L’Università dei poteri forti: lo strano caso dei servizi informatici

Crisci e Saccà

In questi giorni Repubblica ha certificato il fallimento delle politiche del rettore dell’UNICAL e del suo staff, delegato alla didattica in testa.(http://www.repubblica.it/scuola/2017/06/12/news/boom_degli_atenei-167944856/)

L’UNICAL precipita mentre l’Università Magna Grecia di Catanzaro vola.

Al di là di tutte le statistiche positive che Gino Crisci va continuamente a cercare su google con l’obiettivo di dimostrare a tutti che le cose non vanno come appaiono, questo dato è il più cinico.

Gli studenti, nel momento in cui insieme ai propri genitori e familiari decidono di scegliere in quale Ateneo proseguire il proprio percorso di studi scartano l’UNICAL. La scartano nonostante sia vicina alla propria città, nonostante dia un alloggio, nonostante sia un campus. Tutto ciò dovrebbe far riflettere. I giovani e i loro familiari parlano, si confrontano, si informano e percepiscono che questo Ateneo non dà prospettive.

Pensandoci bene ci rendiamo conto che non poteva essere altrimenti. Se l’Ateneo viene gestito in modo clientelare elargendo incarichi e ruoli a persone di propria fiducia o convenienza, che ritorno positivo ci si può aspettare di ricevere? Se semini spine devi metterti le scarpe recitava l’antico adagio.

Il rettore Gino Crisci

E’ di questi giorni l’ennesima riorganizzazione del personale e degli uffici a firma del direttore generale. Riorganizzazioni che non riescono a dare un impulso all’Università perché non concepite per raggiungere degli obiettivi così come prevede la legge ma bensì per piazzare le persone dell’entourage del rettore.

Il tutto viene fatto sotto il naso dei sindacati che abbaiano senza mai mordere. Presto parleremo anche dei parenti e dei mariti dei sindacalisti che hanno fatto celeri carriere in UNICAL senza averne i titoli e tantomeno i meriti.

E che dire delle questioni di rilevanza nazionale sollevate peraltro da IL FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/30/universita-terremoto-sul-consorzio-degli-errori-basta-milioni-senza-gare-a-cineca/1724188/ relative all’ affidamento dei servizi informatici di segreterie studenti e didattica (U-GOV ed Esse3) che il Cda del 14 aprile 2014 dell’Università della Calabria aveva concesso un anno prima a Cineca, senza espletare alcuna gara, per un importo triennale pari a 1.592.843 euro +Iva?

Nel CDA UNICAL l’esperto di informatica è un pupillo del boss Mimmo Saccà – oggi anche prorettore – tale Luigi Palopoli. Quindi sicuramente il suo parere ha avuto un peso.

Nel seguente articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/06/ricerca-sentenza-si-abbatte-su-cineca-fondi-annuali-miur-sono-aiuti-di-stato-solo-per-il-2015-deve-ridare-187-milioni/3423350/ peraltro, ecco cosa si legge:

…. e neppure le Università, che hanno continuato come nulla fosse a dare affidamenti diretti (senza gare). Quella della Calabria, ad esempio, che sta continuando a utilizzare (e remunerare) il consorzio come proprio fornitore a seguito di un affidamento diretto che è stato annullato dai giudici per tre volte e non ha bandito alcuna gara. Il consorzio, del resto, ha continuato ad accettare tali affidamenti diretti e ad approvare i propri bilanci ……

Andrebbero indagati a fondo i motivi della pervicace resistenza e ritrosia nell’ottemperare sentenze, di questo offrire sempre una sponda anziché un argine a un fornitore che su presupposti giuridici cassati dai giudici lede sistematicamente la concorrenza.

Adesso si capisce perché il rettore si è affidato a Saccà e ha scaricato Perrelli e D’Ignazio che lo hanno sostenuto, votato e fatto votare. Saccà garantisce il contatto con i poteri forti. Lui sa come si fa ed ecco perché si sono legati a Cineca.

In un contesto serio se le iscrizioni calano il delegato alla ricerca, altro docente vicinissimo a Saccà cioè il dottore Scarcello, avrebbe dovuto dimettersi. Se il CDA commette un illecito avrebbe dovuto dimettersi e né tantomeno avrebbe dovuto rinnovarlo il rettore.
Purtroppo forse non siamo in un contesto serio, i giovani lo hanno notato e per questo non si iscrivono. Vanno altrove. Possiamo dargli torto?