Cosenza. Caso Funaro, “derby” tra scagnozzi per il nuovo vice Franz. Gli affari di Capu i Liuni&Gigino Tic Tac

La motivazione con la quale il sindaco Franz Caruso ha inteso revocare le deleghe concesse all’ormai ex vicesindaco Maria Pia Funaro, è veramente ridicola, e in quanto tale, espressa unicamente per nascondere la solita verità scomoda che nessun cittadino deve sapere. Franz sostiene che il rapporto fiduciario tra la Funaro e la sua giunta è venuto meno. E questo per via del fatto che, in questi ultimi mesi, la Funaro aveva manifestato la sua contrarietà alla rimozione, ordinata dal sindaco, della piazza occhiutiana (la piazzetta davanti alle scuole elementari) di via Roma. Un tradimento che Franz, evidentemente, si è legato al dito. Per un anno e mezzo Franz ha covato rancore nei confronti della Funaro, senza mai far trapelare niente, trovando solo ieri il coraggio di “rinfacciarle” la sua slealtà in quel lontano episodio.

Franz non può raccontare ai cittadini che ad ordinare la cacciata della Funaro è stato il vero sindaco della città: Nicola Adamo. Ed è per questo che l’ha buttata sulla “fiducia venuta veno”, ma la verità è che la Funaro da tempo è invisa a Nicola perché – come abbiamo già evidenziato https://www.iacchite.blog/cosenza-il-pd-come-gomorra-boccia-lancia-maria-pia-funaro-contro-adamo/ – rappresenta quella parte del Pd guidata dal vigliacco e impresentabile Francesco Boccia, che sta cercando di riuscire dove tanti, molto più sgamati di lui, non sono riusciti ovvero ridimensionare Capu i Liuni e la sua banda.

Per esempio: l’elezione a segretario provinciale del Pd di Vittorio Pecoraro, arrivata dopo lunghi ed estenuanti intrallazzi, tra accordi iniziali e disaccordi finali, è stata maldigerita da Nicola che ha visto nella sua nomina – sostenuta da Gentiloni che aveva costretto l’allora commissario Boccia, all’inizio contrario alla candidatura di Pecoraro, a ritornare sui suoi passi -, un depotenziamento del suo controllo sul partito. Seppur favorevole all’inizio alla candidatura di Pecoraro, che doveva passare come una sua creatura, Nicola Adamo si è sentito tradito quando ha capito che la triade Pecoraro-Mazzuca-Funaro, non avrebbe più risposto ai sui ordini. L’adesione alla “cordata di Gentiloni e Boccia” dei tre, oltre a garantirgli le giuste coperture romane, le stesse che hanno costretto Nicola a dover sostenere il candidato unico Pecoraro per “disciplina di partito”, li ha resi di fatto immuni dal dover riferire tutto “al capo paranza”. E questo, a Cosenza, non è possibile. Tutti devono dar conto a Capu i Liuni. Che non ha perso tempo a far capire a Mazzuca e Pecoraro che gli conviene adeguarsi alla situazione, magari mantenendo, per salvare le apparenze, le distanze in pubblico, se non vogliono fare la fine della Funaro, che di adeguarsi non ne ha avuto voglia. Le minacce fatte circolare sulle possibili “dimissioni forzate” di Mazzuca, e l’attacco mirato portato avanti da Iacucci e Bevacqua a Pecoraro, hanno fatto centro. Chi comanda a Cosenza è chiaro a tutti.

Infatti sia Pecoraro che Mazzuca non c’hanno messo molto a mollare la Funaro. Le loro dichiarazioni sono ancora più ridicole di quelle del sindaco. Dicono di aver appreso della decisione del sindaco di defenestrare la Funaro solo da poche ore, e che il Partito Democratico provinciale non era stato informato di questa decisione, rimettendosi, completamente, alle decisioni di Franz. Non c’hanno nemmeno provato ad abbozzare, anche solo per salvare le apparenze, una difesa d’ufficio della Funaro.

Gli interessi in gioco sono tanti e Nicola Adamo deve poter operare in tranquillità. Si parla di vicende anche molto imbarazzanti, come quella del Palazzo Parisio in pieno centro cittadino avvolta da un mistero che non si spiega se non con qualche intrallazzo comune non solo a Nicola Adamo ma al suo indiscusso braccio destro, che ormai da anni è Gigino Incarnato, detto Tic Tac, al quale sono di fatto affidate tutte le grandi manovre dei cantieri e dei lavori pubblici.

Dalle stanze dei bottoni di Palazzo dei Bruzi, silenzio assoluto. Non esce manco una parola. Dal punto di vista dei documenti, poi, ancora peggio. Chiusura totale. Di riffe e di raffe, siamo riusciti a sapere:

– che i vecchi proprietari sono stati costretti a vendere
– che è stato disposto l’abbattimento della antica struttura per inesistenti pericoli statici
– che con una procedura d’urgenza è stata autorizzata la costruzione che è immediatamente partita.
– che è una operazione del solito duo (Adamo-Incarnato) per rimpinguare le casse … loro.

Nel frattempo la costruzione avanza a ritmi molto accelerati. E pensare che il primo cartello di cantiere portava scritto “Interventi di manutenzione straordinaria”. Domanda: è stato lecito, in pieno centro, che a seguito della demolizione di un fabbricato esistente sia stata consentita la costruzione di uno nuovo di altezza e volume da 2 a 4 volte superiore a quello demolito? Altra domanda: è vero che vendono a 2 mila euro al metro quadro benedica otto e nove fora maluacchiu? Abbiamo l’impressione che la nebbia stia andando oltre il “porto” che ormai più non si vede. 

E non è solo questo lo “scandalo” che aleggia sulle grandi manovre di Nicola Adamo e Gigino Incarnato, che non perdono occasione – come si vede dalla foto – per fare riunioni e stabilire accordi con la peggiore feccia della città. Ci sono i cantieri a manetta del centro storico, quelli annunciati in altri quartieri popolari e persino le voci ricorrenti su interventi della magistratura e denunce di imprenditori onesti che gravano sulla frenesia di Capu i Liuni e Tic Tac, le cui manovre sono sempre più chiare a tutti.

La Funaro, in tutto questo can can, è diventata un elemento di disturbo che andava eliminato. A questo punto, è aperta la “caccia” al successore. Radio Palazzo dei Bruzi ha già annunciato da tempo che sono due i soggetti indicati per andare a ricoprire il ruolo di vice Franz e non si tratta di “promozioni” ma in entrambi i casi di declassamenti o addirittura “punizioni”. Il candidato numero uno è Damiano Covelli, attualmente assessore ai Lavori pubblici e sempre più chiacchierato, al punto tale da infastidire persino i due “capi paranza”. Passando a vicesindaco potrebbero levargli anche la delega ai lavori pubblici in maniera da renderlo più innocuo di quanto già non sia. Insomma, una vera e propria beffa.

Ma non c’è dubbio che la beffa maggiore potrebbe toccare ad un altro degli scagnozzi più repellenti che frequentano il bordello di Palazzo dei Bruzi ovvero Giuseppe Mazzuca, attualmente presidente del Consiglio a 3.500 euro al mese. La sua nomina a vicesindaco sarebbe a tutti gli effetti una “punizione” per aver mancato di rispetto al suo capo in occasione dell’elezione di Pecoraro e questa voce è sempre più insistente, almeno quanto quella di Covelli, da un paio di mesi. Ovviamente, se a Mazzuca davvero dovesse essere affibbiato il “pennacchio” di vice Franz, qualcuno dovrebbe sostituirlo nel ruolo di presidente del Consiglio. Il candidato numero uno sarebbe il “fedelissimo” Raffaele Fuorivia ma non è escluso un clamoroso colpo di scena che porterebbe di fatto in maggioranza qualcuno che in questo momento ne è fuori. Intelligenti pauca.