Catanzaro, anche per l’avvocato Manna vale il garantismo

Le parole pronunciate dall’avvocato Manna, dopo la pubblicazione di un frame (fermo immagine) ricavato dal video “girato” dalla Dda di Salerno all’interno dell’ufficio del giudice Petrini che lo immortala nell’atto di cedere la bustarella al giudice corrotto, sono più che legittime. Tutti hanno il diritto di difendersi come meglio credono. E siamo sicuri che anche in questa occasione l’avvocato Manna saprà come far valere le sue ragioni e dimostrare, ai magistrati che indagano su di lui, che si tratta di un grosso equivoco. Infatti la “foto” (o il fermo immagine) che ritrae la “flagranza di reato” (foto di cui il povero avvocato Manna è venuto a coscienza solo ora e dalla stampa), potrebbe avere altre mille chiavi di lettura. Non bisogna fermarsi alle apparenze, anche se quelle “apparenze”, impresse nel video girato dalla Dda di Salerno, appaiono esplicite e non lasciano possibilità ad altre interpretazioni… potrebbe esserci qualche altra spiegazione che nessuno è riuscito fino ad ora a cogliere. Il garantismo vale per tutti, anche per Manna. Abbiamo il dovere di ascoltare cosa ha da dire l’avvocato Manna, e solo dopo esprimere un eventuale giudizio.

Manna si dice “certo di una celere e positiva definizione della vicenda processuale”. È convinto, giustamente, di poter spiegare ai magistrati di Salerno che indagano sulla corruzione di ben 15 magistrati appartenenti al distretto giudiziario di Catanzaro, il perché e il per come si recava nell’ufficio dell’ex presidente della Corte di Appello di Catanzaro con una bustarella contenente denaro. Del resto non è cosa desueta recarsi negli uffici dei giudici con bustarelle farcite. E i motivi possono essere tanti, e tutti leciti: magari l’avvocato Manna in vista del compleanno (o di qualsivoglia altra ricorrenza) del giudice Petrini ha pensato bene di organizzare una colletta tra colleghi per fargli un bel regalo, e non conoscendo fino in fondo i gusti dell’ex giudice, ha deciso di consegnargli direttamente i soldi in una bella bustarella. Come a dire: caro Petrini, per il tuo compleanno comprati quello che vuoi. Potrebbe essere andata così. Una cosa del genere ci può stare. Non è certo reato fare un regalo ad un amico.

Oppure: l’avvocato Manna con il denaro contenuto nella bustarella intendeva pagare alcuni francobolli che l’ex giudice Petrini, appassionato come Manna di filatelia, aveva venduto all’avvocato direttamente dalla sua collezione privata. Questa è una cosa possibile. Tutti abbiamo un hobby.

E ancora: può darsi che l’avvocato Manna, mentre si trovava a “girare” per motivi di lavoro tra gli uffici dei giudici del tribunale di Catanzaro, abbia trovato, in qualche bagno, o chissà in quale altro luogo del tribunale, una bustarella abbandonata a sé stessa, e non sapendo cosa contenesse, ha pensato, da bravo cittadino, di consegnarla al giudice con la speranza di trovare il legittimo proprietario. Anche questa cosa ci sta. Vogliamo forse punire l’onestà?

Le giustificazione possono essere tante, attenti quindi a sparare sentenze prima del dovuto. Anche per gli audio, in possesso della procura di Salerno, in cui si sente chiaramente l’avvocato parlare con il giudice del processo da aggiustare (che tratteremo domani), ci sarà una spiegazione. Le parole, si sa, possono essere, come spesso accade, travisate o addirittura strumentalizzate, e poi devono essere contestualizzate. Perciò piano con le conclusioni. Siamo sicuri che Manna saprà spiegare anche questo.

Restiamo umani e garantisti anche con Manna, anche se una considerazione ci sovviene: se avessero beccato uno di noi (un cittadino qualsiasi) nell’atto di corrompere un giudice o chissà chi altro, con una bella bustarella farcita, le manette, per l’uomo qualunque, vista la flagranza, sarebbero scattate o no?