Sistema Rende, i favori al figlio di “Vecchiarella” e a “Zuccarieddru”, fratello di un ex poliziotto

Nel 1994 Aldo D’Ambrosio, padre di Adolfo, aveva richiesto l’assegnazione di un immobile comunale, sito in contrada Tocci di Rende, da adibire a circolo ricreativo.

L’immobile veniva concesso in locazione per la durata di sei anni, a fronte della corresponsione del canone mensile di 500 lire.

Nel 2005 nella carica di presidente del Circolo Anziani e Giovani (all’epoca Acli-Villaggio Europa) subentrava Francesco Antonio Ferraro. Tale contratto veniva prorogato tacitamente fino al 2006. Entrambe le delibere erano state adottate nel periodo in cui era sindaco di Rende Francesco Casciaro.

Dalla lettura della relazione sull’immobile del 30 maggio 2013 (indirizzata da Vittorio Cavalcanti al prefetto e depositata alla DDA il 10-1-2014) a firma della dottoressa Daniela Bernardo, si evince come la decisione di concedere in locazione un bene comunale con atto di giunta, anziché con gara ad evidenza pubblica, era stata presa dall’amministrazione dell’epoca per “finalità diverse da quelle esclusivamente economiche”. Tale finalità comunque non escludeva la possibilità di somministrazione di alimenti e bevande e di disponibilità da parte degli avventori di videogiochi e altre macchinette da gioco.

La dottoressa Bernardo, preposta ai rapporti con i titolari dei circoli e degli altri esercizi commerciali insistenti sugli immobili comunali, aveva rilevato che il pagamento dei canoni del Circolo Anziani e Giovani veniva effettuato dalla signora Franca Capizzano, che tuttavia non risultava in alcun documento del fascicolo dell’ente. Non solo: la Bernardo rappresentava che, a seguito degli inviti alla Capizzano di presentarsi in Comune per esibire il titolo di subentro al pagamento dei canoni locativi, la signora indicava un uomo, che non era stato neppure identificato, che avrebbe garantito che la signora Capizzano stava pagando i canoni per conto dell’intestatario del contratto di locazione, Francesco Antonio Ferraro.

Di tale evenienza, il funzionario addetto al Patrimonio informava il dirigente Raffaele Giraldi, che non si pronunciava sulla vicenda.

Nell’agosto 2010 Francesco Iirillo, figlio di Giuseppe, noto per la sua appartenenza al clan Lanzino, depositava al Comune di Rende una comunicazione di subentro a Franca Capizzano nella carica di presidente del Circolo Anziani e Giovani in precedenza affidato a Francesco Antonio Ferraro ma del quale non vi era documentazione formale, così come non risultava alcuna delibera di giunta comunale o comunque regolare autorizzazione a Francesco Iirillo.

Tale anomala situazione era a conoscenza del sindaco dell’epoca Bernaudo in quanto nella comunicazione, Francesco Iirillo informava il sindaco di Rende e l’Ufficio Ragioneria che avrebbe provveduto personalmente al pagamento dei canoni locativi e, in calce alla missiva, era indicato a penna: “Dr. Raimondi”, “Va bene”, con tanto di “sigla” riconducibile allo stesso Bernaudo.

Francesco Iirillo, atteso che il successivo sindaco Cavalcanti aveva richiesto la restituzione delle chiavi ed intimato lo sfratto dei locali, chiedeva di regolarizzare la propria posizione al fine di mantenere i vantaggi economici derivanti dagli introiti del circolo. Dal marzo 2010 Iirillo aveva gestito, in difetto di autorizzazione alcuna e senza contratto, il circolo in questione conseguendo vantaggi economici dall’attività di sala giochi, di somministrazione di alimenti e bevande e anche dalla mancata corresponsione dei canoni residui.

LA DEPOSIZIONE DI FRANCESCO D’AMBROSIO

“… Il circolo ricreativo oggi è nella disponibilità della famiglia anagrafica Iirillo ma all’epoca era assegnato a tale MARCHESE, detto “Zuccarieddru”, fratello di un appartenente alla polizia, e a mio zio Aldo D’Ambrosio… Ad un certo punto subentrano dei disaccordi tra mio zio Aldo e il Marchese, tant’è che quest’ultimo resta assegnatario del Circolo mentre mio zio occupa un manufatto che successivamente sarebbe diventato bar. Pertanto, posso affermare che i D’Ambrosio occupavano lo stabile dove sarebbe sorto il bar Colibrì prima ancora che venisse indetta la gara per l’aggiudicazione di quel bar. L’occupazione del D’Ambrosio di quel manufatto prima della gara era circostanza del tutto nota nell’ambito dell’amministrazione comunale di Rende anche perché, ivi passando, era percepibile visivamente…

Rappresento che anche la giunta allorché decise di fare il bando era a conoscenza della pregressa occupazione. Rappresento che le mie conoscenze derivano dal fatto che facevo parte proprio della commissione consiliare alle attività produttive, alla quale era dalla legge demandato il compito di esprimere un parere. Lo stesso dirigente Raimondi era responsabile del procedimento ed era informato della pregressa occupazione. Era altrettanto notorio nella città di Rende, ivi compreso nel Comune, che Adolfo D’Ambrosio fosse vicino ad ambienti di criminalità organizzata”.

Il tale Marchese, detto “Zuccarieddru” altri non è che Carmine Marchese, marito di Franca Capizzano, che a sua voltà è sorella di Edoardo Capizzano, entrambi soggetti contigui a Giuseppe Iirillo e ad Adolfo D’Ambrosio… Ferraro li frequenta spesso ed è a tutti gli effetti contiguo anche lui al clan.

“Zuccarieddru” inoltre è effettivamente fratello di Giuseppe Marchese, ex appartenente alla polizia in congedo.

Il dirigente Francesco Raimondi dichiarerà quindi di non aver seguito personalmente la pratica con la quale Iirillo subentrava alla Capizzano nella qualità di presidente ma di ricordare che “vi fu un benestare da parte dell’allora sindaco Bernaudo affinché io autorizzassi il subentro di Francesco Iirillo alla presidenza del Circolo”.

LE DICHIARAZIONI DEL PENTITO FRANCESCO GALDI

In riferimento a Giuseppe Iirillo, il collaboratore di giustizia Francesco Galdi riferiva che “in merito alle cooperative di Rende, so di una cooperativa che aveva sede nel campo del Rende Calcio ed era riconducibile a Giuseppe Iirillo, alias “Vecchiarella”, collegato con i Di Puppo, uno dei pionieri della malavita organizzata di Cosenza. Dopo l’operazione Garden, egli si allontanò dagli ambienti malavitosi fino all’uscita dal carcere di Gianfranco Bruni alias Tupinaro. Dopo di che egli si collegò con Bruni e ne divenne il braccio destro. La cooperativa che egli aveva creato a Rende destò l’interesse della malavita ma Bruni gli disse che su Rende doveva tenere in considerazione solo i Di Puppo e quindi favorire eventuali assunzioni di persone portate da loro…”.

Giuseppe Iirillo era stato assunto nella cooperativa Rende 2000 nei primi anni, dal 29 maggio 2002, mentre Michele Di Puppo il 20 luglio 2005.

Dal complesso degli elementi indicati, si evince come, tramite l’intervento diretto del sindaco pro tempore Umberto Bernaudo, su indicazioni ricevute in quel periodo da Sandro Principe (che aveva imposto ai dirigenti e politici di sua espressione e riferimento un costante aggiornamento sulle vicende del Comune, che non potevano trovare definizione senza il suo intervento), sia stato consentito al figlio di Giuseppe Iirillo, Francesco, la gestione, senza alcun contratto locativo o autorizzazione discussa in giunta, del Circolo privato, consentendo il conseguimento di vantaggi economici senza alcun titolo.