Rende, Manna bis 2017: quando Pino Munno preparava la festa con Artese e Iantorno e Mazzetta si faceva mettere in un angolo

Questo articolo risale al 12 gennaio 2017. Eravamo ancora al primo rimpasto della giunta di Marcello Manna e accadeva qualcosa che mai come adesso si rivela particolarmente attuale. Basta leggere chi sono i protagonisti di questa “storiella”. Aspettando di leggere per esteso anche la relazione finale della Commissione di accesso che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Rende. Buona lettura a tutti ma a Mazzetta più di tutti… 

Alla fine, dopo la nevicata, piove o pioverà a Rende.

Mentre nella cittadina del Surdo è un fiorire di problemi, ritardi, vere e proprie emergenze, il sindaco abbronzato ed imbronciato si è proprio incartato, come diceva il grande Cecchino Principe, come il gatto con il gomitolo.

Sembrerebbe che fra poche ore i “nuovi” si fa per dire, assessori saranno nominati.

L’ha spuntata certamente quel Pino Munno delle somme urgenze, l’uomo della pistola nella cintola (alla Cetto Laqualunque), l’esautorato ex assessore di Umberto Bernardo, che fu costretto dalle indagini di carabinieri e DDA e dai mugugni generali a cacciarlo dalla sua giunta.

Sotto la gestione Munno si spesero nove milioni di euro in tre anni per lavori ordinari fatti passare per urgenti, senza collaudi e senza preventivi. Ci dicono che le indagini sulla vicenda ancorché chiuse sarebbero invece ancora in atto, ma nonostante ciò Manna è stato costretto giocoforza a riportarlo in giunta.

E con quali deleghe? Magari di nuovo alla manutenzione o, peggio, ai lavori pubblici? Vedremo se la ditta Marsico (che fatturò in tre anni quasi due milioni di euro per lavori proprio inutili) ritornerà a primeggiare negli incarichi.

Quella di Munno è per Manna una brutta figuraccia. Non solo rivaluta gli uomini di Principe e Bernaudo ma dimostra quanta pochezza anima la sua azione istituzionale.

Arturo Bova e Annamaria Artese: Dio li fa e poi li accoppia

Poi entrerebbe Annamaria Artese, attuale presidente del Consiglio, con un passato al fianco di Mimmo Talarico, che entrerebbe in giunta con una delega di spessore. L’Artese è sorella di Ariosto, un nome ben noto nelle cronache giudiziarie cosentine e rendesi. Una presenza inquietante. Ben sapendo ovviamente che il figlio non paga gli errori del padre. E una sorella quelli del fratello. Ma, ma… Manna certo si sta mettendo in un angolo.

Così come per la nomina di Pierpaolo Iantorno, dissidente che viene premiato con la medaglia di assessore. Le malelingue dicono che queste nomine servirebbero per rafforzare il sindaco abbronzato perché dimettendosi da consiglieri comunali, per come prescrive la legge, i nominati farebbero posto in Consiglio a donne ed uomini molto vicini a Manna. E tutti sanno che il sindaco si trova sotto il ricatto del Cinghiale ovvero di Gianfranco Ponzio, Cinghialotto e bancomat, patron della Seatt, la cooperativa che macina milioni di euro di commesse dell’ASP, a danno dei ragazzi che prendono un terzo di stipendio rispetto a ciò che paga l’ente sanitario a Ponzio (non Pilato).

Gli altri due assessori li deve nominare il Cinghialotto che aspetta dal senatore sottosegretario lumi al riguardo. E tutto questo mentre Rende sprofonda ed i cittadini hanno ormai una pessima impressione di un sindaco che ha fallito. Insomma Munno festeggia in quel di Quattromiglia, suo quartier generale e prepara nuove ditte e nuove somme urgenze. E tutti vissero felici e contenti.