Rende, cosa c’è dietro il cambio di gestione dell’acqua? (di Giovanni Palermo)

In un sistema finito per un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi una infinità di volte; per sviluppare la sua teoria sull’eterno ritorno, sicuramente Nietzsche si è trovato a passare dalle nostre parti, dove problemi atavici risultano senza soluzione di continuità.

Uno di questi risulta essere quello dell’acqua di Rende. Ora, dopo aver letto l’intervento del M5S di Rende vorrei, da cittadino, intervenire sulla questione visto che detto problema si aggrava di giorno in giorno in maniera vergognosa.

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Un problema deflagrato negli anni ottanta allorquando si decise di allacciare il sistema idrico della nascente Rende valliva all’Abatemarco, lasciando solo Rende centro allacciata alla vecchia conduttura che portava l’acqua dai monti della Crocetta, dove l’acqua era cosi abbondante da rendere necessario un intervento chimico per salvaguardare la stabilità della galleria sulla SS. 107 che attraversa quel monte.

Un problema poi accentuato quando nel 1991 l’allora amministrazione comunale, decise di regalare la gestione dell’acqua alla società Italgas con una convenzione assurda, oltre alla assoluta mancanza di investimenti per il miglioramento del servizio.

Orbene, dal mese di dicembre i cittadini di Rende stanno ricevendo una lettera con cui la società Acque Potabili S.p.A. comunica che la cessione del ramo d’azienda alla società Acque Potabili servizi idrici integrati S.R.L. relativo alla gestione del servizio idrico di Rende; con detta lettera si comunica il nuovo conto corrente postale, il nuovo Iban e la possibilità di pagare direttamente allo sportello di via Verdi 140 a Rende.

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Ora appare necessario, alla luce della perenne crisi idrica rendese, chiedere lumi su una delibera (nr. 213 del 25/10/2015) che dilazionava ulteriormente un debito per fornitura acqua dal 1981 al 2004 di circa 11 milioni e mezzo.

Quindi questa Società a Responsabilità Limitata subentra nella gestione dell’acqua di Rende.  Niente di illegale si premette, perchè questa possibilità è prevista dalla convenzione che il comune di Rende aveva stipulato nel 1991 con la società Italgas che infatti aveva ceduto il ramo alla Acque Potabili S.p.A. che a sua volta ha provveduto a cederla a questa nuova SRL.

Tuttavia vi sono alcune questioni da mettere in evidenza: la delibera 234 del 27/11/2011 “atto di indirizzo per la risoluzione consensuale della convenzione in essere con Acque Potabili S.p.A.” con cui la giunta Cavalcanti dava indicazioni per la risoluzione del contratto; da detta delibera si evince che la convenzione (delibera C.C. del 21 del 11/02/1991 e 37 del 15/04/1991) con la società Italgas è stata stipulata per 25 anni prevedendo eventuali cessioni del ramo di azienda, senza bisogno di passare dal consenso del consiglio comunale!!!.

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Ora, i 25 anni di convenzione scadono a giugno 2016 quindi fra circa sei mesi, dopo di che la legge IMPONE l’indizione di un bando europeo di evidenza pubblica, quindi si presume che il comune stia già predisponendo il predetto bando visto che le norme prevedono che gli enti possono prorogare solo nel caso di eventi imprevisti o imprevedibili.

La nuova società che subentra ha un capitale sociale di 200.000 euro, è una SRL ed andrà a gestire un giro di circa 8 milioni di euro, stima al ribasso, annui.

Detta società è composta da un imprenditore edile e dai dipendenti della stessa società Acque Potabili di Rende.

Ovviamente appare strana una cessione ad una nuova società sei mesi prima della fine della convenzione.

Poi la lettera riferisce che questa società subentri sia negli attivi che nei passivi. Va ricordato che, per ammissione dello stesso sindaco Manna, la società Acque Potabili deve al comune circa dieci milioni di euro. Questi vanno pure nei passivi assorbiti dalla SRL oppure ha provveduto ad estinguere detto debito?

Una SRL può gestire milioni di euro all’anno?

E poi, per le tariffe dell’acqua, che sono composte dal costo dell’acqua, da quello della fognatura e da quello della depurazione, come ci si regolerà?

Quali sono le garanzie che possono offrire nel caso di difficoltà economiche o insolvenza?

Da non tralasciare il fatto che le società che gestiscono i servizi idrici hanno l’obbligo di investire per il miglioramento della qualità del servizio ed a Rende e Dio solo sa quanto bisogno c’è, visti i disagi che vivono i cittadini a fronte del costo enorme del servizio.

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Ovviamente non vanno taciute le gravissime colpe della SORICAL, una società da anni in liquidazione che ormai si limita a miseri ed inutili rattoppi di una condotta vetusta ed inservibile.

Oliverio, oltre ad inaugurare improbabili Titanic, dovrebbe spiegare cosa si nasconde dietro l’affaire acqua mettendoci mano seriamente.

Ma con questa classe politica noi cittadini avremo ben poche speranze di vedere servizi efficienti, del resto ognuno ha quel che si sceglie e se noi continuiamo a votarli loro continuano a far danni.

Giovanni Palermo