Casa Meloni. Michele Serra: “Il moralismo e la realtà”

(di Michele Serra – repubblica.it) – Tentando un bilancio dell’affaire Giambruno, c’è da dire che sono cose che capitano, se non a tutti, a molti, e nessuno se ne occuperebbe con speciale zelo non fosse che la casa politica investita dalla questione pullula di appelli morali, esortazioni alle virtù della famiglia tradizionale e ai suoi benefici, rimbrotti contro la decadenza dei costumi e la deriva indotta da nuove identità sessuali non conformi.

Non andassero ai vari Family Day, non dicessero che i gay sono molesti e le donne discinte se la vanno a cercare, non proponessero modelli e format ai quali attenersi, si potrebbe anche chiudere un occhio. Ma così non è: la destra patriottica, tutta patria e famiglia, ci fa la morale tutti i santi giorni, dunque si rassegni a questa incresciosa rivalsa.

Noi di sinistra siamo già avvezzi al relativismo etico, non ce ne vantiamo e non lo spacciamo per Nuovo Ordine. Cerchiamo di viverlo così come siamo capaci di fare. La destra ci faccia la cortesia di riconoscere che siamo tutti nello stesso difficile transito. Divorzi, figli fuori dal matrimonio, due o tre famiglie al posto di una: a partire da Berlusconi, che come soluzione (costosa) proponeva l’harem, la destra politica brilla per incontinenza, confusione, narcisismo, i cavoli propri come unico orizzonte etico. Perché non prenderne atto e, almeno in questo campo firmare un armistizio e smetterla di sputare sentenze “morali” tipo Dio Patria e Famiglia? Rispettare le debolezze di tutti, le fatiche di tutti, l’imprecisione di tutti: è così difficile? Se Meloni dicesse: sono Giorgia, sono cristiana, sono italiana ma come tutti non ho idea di cosa accidenti sia l’amore, non sarebbe un clamoroso passo avanti, per lei e per tutti?