Cosenza, Occhiuto-Madame Fifì: la resa dei conti

La sparata di ieri di Occhiuto – dove accusa senza mezzi termini Capi i Liuni (Nicola Adamo) e lo strozzino (Piero Citrigno) non solo di tramare contro di lui, ma di aver messo gli occhi sulla Sorical con l’intento di organizzare l’ennesimo atto speculativo a danno dei cittadini con la complicità del prestanome di Capu i Liuni, ovvero la verginella di Luigi Incarnato – ha prodotto una deflagrazione all’interno dei clan politici/mafiosi cittadini. Tutte le regole sono saltate. E tutti gli accordi annullati.

Con le sue cantate, Occhiuto, oltre ad infrangere la sacra regola dell’omertà tanto cara ai marpioni cittadini di serie A, ha di fatto dato il via ad una guerra tra feroci bande politiche/massoniche/mafiose che si presume, per come è iniziata, sarà  senza esclusione di colpi.

La “cacciata” della Sorical dalla città è una forzatura, un falso clamoroso, in classico stile cazzaro. Gigino Incarnato non consegnerà nessun mazzo di chiavi ad Occhiuto per il semplice motivo che il sindaco, prima di sparare cazzate, deve fare una gara (anche se lui è allergico ai bandi) e poi, casomai, farsi dare le chiavi.

In ogni caso, ormai è chiaro che il clan degli Occhiuti è schierato contro il clan di Capu i Liuni.

Ma torniamo ad Occhiuto che si “canta” lo strozzino Citrigno. Le reazioni a questo sgarro, o se volete la prima offensiva contro il clan di Occhiuto, dopo le sue cantate, potrebbero arrivare a breve.

La risposta di quella verginella di Incarnato, espressa nel post dove Occhiuto se la canta,  non è da considerarsi un “attacco” vero e proprio. Primo perché arriva da un gregario e dunque vale poco, secondo perché è scritta male e non dice niente. 

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. 

E la prima “dura” a scendere in campo per rendere la pariglia ad Occhiuto, potrebbe essere quella magara di Madame Fifì. Con una Madame Fifì in campo potrebbero essere, per il clan di Occhiuto, i primi veri uccelli diabetici. Già, perché Madame Fifì di cose ne sa. Specialmente su Occhiuto. E non penso che sia disposta a coddrarsi lo sgarro che Mario ha fatto a Nicola. Per quanto siano una coppia aperta e moderna, Capu i Liuni resta comunque suo marito, e qualcosa in sua difesa dovrà necessariamente dirla.

C’è stato un tempo in cui i due, Madame Fifì e il cazzaro, erano molto amici. Fu Madame Fifì alle amministrative del  2011 a convincere Capu i Liuni ad appoggiare Mario sottobanco, a discapito di Perugini. A quel tempo stare sotto l’ala protettrice di Madame Fifì conveniva ad Occhiuto che aveva capito che per fare gli affarucci sporchi a Cosenza era quella la gente giusta da frequentare.

Erano talmente amici che Madame Fifì pur di farlo eleggere sindaco si occupò di incaricare i suoi scherani di mediare con gli amici degli amici per avere un occhio di riguardo verso il suo pargoletto Mario. Un’amicizia vera e a tratti commovente, quella tra i due.

Madame FiFì e il cazzaro si conoscono bene. Si conoscono talmente bene da aver dato adito a pettegolezzi scandalistici su questo loro “stare sempre insieme”. Due amici per la pelle.

Ma quel tempo è passato ed oggi Mario, come gli scissionisti di Scampia, ha deciso di rompere il patto di sangue che li legava. Una ferita profonda nel petto di Madame Fifì che su di lui aveva puntato. Un oltraggio che non resterà impunito. Samo alla vigilia dello scontro finale prima dell’arrivo delle sirene. E sono sicuro, come ho sempre sostenuto, che Madame Fifì venderà cara la pelle.

GdD