In Tribunale per avere più ore di sostegno: la battaglia dell’Anief

Nonostante le Nazioni Unite considerino l’Italia il paese dove funziona meglio l’inclusione scolastica dei disabili, in realtà ottenere il dovuto per molti scolari con bisogni speciali non è cosi’ facile e immediato.

Non sempre infatti il numero di ore che si dovrebbero trascorrere con l’insegnante di sostegno coincidono che le reali esigenze del ragazzo o bambino. Molto spesso il tempo assegnato è poco, non sufficiente per svolgere un adeguato percorso individualizzato.

“La via per ottenere ore di sostegno agli alunni disabili continua a passare per la logica del “canestrello” di ore concesse di anno in anno dagli Uffici scolastici regionali, sulla base dei cordoni finanziari indicati dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), spiega l’ asoociazione sindacale Anief di Cosenza.

I ragazzi che riportano una patologia grave sono più protetti, ma per gli altri non viene garantito quanto redigono i medici e i tecnici del settore riabilitativo nel profilo dinamico-funzionale, sulla base del quale poi si prospetta il Piano educativo individualizzato. Una situazione gravosa per la scuola e per le famiglie che si vedono costrette a difendersi per vie legali.

È esemplare in questo senso una sentenza del Tar della Calabria che, con provvedimento d’urgenza, ha accolto le tesi dell’avvocato Luigi Bloise dell’Anief, concedendo ad un alunno disabile di una scuola primaria della provincia di Cosenza, l’assegnazione del corretto monte ore di sostegno didattico nel rispetto delle determinazioni riportate nel Piano educativo individualizzato, al ragazzo erano state negate nove ore di sostegno.

Il Tribunale ha, pertanto, condannato il Miur “ad assicurare all’alunno il rapporto di ore necessarie per il sostegno scolastico sino all’approvazione del Piano Educativo Individualizzato”. La stessa sentenza, spiega ancora l’ Anief, pone un principio di diritto fondamentale cioè che l’attribuzione dell’insegnante di sostegno in deroga costituisce per l’alunno disabile, un diritto soggettivo condizionato dalla circostanza e che “esso deve essere di volta in volta commisurato alle specifiche difficoltà riscontrate nell’area di apprendimento”.

“L’intervento di sostegno – come evidenzia la sentenza – e, in particolare, il numero di ore di sostegno concretamente spettanti al portatore di disabilità vengono determinate in base alla tipologia dell’handicap, quale risulta dalla diagnosi e dal profilo dinamico-funzionale, in correlazione con le effettive esigenze educative, come definite dal Piano Educativo Individualizzato”.

Del resto, la legge contempla la possibilità di assumere insegnanti di sostegno, in deroga al rapporto docenti/alunni. Il caso è stato risolto grazie all’iniziativa patrocinata dal giovane sindacato “Sostegno: non un’ora di meno!” un’idea avviata in autunno,e prorogata sino alla terza decade di marzo.

Infatti gli interessati possono ancora richiedere le istruzioni operative e l’elenco dei documenti necessari per far valere i propri diritti in tribunale scrivendo all’indirizzo e-mail [email protected], sino al prossimo 21 marzo, sia per le famiglie direttamente interessate, sia per i docenti e/o i dirigenti scolastici che intendano segnalare i casi di alunni disabili privi di sostegno adeguato.