Cosenza corrotta, Occhiuto e Spagnuolo alla resa dei conti con Morra e la Manzini

Occhiuto annuncia denunce e querele, e dice: visto che la politica a Cosenza si fa con le denunce, ho deciso di farle anche io.

Inizia male e con una grossa bugia la conferenza stampa convocata da Occhiuto (ieri pomeriggio) in merito ai problemi sorti nell’iter burocratico/amministrativo per l’abbattimento dell’ex Hotel Jolly, e per la creazione del Museo del nulla di Alarico, “stoppato” dalla Direzione generale Abap, “con l’annullamento in autotutela della nota n. 9749 del 7 agosto u.s. a firma del soprintendente Abap per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone”.

Occhiuto parla come se non avesse mai denunciato nessuno in vita sua, si pone allo stesso livello del “normale cittadino” che non è mai entrato nella stanza del procuratore capo di Cosenza il Gattopardo. Parla da verginella Occhiuto, come se non si fosse mai trovato ad intrallazzare, nelle stanze dei pm Cozzolino e Tridico, contro i suoi nemici, per costruire falsi procedimenti penali nei loro confronti. Qualche esempio pratico (non le sue chiacchiere): bomba alla questura, spinelli a Iacchite’, sovversione, chiusura giornale, perquisizioni. Questi sono fatti, vissuti sulla nostra pelle in prima persona.

Occhiuto è di casa in procura e questo lo sanno tutti, tant’è che nessuna delle denunce presentate contro di lui, da diversi cittadini, con tanto di prove, carte, e riscontri ha mai trovato accoglimento presso il Tribunale, per lui esiste una sola sentenza: archiviazione. Ma nonostante ciò il tono usato da Occhiuto è quello della vittima, del perseguitato, e lancia un’accusa che detta da lui assume i connotati di barzelletta: denuncia la presenza di un “comitato d’affari politico e ideologico” composto da politici, accademici e semplici cittadini che avrebbe influenzato le decisioni del Mibact a danno delle politiche turistico-culturali della città di Cosenza. Se non l’avessimo sentita con le nostre orecchie, avremmo fatto fatica a credere a questa affermazione di Occhiuto. Proprio lui che i “comitati di affari” a Cosenza li ha inventati e diretti. Vedi, sempre per fare esempi concreti e non chiacchiere, le ditte amiche, gli appalti spezzatino, gli appalti mafiosi, gli incarichi agli amici degli amici. Per cinque anni ha gestito i propri loschi affari, utilizzando la carica pubblica di sindaco, attraverso una cupola composta dalle maggiori cariche istituzionali: prefetto (Cannizzaro) questore (Anzalone) procuratore capo (ieri Granieri, oggi il Gattopardo), colonnelli dei carabinieri (Ferace), e politici corrotti coperti da importanti pezzotti della chiesa. Cupola che continua a governare anche oggi, ma con personaggi diversi.

Nell’annunciare denunce non fa nomi Occhiuto, da vigliacco qual è, ma i riferimenti sono chiari: a cominciare dalla senatrice M5S Margherita Corrado, la prima ad annunciare la “sospensione” dei lavori del Museo del Nulla di Alarico”. A seguire Nicola Morra e Laura Ferrara, Fabio Gallo, Giuseppe Cirò, Battista Sangineto, e tutti coloro i quali hanno osato ficcare il naso nei suoi affari.

È chiaro che a suggerirgli questa mossa è stato quel Gattopardo del procuratore capo, per bilanciare i tanti procedimenti penali aperti dalla Manzini sull’amministrazione Occhiuto. Ricordando che Occhiuto è indagato e prossimo al rinvio a giudizio in due procedimenti penali: uno della Dda di Roma. E l’altro della procura di Cosenza, a firma Manzini, sui falsi rimborsi all’economato comunale. Un modo per avere qualche argomento difensivo, e per giustificare i tanti procedimenti aperti contro la sua amministrazione. Come a dire: sono vittima di un complotto guidato dalla Manzini e da Morra, che inventano ogni giorno, contro di me e i miei collaboratori, reati immaginari. Perciò ho deciso di difendermi denunciando questi delinquenti (riferito alla Manzini e Morra).

Insomma il Gattopardo, che di problemi giudiziari ne ha anche lui, e presto vi diremo, organizza quel che rimane della cupola e prova un contrattacco. Ma prima di passare all’azione si è assicurato la non belligeranza da parte di Gratteri, con il quale sono diventati grandi amici. Chissà perché. Il tentativo è quello di rompere l’accerchiamento nel quale si trovano il Gattopardo e Occhiuto, messi sotto pressione dall’asse Manzini/Bruni/Lupacchini/Facciolla.

Resta da capire se la denuncia annunciata da Occhiuto sarà presentata oltre che a Cosenza, direttamente nella stanza del Gattopardo, anche a Roma presso l’ufficio del procuratore capo Pignatone che già indaga su Occhiuto e Clini. Questo perché alcuni reati ipotizzati da Occhiuto si sarebbero consumati a Roma. E se così è allora bisognerà presentare anche una denuncia alla procura di Salerno visto che a complottare contro di lui ci sono anche magistrati, quali la Manzini, e non solo. Questa potrebbe essere l’occasione per il Gattopardo per pareggiare i conti a Salerno.