a doppio filo al Cinghiale -, che ancora tira le fila della sanità calabrese.

Siamo nel 2015 e per Simona Loizzo arriva un’altra tappa fondamentale della sua carriera: la nomina a capo di Unità Operativa Complessa tutta per lei, anzi creata appositamente per lei, con tanto di proteste, sia “giornalistiche” sia politiche. Insomma, un’operazione che non era certo passata inosservata ed era stata propiziata proprio dai tanto vituperati commissari.

Non c’è niente da fare. Nella sanità calabrese non c’è sentenza che tenga. Nemmeno se a pronunciarla è il Consiglio di Stato. E così capita che gli ospedali cosentini di Praia a Mare e Trebisacce (provincia di Cosenza) non riapriranno, nonostante questo fosse stato disposto dall’organo già dal 2013, visto il potenziale bacino di utenza. A deciderlo è stato il commissario per la sanità calabrese Massimo Scura che ha preferito non inserire nella nuova rete ospedaliera, approvata pochi giorni fa, la riattivazione delle due strutture. Molto meglio invece pensare all’odontoiatria di Cosenza che, senza apparenti ragioni, da struttura semplice diventerà complessa, godendo dunque di maggiori fondi. Sarà una coincidenza, ma a guidare il reparto è la dottoressa Simona Loizzo, già coordinatrice locale di Forza Italia e poi provinciale del Pdl.

Sembra una sorta di “risarcimento” ma tant’è. Il risultato conquistato sembra aver messo in un angolo le sue ambizioni politiche.

Intanto, Katya Gentile, mandata via dalla Giunta a Cosenza, vive anni difficili alla costante ricerca di un approdo diverso da Forza Italia, passa per una svolta salviniana e si pensa che possa buttarsi sul carro del Cazzaro verde ma il programma cambia: si candida proprio nella lista di Forza Italia al posto di Pino, “azzoppato” da processi, età e tutto il cucuzzaro. In una sorta di cambio della guardia con Simona Loizzo.

Sì, perché anche l’orizzonte politico della Loizzo ormai è cambiato: non c’è più Gentile il Cinghiale né Forza Italia e neanche il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e di Beatrice Lorenzin, ma non per questo la passione e l’impegno sono venuti meno, al punto che diversi media la davano in corsa per la candidatura di sindaco alle elezioni comunali di Cosenza ma anche per una candidatura alle Regionali. Poi, l’otto gennaio, il suicidio del marito Lucio Marrocco, e il passaggio da Giletti che le spiana proprio la porta della Lega, rimasta chiusa per Katya Gentile, ma questa è un’altra storia.