Metro leggera, tutti attaccati al tram

L’atmosfera che si respirava davanti al cinema Modernissimo, in attesa dell’ arrivo di Oliverio, era la stessa di una prima cinematografica.

Infatti la prima cosa che mi è saltata in mente appena arrivato davanti al cinema, dove il presidente Oliverio ha deciso di incontrare i cittadini per spiegare il bisogno che la città di Cosenza ha di una metro leggera, è questa: “Felicissima sera, a tutte ‘sti signure ‘ncravattate, e a chesta cummitiva accussi allegra d’uommene scicche e femmene pitale…”.

A guardare il soggettame che arriva a questo incontro, l’unica percezione che ho di loro è quella che sembrano usciti direttamente dal film del grande Mario Merola, “Zappatore”.

Tutti lindi e pinti, pronti ad organizzare la prossima spartizione del bottino, mentre il popolo, quello vero, non arriva a fine mese. Come i personaggi del film che cinicamente ballano e mangiano, rinnegando le proprie origini.

Parassiti sociali giunti da ogni dove che non sanno cosa significa la dignità del lavoro, non avendolo mai praticato, per sostenere, oltre che il progetto, anche Mario Oliverio, in forte imbarazzo a dover giustificare questa inutile e dannosa, oltre che antieconomica opera.

Ecco perché convoca un incontro con la città alle 17,00 di un giorno feriale, proprio per non incontrare la gente, che a differenza loro a quest’ora ancora si sbatte per portare la cena a casa e riempire così la saletta del cinema con le sue truppe cammellate, senza incorrere in qualche guaio. Una parata più che un incontro con la cittadinanza.

Una formalità da espletare per tranquillizzare tutti i potentati economici, e le lobby, che l’opera si farà. Che poi, detto da lui, Oliverio, che di incompiute se ne intende – vedi la Sibari/Sila dove abbiamo sborsato 50 milioni di euro per due chilometri di pilastri e gallerie messi lì a deturpare la montagna, un’opera che ha tanto sponsorizzato e che mai si farà. Lui si è preso i soldi della progettazione, e agli abitanti di quei luoghi, Acri e San Demetrio, è rimasto lo scempio ambientale e l’opera incompiuta – non so se c’è da fidarsi.

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La stessa cosa è venuto a fare oggi a Cosenza, parla di utilità pubblica dal pulpito di questa opera inutile, e sottobanco stanno già decidendo a chi vanno i primi 6 milioni di euro per la progettazione. A quali studi distribuirli e come. Tanto a contestarlo non c’è nessuno, eccezion fatta per il solito presidio dei movimenti davanti al cinema, e qualche sostenitore di Occhiuto dentro. Non c’è la città.

Non ci sono le mille e passa firme che gli occhiutiani dicono di aver raccolto. Non c’è una vera opposizione di piazza a quest’opera. Meglio di così a Palla Palla non poteva andare. Quello che però a me fa più schifo, non sono tanto i politici conclamati che da sempre vivono alle spalle dei cittadini, ma piuttosto quel codazzo che si portano dietro prono e servile a spregio stesso del loro benché minimo senso di dignità. Gente che vive solo dell’elemosina dei politici che rubano soldi pubblici. Una schifezza.

Ora si dirà che l’opera è stata spiegata, e non deturpa niente, non mette barriere, ed è vantaggiosa per tutti, per cui si può procedere. E vai con il magna magna.

La giostra degli incarichi, delle consulenze, dei fornitori, dei soliti professionisti, delle perizie, può partire. Che è la cosa che più interessa a quelli che oggi sono convenuti a questo incontro. Dopo, se si fa o non si fa l’opera, per loro è lo stesso.

Del resto, come dicevo prima, non è la prima volta in Calabria che una opera si inizia e non si finisce. Perciò chi è contrario all’opera può per il momento stare tranquillo, perché la fase “progettazione” dura un pochino. Per l’apertura dei cantieri ci vorrà ancora parecchio. Il carrozzone è partito e non sarà uno striscione a fermarlo. Anzi, più che carrozzone, è il caso di dire il tram. Sì, il tram, dove tutti quelli che stasera leccavano senza vergogna Oliverio, si sono saldamenti attaccati. Tutti attaccati al tram. E vaiiiiiiiiiii!

GdD