‘Ndrangheta e appalti: Occhiuto, perchè non fai i complimenti a Gratteri sul (tuo) sito?

Era il 10 novembre del 2016. Nel giro di due giorni, prima la procura di Cosenza e poi la DDA di Catanzaro avevano portato a termine due operazioni non trascendentali, denominate “Factotum” e “Doomsday” con le quali in un caso avevano preso quattro ragazzi che vendevano fumo, tra l’altro scarcerati quasi subito e nell’altro avevano completato l’azzeramento del clan Rango-zingari, falcidiato soprattutto dai “pentiti”.

In entrambe le circostanze Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, aveva proceduto a far diffondere dal suo apparato della comunicazione due comunicati di elogi sperticati a magistrati e forze dell’ordine. Che hanno campeggiato a lungo sulla home del sito del Comune di Cosenza.

Questo è il primo.

Niente di particolare, anche se non leggete bene. Chiacchiere sull’uso degli stupefacenti, demagogia sugli adolescenti che si drogano e stop.

Due giorni dopo, tuttavia, il 10 novembre, con l’operazione contro il clan Rango-zingari, Occhiuto si è decisamente speso al massimo e ha dettato ai suoi scribacchini un comunicato di elogi “straordinari” per la DDA di Catanzaro.

Ve lo riproponiamo integralmente.

“Due distinte e importanti operazioni giudiziarie con ordini esecutivi di rilievo nel giro di soli due giorni danno il senso della presenza attiva dello Stato sul nostro territorio”.
Lo dichiara il sindaco Mario Occhiuto in relazione all’attività compiuta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, con il supporto dell’ottavo nuclei elicotteri Vibo Valentia, portando a 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti esponenti della cosca ‘ndranghetista Rango-Zingari, con l’azzeramento dei vertici del gruppo criminale.

“Tengo a congratularmi – afferma Occhiuto – con il Gip distrettuale di Catanzaro che ha emesso i provvedimenti su richiesta della Dda, con i militari del Reparto operativo del Comando provinciale che hanno condotto le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, con i procuratori aggiunti, Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto, e con il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.

Nessuna morsa criminale deve macchiare lo sviluppo di una città e di una regione la cui stragrande maggioranza delle persone chiede di non arretrare in civiltà e progresso sociale. Se così fosse, gli sforzi di chi governa in funzione di migliori traguardi di vivibilità sarebbero vani. L’impegno di noi amministratori ha ragion d’essere anche in funzione della stretta sinergia con le altre istituzioni, con cui oggi ancora una volta – chiosa Occhiuto – mi complimento porgendo un ringraziamento a nome di tutta la cittadinanza”.

Bene, anzi benissimo. Il 19 gennaio scorso Occhiuto avrebbe dovuto esultare, sulla scia di questi due comunicati, per l’arresto di Giorgio Barbieri e di tutti gli altri mafiosi da parte delle DDA di Reggio e Catanzaro e invece abbiamo atteso uno, due, tre giorni e… niente.

Solo un pessimo commento su FB nel quale Gratteri non viene neanche nominato e lui si definisce (udite udite!) parte lesa… Roba da scompisciarsi dalle risate.

Ovviamente è molto facile capire il perché: il Comune di Cosenza è stazione appaltante dell’appalto di piazza Fera/Bilotti e Occhiuto, se facesse i complimenti a Gratteri, sarebbe stato solo un paraculo, alla stregua di “gentarella” come il suo vicesindaco e come quel poveretto di suo fratello.

Lo sanno tutti che Mario e Barbieri sono amici per la pelle. Lo sa anche Gratteri. E come mai potrebbe arrampicarsi sugli specchi Mario il cazzaro per giustificare al magistrato reggino addirittura la presenza del suocero di Barbieri (Cenzino Belmonte) nelle sue liste alle ultime elezioni? Forse potrebbe dire che qualcuno l’ha fatto a sua insaputa ma ormai in Italia lo sanno tutti che queste cose possono succedere solo a Scajola e a nessun altro.

E il giochino di scaricare le sue colpe sempre su qualcun altro ormai non incanta più nessuno.

E allora Mario “il duro” ha deciso per la linea dura. Niente comunicati. O al massimo qualche dichiarazione per “alleggerire” la tensione ma senza mai dire bravo a Gratteri citando il suo nome e quelli degli altri magistrati. E usando a suo piacimento il sito istituzionale del Comune di Cosenza, che non è di sua proprietà ma dei cosentini.

Forse si comporta così per non lasciare traccia quando qualcuno andrà a bussare al suo citofono e non fare una figura ancora peggiore di quella di Jole e del fratellino scilinguato?

Ai posteri l’ardua sentenza.