Corigliano-Rossano, i pentiti della (con)fusione

I PENTITI DELLA CON-FUSIONE

di Giovanni FERRARI, docente universitario

(Parlando de il giorno della civetta) “E’ uno di quei libri che non avrei voluto fossero mai stati scritti. Non si può fare di un mafioso un protagonista, perché diventa eroe e viene nobilitato dalla scrittura. Don Mariano Arena, il capomafia del Giorno della civetta, giganteggia. Quella sua classificazione degli uomini- omini, sott’omini, ominicchi, piglia ‘n culo e quaquaraquà- la condividiamo tutti. Quindi finisce con l’essere indirettamente una sorta di illustrazione positiva del mafioso e ci fa dimenticare che è il mandante di omicidi e fatti di sangue. Questi sono i pericoli che si corrono quando si scrive di mafia. La letteratura migliore per parlare di mafia sono i verbali dei poliziotti e le sentenze dei giudici”, Andrea CAMILLERI

I pentiti sono indispensabili, ma…nessun pentito è munito d’un marchio di garanzia che faccia, fede per ogni sua dichiarazione presente e futura. Lo status di salariati dello Stato, che ai pentiti spetta, può ingenerare un equivoco rapporto di dare e avere tra loro e gli inquirenti. Le parole dei pentiti devono perciò avere conforti inoppugnabili: nelle cose, e in testimonianze di gente estranea al loro ambiente” Indro MONTANELLI

Nella mia vita, ho semplicemente conosciuto una infinità di pentiti di MAFIA: da Buscetta a Brusca, l’elenco è infinito, ricordiamone  a dover di cronaca alcuni tra i più famosi: (Antonino CALDERONE, Carmine SCHIAVONE, Giovanni PANDICO, Leonardo VITALE, Carmine ALFIERI, Tommaso BUSCETTA, Salvatore CONTORNO, Francesco Marino MANNOIA e tanti altri).

Purtroppo, con mia profonda amarezza ma nello stesso tempo con gioia, assisto quotidianamente ad un altro fenomeno di pentitismo, sia a Corigliano come anche a Rossano ossia quello della Con-FUSIONE.  Leggete uno dei miei ultimi articoli “Chi è causa del suo mal pianga se stesso” (https://www.iacchite.blog/corigliano-rossano-chi-e-causa-del-suo-mal-pianga-se-stesso-di-giovanni-ferrari/),  chi ride per prima piange per ultimo, adesso che voi cari concittadini soffrite, io mi diletto a godere, leggendo l’être et le néant ossia l’essere e il nulla del grande filosofo esistenzialista francese Jean Paul SARTRE.

Ho scritto tanto e ho lottato da solo, purtroppo rimasto solo ed inascoltato, ora cari concittadini gioisco nel vedervi tanto soffrire, bisogna aver pazienza, è finalmente arrivata la resa dei conti, finalmente è arrivata la disfatta, non incontro più un coriglianese ma soprattutto tanti rossanesi contenti dello sfascio in  cui sono costretti a convivere, avete votato inconsciamente a livello plebiscitario sia questa  CON-FUSIONE, sia questo povero SINDACO con questa povera amministrazione, ragazzi allo sbaraglio, che purtroppo, si trovano ad amministrare un territorio così vasto e così ricco, non conoscendo il minimo comune denominatore di cosa significa il senso logico ed etimologico di AMMINISTRAZIONE,  a distanza di due anni l’intera comunità è scioccata, costretta a vivere e convivere  nella slavina, strade dissestate, inquinamento atmosferico ed ambientale, fognature a cielo aperto,  il porto abbandonato, il turismo distrutto, la vergogna di come è ridotto il lungomare, immondizie ovunque, montagne di spazzatura, le frazioni completamente abbandonate,  le elezioni a Corigliano sono state una vera e propria farsa,  è stata azzerata la democrazia. Tutte le inchieste in corso presso la Procura della Repubblica di Castrovillari e presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro dimostrano il forte livello di inquinamento nelle istituzioni. A saputo seminare bene ed ingannare la povera gente che ha creduto in lui, oggi al contrario assisto con piena soddisfazione, ovunque mi trovo alle campane SUONARE a festa, la gente FISCHIARE e GRIDARE  ad alta voce, è un  latitante sconosciuto, costretto a non uscire da casa e rimanere solo abbandonato al proprio destino. Il rimpasto avvenuto in questi giorni  è semplicemente una farsa, di fatto l’amministrazione è fallita  non esiste più, è crollata in una profonda agonia. La politica serve per distribuire lavoro e ramazzare lavori, dirottare finanziamenti, gestire consensi e garantire pace, ma è solo un ingranaggio di un sistema in cui tutto; l’imprenditoria, le istituzioni, la società si tiene e tutto ruota attorno ad appalti, finanziamenti, posti di lavoro, persino eventi culturali, i coriglianesi sono in perfetta compagnia di un burattino o di un burattinaio.

Corigliano e i coriglianesi ma anche i rossanesi attraversano un periodo nero, buio dove i protagonisti in negativo sono gli amministratori comunali, funzionari pubblici, imprenditori privati e spesso parenti di politici collusi con il malaffare, resta lo sconcerto e il disorientamento nelle persone ma soprattutto nei giovani che vedono, scavalcati i loro figli tanto preparati, superati dai raccomandati di cui parlano le inchieste. In questo tragico contesto cresce la sfiducia nella classe politica, si invoca da anni  la riforma della burocrazia principale nemica, nella pubblica amministrazione, dei cittadini che sbattono contro mura, che frenano lo sviluppo imprenditoriale. Oggi più che mai  serve una dura lotta alla corruzione, alla delinquenza dentro i palazzi.

Il popolo Coriglianese e quello Rossanese hanno deciso da chi farsi governare o meglio da chi non farsi governare, si sopravvive  in un vuoto profondo, le mie  parole  non sono il disprezzo per qualcuno, bensì lo stato d’animo  da tantissima gente. La mia amarezza nasce dal profondo amore che nutro per la mia terra che mi ha generato. Ognuno era convinto che la FUSIONE  fosse cosa buona al contrario siamo crollati nella totale CON-FUSIONE, oggi assistiamo ad un fenomeno di pentimento di massa, infatti si pensa e si auspica ad un ritorno alla propria autonomia, è il mio ultimo grido di speranza, si era creduto alla possibilità  di avviarci  verso un cambiamento, non certo radicale, non da fare tutto in un giorno, ma qualcosa nelle nostre coscienze, nella nostra mentalità avremmo potuto cambiarlo. Avviare un cambiamento basato sul buon esempio, avrebbe significato tanto in una terra abbandonata da anni al proprio destino.

Il mio augurio sentito e forte che rivolgo a tutti voi miei cari concittadini, dopo tante e lunghe mortificazioni e umiliazioni, con la speranza e l’augurio che le due città Corigliano e Rossano possano tornare alla propria identità, è che finalmente dopo questa disastrosa esperienza si possa ritornare, ogni comunità alla propria storia, alle proprie tradizioni, alla propria geografia, alle proprie abitudini.