Insieme per Rende: “Il grande imbroglio del predissesto: Manna chieda scusa a Bernaudo”

Il tempo è galantuomo. Una vecchia massima che oggi suona molto attuale in relazione all’assestamento di bilancio approvato dal Consiglio comunale di Rende lunedì 30 novembre 2015.

Il Comune di Rende esce dal predissesto non dopo i canonici 10 anni, ma solo dopo 3 anni. Esattamente quello che i socialisti di Rende hanno sempre sostenuto. Dopo anni di strumentalizzazioni (sarebbe meglio chiamarle bugie?) che hanno avuto una parte significativa nella sconfitta elettorale del 2014, la verità viene a galla. Paradossalmente sono gli stessi “accusatori” che “scagionano” gli “accusati”.

Tutto lo schieramento che attualmente governa Rende e tutti gli elettori che hanno votato Manna avrebbero il dovere di chiedere scusa agli amministratori dell’epoca a cominciare dal sindaco Umberto Bernaudo per finire a tutti gli assessori (ce n’è qualcuno perfino nelle fila dell’attuale maggioranza). Immagino che non lo farebbero nemmeno sotto tortura.

Umberto Bernaudo
Umberto Bernaudo

E’ necessario, dunque, rivalutare l’azione amministrativa di tutti gli assessori della giunta e, in particolare, quella di Umberto Bernaudo che ha pagato cara questa esperienza amministrativa subendo anche gli arresti per essere poi completamente scagionato in più gradi di giudizio.

Il Consiglio comunale del 30 novembre gli restituisce anche quello che ai socialisti di Rende è stato sempre evidente e cioè la sua elevata capacità amministrativa. Bernaudo e la sua giunta sono riusciti non solo a fare grandi opere pubbliche al servizio della città e dell’area urbana, ma sono riusciti anche a gestire in modo del tutto legittimo i servizi di un comune che incassa trasferimenti finanziari per 35.000 abitanti, ma che nella realtà quotidiana fornisce servizi a oltre 70.000 persone.

Dalla cronaca di questo anno e mezzo di gestione di Destra è facile rilevare bugie e strumentalizzazioni. La giunta di Destra che governa Rende ha cercato di far passare meriti per demeriti e perfino per illegittimità.

Ora sono essi stessi a dover ammettere che nulla era illegittimo e che tutti i debiti fuori bilancio sono stati fatti solo per “somministrare” servizi indispensabili ai cittadini di Rende.

Per chiudere è necessario, però, precisare che la gran parte dei debiti fuori bilancio sono derivati da sentenze che hanno visto il Comune di Rende soccombere e da spese sottostimate. Riguardo queste ultime facciamo l’esempio dei costi telefonici. In sede di bilancio preventivo l’ufficio Ragioneria ha inserito dei valori che si sono rivelati troppo bassi rispetto agli effettivi consumi.

Vorremmo, infine, sottolineare con forza il fatto che il sindaco di Rende doveva gestire con trasferimenti statali per 35.000 abitanti una popolazione effettiva di 70.000. Questo, mi sembra più che naturale, ha comportato problemi finanziari e di cassa notevoli. Problemi superati brillantemente dal punto di vista della “somministrazione” del servizio, meno brillantemente dal punto di vista finanziario a causa delle difficoltà di cassa rivenienti dalla insufficienza dei mezzi finanziari assegnati al Comune.

Ora tutto è più chiaro. Resta il grande merito a Umberto Bernaudo e ai suoi assessori (nessuno escluso) di essere stati capaci di amministrare molto bene pur in presenza di grandi difficoltà.

Insieme per Rende