Cosenza. Ciao Eduardo, una vita vissuta per il teatro

Tutta la città di Cosenza ma in particolare quella legata al mondo teatrale e culturale piange la scomparsa di Eduardo Tarsia, fondatore dell’Officina delle Arti. Di seguito, qualche accorato ricordo.

Eduardo Tarsia non è più tra noi.
Un grandissimo amore e una vita vissuta per il teatro. Con tanti sacrifici personali e familiari ha inventato l’OFFICINA DELLE ARTI, un importante luogo di produzione culturale
e di incontro nel centro storico di Cosenza.
Un Teatro molto frequentato da tanti cittadini dell’area urbana. Ha prodotto e diffuso insieme a tanti artisti cultura e significativi momenti di aggregazione. Mancherà alla città di Cosenza un grande idealista e soprattutto un uomo con la schiena dritta. Ciao carissimo amico mio. Riposa in pace. (Piero Minutolo, ex sindaco di Cosenza)

La scomparsa di Eduardo Tarsia mi rattrista profondamente. Eduardo è stato un magnifico idealista per il Centro storico di Cosenza, dove con lungimiranza e coraggio ha collocato la sua magica Officina delle Arti, portando allo Spirito Santo e alla Castagna, attraverso il teatro e più in generale la cultura, quella vita che i cosentini vogliono che torni a penetrare sempre più in tutta Cosenza Vecchia. Eduardo ha costruito qualcosa d’importante per la sua rinascita, ben meritando di Cosenza. Grazie Amico, r.i.p. (Paolo Palma)

Hai lottato tanto e ci hai insegnato tanto.
Hai creato qualcosa di unico e irripetibile in questa città.
Non so se la nostra ammirazione ti ha ripagato dei tuoi sforzi, ma certamente nel luogo in cui ora ti trovi non ci sono più vincoli o burocrazia e potrai realizzare le visioni che coltivavi con caparbia.
A noi, che entravamo in punta di piedi e con gli occhi incantati in quel “luogo dei sogni” che era il tuo teatro fuori dal tempo, resta il grande rammarico di aver perso un amico e un artista indomabile, che tanto ha dato a Cosenza e alla sua Cultura.
Grazie di tutto, Maestro (Bianca Rende)

Mi unisco al cordoglio diffuso per la scomparsa di Edoardo Tarsia.
Aldo, per come era conosciuto nei rioni del centro storico dove a partire dal 2013 diede vita all’interessante esperimento dell’Officina delle arti, è stato uomo di cultura, di sperimentazione e anche e soprattutto di azione.
Decise, in un periodo in cui l’amministrazione comunale guardava altrove, di investire nel centro storico, e allo Spirito Santo, davanti al mattonificio Mancuso e Ferro, un’area completamente da risanare, aprì la sua Officina, un luogo unico alle nostre latitudini. Un po’ Parigi, un po’ Vienna, un po’ Milano.
Mise in scena teatro di sperimentazione, di avanguardia, in dialetto, notevoli i suoi sforzi di portare in scena le opere di Michele De Marco, il celeberrimo Ciardullo. Ospitava artisti di strada, sollecitava il ritorno sul palcoscenico di talenti locali. E apriva, in una città in cui gli spazi fisici di discussione non ci sono quasi più e sono tutti a pagamento, la sua officina alla discussione.
Fu in una di queste occasioni, quando Bianca Rende organizzò un partecipato dibattito, che lo incontrai per l’ultima volta. Mi colpì il suo sguardo dolce e quasi commosso nel dialogare con cittadini che scoprivano la sua Officina, chiedevano informazioni sul luogo, si informavano sul calendario della sua attività.
Aveva un’espressione a volte delusa e disillusa sul presente, nella quale però si percepiva dagli improvvisi bagliori dei suoi occhi speranza per il futuro.
Addio Maestro (Giacomo Mancini)