Rino Gaetano in mostra a Roma: i ricordi di Riccardo Cocciante, Sergio Cammariere e Giusy Ferreri

E’ stata più una festa che una presentazione ingessata, proprio come forse sarebbe piaciuta al protagonista. All’apertura della mostra dedicata a Rino Gaetano, al museo in Trastevere, sono accorsi amici e colleghi, insieme alla famiglia del cantautore: la sorella Anna e il nipote Alessandro co-curatore della mostra insieme ad Alessandro Nicosia.

Si è quindi lasciato spazio ai ricordi e agli aneddoti anche inediti, e poi si è cantato, si è fatta musica. Lo ha fatto la Rino Gaetano Band e lo ha fatto, generosamente, e in due occasioni diverse, Riccardo Cocciante, accorso anche lui a condividere i suoi ricordi del collega e amico e a intonare la canzone famosissima che scrisse per lui, A Mano a mano, uno dei brani di Rino Gaetano che ha conosciuto una nuova vita in questi ultimi anni, e sicuramente tra i più amati. A condividere un pensiero affettuoso verso il cantautore è stata anche Giusy Ferreri che ha raccontato come, il suo amore musicale per lui, sia sbocciato quando era ancora una bambina. Il conterraneo crotonese Sergio Cammariere ha invece svelato un legame addirittura di sangue con Rino Gaetano, che era suo cugino! Ecco cosa hanno raccontato i colleghi musicisti del grande Rino Gaetano, in occasione dell’inaugurazione della mostra a Roma dedicata al grande cantautore.

Rino Gaetano, il ricordo (e lo show) di Riccardo Cocciante

Riccardo Cocciante, arrivato a Roma per presentare la mostra su Rino Gaetano, suo collega e amico, si è speso molto per omaggiarlo, sia raccontando i suoi ricordi, sia intonando la canzone A mano a mano, scritta dallo stesso Cocciante e portata al successo Rino Gaetano. Eseguita una prima volta all’interno della sala conferenze del Museo di Roma in Trastevere, con una pessima acustica, e poi, nel cortile del museo insieme alla Rino Gaetano Band, la cover band fondata da Alessandro Gaetano, che si propone di mantenere viva la memoria della musica dello zio.

“C’era un bellissimo rapporto tra me e Rino”, ha detto Cocciante a chiusura dell’intensa mattinata. “Ed è un peccato che la sua carriera sia finita così presto. Era molto speciale, molto atipico, molto pungente pur essendo molto leggero anche. Questa era la sua caratteristica. Non ci sono stati molti artisti come lui. Continuiamo a fare conoscere le sue canzoni”.

“Cos’è un artista”

Poco prima aveva racconta il suo rapporto con il collega: “Rino era un artista. L’artista per me è una persona che non sceglie quello che fa, ma viene scelto dalla vita per fare una determinata cosa e certe volte subisce anche questo ruolo. L’artista è quello che va avanti a fare quello che sente di dover fare comunque, anche senza successo, un artista non smette mai, non può smettere. E penso che Rino era così: doveva fare assolutamente quello che faceva, il cantautore. Scriveva perché aveva bisogno di scrivere e di cantare. Nel lavoro che abbiamo fatto insieme, è stato un interessante esperimento che ha messo insieme due persone e due artisti così diversi, eppure c’era qualcosa che ci univa. Secondo me era la difficoltà di vivere, e questa è una difficoltà che sentono tutti i veri artisti perché, semplicemente, non sono come gli altri. Facciamo quel che facciamo, pur sapendo che potremmo non essere capiti, o addirittura messi da parte dalla società”.

E ha continuato, ricordando l’epoca degli esordi della carriera:“Noi eravamo messi male all’epoca, negli anni ’70. Eravamo aggressivi, ma un artista deve essere aggressivo, se no non esiste. Anch’io lo sono stato con Bella senz’anima, contro me stesso. Perché capivo benissimo che non avevo il fisico da cantante, non ero omologabile nella categoria cantanti, ma arrivavo al piano, chiudevo gli occhi e cantavo e poi urlavo, urlavo in modo armonico. Rino Gaetano era una persona piacevolissima. Si capiva che si sentiva non inserito bene nella società. Era un po’ timido certe volte, e anch’io lo ero. Ma sul palco si cambia: e lui cambiava”.

Sergio Cammariere: “Rino Gaetano era mio cugino”

Una vera e propria rivelazione (ma in Calabria lo sanno tutti, ndr) è quella che Sergio Cammariere fa in occasione della presentazione della mostra su Rino Gaetano a Roma. Il cantautore, conterraneo, anzi addirittura compaesano di Gaetano, in quanto crotonese, ha raccontato così un’esperienza per lui particolarmente emozionante:

“Qualche anno fa ho avuto la fortuna di suonare proprio con Rino Gaetano, con la sua voce per un progetto di Sky, “Mio Fratello è figlio unico”, questa canzone bellissima, e ho avuto la possibilità di sentirmi come se lo accompagnassi davvero. Fu per me una cosa molto emozionante. Le coincidenze hanno anche voluto che lavorassimo per la stessa casa discografica, di Franco Micocci”.

Infine, un ricordo molto, ma molto personale, anzi famigliare. “Qualche anno dopo la sua morte ho partecipato al Premio Rino Gaetano e ho conosciuto la famiglia. Un giorno, sulla spiaggia di Crotone ho incontrato Alessandro Gaetano, che mi ha avvicinato e mi ha detto che sua nonna mi voleva parlare. Sono andato a Roma a trovarla, e quel giorno arrivò questa grande rivelazione. Mi disse che in famiglia, fra le vecchie generazioni era cosa risaputa, ma nessuno lo aveva detto a me. Che mio nonno paterno era il padre di Maria Gaetano, la mamma di Rino. Quindi io e Rino Gaetano siamo cugini.

Giusy Ferreri: è un artista che mi ha ispirato, sin da quando ero bambina

I primi ricordi di Giusy Ferreri su Rino Gaetano, risalgono agli anni dell’infanzia. Ci racconta infatti, la cantante:“Io sono nata nel 1979, pochi mesi prima Rino Gaetano aveva portato a Sanremo Gianna. Io ho avuto la fortuna di crescere in una casa dove si ascoltava molta musica e i miei genitori mi facevano ascoltare Rino Gaetano perché pensavano che fosse una musica all’avanguardia la sua, per la personalità e l’onestà”. E sottolinea: “Posso dire che sicuramente Rino Gaetano, tanto amato dai miei genitori, ha anche influenzato me come musicista, tanto è vero che quando nel 2005 è arrivato il mio esordio discografico, prima ancora di X factor, il singolo è uscito con il nome d’arte Gaetana, che poi è anche il mio secondo nome. Il progetto parlava di temi che anche lui tante volte ha affrontato: libertà e uguaglianza e terminava con una sorta di soliloquio, una coda in cui davvero cercavo di avvicinarmi a uno stile Rino Gaetano, questo per dire quanto mi ha influenzato”.

Una stima e un’ammirazione che l’hanno quindi ispirata fortemente come artista: “Credo Rino Gaetano sia un grandissimo esempio di artista. Oggi si lavora tanto in realtà, si costruisce molto per arrivare a una modalità di comunicazione solo apparentemente spontanea e istintiva. Quello che ha fatto Rino Gaetano era veramente avanti nei tempi e per nulla costruito perché faceva parte della sua grande verità che lo portava ad ironizzare così potentemente sulle cose. Credo che sia proprio la verità che c’è nei suoi testi a far sì che la sua opera si sia mantenuta pure negli anni e gli ha permesso di arrivare con la stessa potenza ai giorni nostri fino alle future generazioni”.