Gioacchino Criaco: “Macannan il Dio dello Stretto”

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco 

Macannan il Dio dello Stretto

Macannan Mc Lir camminava sulle acque ben prima di Cristo. Addirittura, ci passava sopra al galoppo, in groppa al suo destriero. È per spartirsene l’ebbrezza che ci fa il dono, sputeremo da sopra la passerella del Dio addosso ai marinai affranti della Caronte, faremo il gesto dell’ombrello rivolti a turno verso Scilla e Cariddi lasciandoli a pancia vuota per l’eternità.

Era destino, quello che non sono stati capaci di fare in migliaia e migliaia di anni Dei frivoli e futili venuti dall’Africa e dall’Oriente, lo farà in un baleno un Dio pag(d)ano sceso fra gli ozi e i vizi di noi arretrati grazie alla ola di un manipolo di sudici visionari. Ci toccherà scarpinare ininterrottamente da una all’altra sponda, addio pennica sulla sabbia di Catona, goodbye linguine cozze e vongole dei ritrovi di Ganzirri. Ci faranno muovere alla velocità della luce. Magari, a forza ci daranno il lavoro. Alla faccia di Cetto che, svenduto u pilu, ora cerca di smerciare nostalgiche caciotte di capra pseudo aspromontane.
È il progresso che arriva, la modernità promessa. La condanna alla velocità per noi nati stanchi.

E pure se alla fine il ponte non si farà, potremo dire di esserci stati, di aver sognato insieme, di aver cacciato a calci la gente dalle case, seminato ferro e cemento in un paradiso da tarlare. Di aver fatto di tutto solo per qualche dollaro e qualche voto in più. Poi ci sveglieremo davanti alle fauci di Scilla e di Cariddi, sempre pronti ad addentarci, ma senza mai farlo davvero, con gli strepiti colorati del Mongibello ad allietarci i pranzi e le penniche.