Addio a Fortunato, il volto pasoliniano di Amantea

ADDIO A FORTUNATO, IL VOLTO PASOLINIANO DI AMANTEA

(breve ricordo di Salvatore De Siena)

tratto dal profilo FB “Il Parto delle Nuvole Pesanti”

Fortunato ci apparve come un fulmine a ciel sereno, in quella calda estate del 2012 quando ci recammo per la prima volta ad Amantea in provincia di Cosenza per fare un concerto voluto fortemente da Arturo Suriano e dagli altri amici dell’associazione Amici di Ste’.

Fu una folgorazione. Pescatore ormai senza barca, con un fisico da atleta anche senza gioventù, Fortunato era un uomo che, malgrado i suoi anni, emanava una luce capace di dare energia all’intera Calabria più di tutte le pale eoliche installate nel territorio dei Bruzi.

Il suo viso allegro era sempre alla ricerca di occhi da guardare, di vita da vivere. Il volto pasoliniano parlava della gente semplice ed umile, ma anche intelligente e vispa, più di mille volumi di antropologia. S’innamorò di noi e noi di lui.

Ad Amantea tutti lo amavano. Era l’eroe forte e fragile, l’uomo della gioia contagiosa e dei tormenti interiori, dove alligna il virus della solitudine vissuta sempre in un dignitoso silenzio, a dispetto dell’euforica gazzarra che riusciva a creare quando stava in compagnia. Ricordo il momento che apparve sul palco vestito con la divisa borbonica.

Cantammo una sua canzone, perché a modo suo era anche poeta e cantore popolare. Fu la sua calamita che qualche settimana dopo ci riportò ad Amantea per girare il videoclip del brano “Crotone”. Fu lui che trasformò quella giornata in una festa infinita.

Con lui bevemmo davanti ad una croce come in un film di Pasolini, insieme, tutti figli dello stesso umanesimo, che cerca e scruta la fratellanza in ogni essere umano, nessuno escluso. Cantammo e suonammo, mangiammo e bevemmo, fino a quando la stanchezza non ci piegò.

Riposa in pace fratello e amico di tutti. Quando tornerai faremo ancora festa.