Calabria, la Sorical “compra” i media di regime e va avanti con i privati. Appello all’assessore Gallo

Alla Sorical, il grande carrozzone politico-clientelare che ormai da anni imbarca papponi, parassiti, raccomandati e trombati del panorama politico ed affaristico della Calabria, c’è gran fermento. Il commissario liquidatore Gigino Incarnato detto Tic Tac ha dato ordine di far partire una massiccia campagna pubblicitaria nonostante l’azienda stia affogando nei debiti e nonostante l’erogazione dell’acqua sia semplicemente vergognosa sia per quantità, sia per qualità. Verrebbe da chiedersi con quali soldi vengono “comprati” decine di media, che ovviamente pubblicando questa gran cagata di “operazione-simpatia” non potranno poi attaccare il carrozzone di cui sopra.

Anche il tormentone scelto da questi dirigenti rozzi, incapaci e truffaldini (è appena il caso di ricordare che Incarnato andrà a processo per la grande inchiesta sulla massomafia di Gratteri, per la quale è stato anche arrestato a dicembre 2019…) suona come una beffa nei confronti dei calabresi: “Sorical c’è!”… Sì, ma dove? E soprattutto, perché? Una grandissima vergogna che è clamorosamente tollerata dalla Regione, ancora incapace di scegliere un nuovo commissario al posto dell’impresentabile Tic Tac. Che, dal canto suo, sta cercando di portare a termine il “colpaccio” del Progetto Abatemarco, funzionale solo ai suoi interessi di rimanere con le mani in pasta nel settore.

Ed è quantomeno strano che la Regione, pur avendo tra gli assessori Gianluca Gallo, non abbia ancora fermato queste squallide manovre. Perché citiamo Gallo? Ma perché l’assessore di Cassano, nonostante non sia il titolare della delega ai Lavori pubblici, prima di approdare da assessore alla Cittadella, aveva sollevato il problema giusto un anno fa nella sua qualità di consigliere d’opposizione.

Il 21 maggio 2019 Gallo si chiedeva testualmente: “Che fine ha fatto il progetto “Cantiere Abatemarco”? Quali misure sono state adottate per consentire l’adeguata informazione in favore dei Comuni? Erano questi alcuni dei quesiti che Gianluca Gallo poneva in riferimento all’iniziativa progettuale concordata tra Regione, Sorical, Unical e Comuni nell’estate del 2017, nel bel mezzo di una crisi idrica aggravata da un lungo periodo di siccità. Esattamente come adesso, né più nè meno.

«In quella occasione – ricordava l’allora capogruppo della Cdl oggi assessore – si definì un insieme di interventi strutturali da porre a base di un progetto pilota che avrebbe dovuto costituire, di fatto, il primo passo sostanziale della non ancora costituita ma obbligatoria Autorità idrica regionale».

Nello specifico, con successiva ed apposita delibera di giunta regionale adottata nel corso del 2018, si approvò uno schema di protocollo d’intesa da sottoscrivere tra le parti, destinando 10 milioni di euro alla messa in sicurezza, da parte di Sorical, dello schema idrico dell’acquedotto Abatemarco, ed altri 12 milioni all’ingegnerizzazione delle reti idriche dei comuni serviti dallo stesso acquedotto.

«A parte le legittime considerazione in ordine alle modalità ed ai criteri di individuazione dei Comuni destinatari di tali stanziamenti – osserva Gallo – c’è da rilevare come del progetto si siano praticamente le tracce: negli ultimi mesi diverse amministrazioni locali hanno sollecitato l’assunzione di impegni precisi, senza tuttavia ottenere risposta. Peraltro, se si considera che Sorical è una società per azioni deputata unicamente alla gestione degli acquedotti di proprietà regionale, e che la stessa attualmente è in fase di liquidazione e dunque impossibilitata a portare avanti operazioni di tal genere, le preoccupazioni crescono».

Da qui l’invito all’allora Governatore Mario Oliverio «a spendere una qualche parola sulla vicenda: Sorical ed i suoi lavoratori, come pure i Comuni calabresi, hanno bisogno di certezze, non di contentini, specie in un settore, quello del servizio idrico integrato, in cui grande è stata la confusione originata dall’incompetenza politica della giunta regionale».

Bene, a distanza di tempo abbiamo appreso che i 22 milioni di finanziamenti sono diventati 68 e che Incarnato, proprio qualche settimana fa, ha rilanciato questo pseudo progetto per “anticipare” la designazione del nuovo commissario e magari rimettersi in corsa per essere rinominato proprio da questa giunta regionale.

Lo scenario che abbiamo appena disegnato, con Incarnato e i suoi sciacquini che distribuiscono soldi ai media di regime e con il Progetto Abatemarco pronto a partire per privatizzare ancora di più il vergognoso sistema idrico integrato della Calabria, consiglierebbero a chiunque di intervenire al più presto. Sappiamo bene che è perfettamente inutile rivolgersi alla capra che i poteri forti hanno messo alla Regione, ma rivolgiamo invece un pressante appello all’assessore Gianluca Gallo, sensibile a queste problematiche, quantomeno per porre fine a queste manovre di uno degli impresentabili più pericolosi della malapolitica calabrese.